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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

Undici anni fa all'Adriatico la tragedia Morosini

Durante la partita tra il Pescara di Zeman e il Livorno il malore fatale al centrocampista bergamasco

Quei secondi interminabili di silenzio, pieni di paura, diventata in un attimo disperazione. Era appena iniziata la 14a giornata di ritorno, Pescara - Livorno, quel 14 aprile del 2012, e l'Adriatico era pieno come accadeva ogni settimana in quella stagione, nonostante il periodo fosse il peggiore a livello di risultati per il Pescara del miracolo zemaniano. Nei toscani, in campo, un centrocampista di 25 anni, bergamasco, da tempo già uno dei più esperti e ricercati della serie B. Era Piermario Morosini, scuola Atalanta, precedenti in A con l'Udinese, ragazzo che abbinava talento, corsa e sacrificio, e che era arrivato a coronare il suo sogno nonostante una vita piena di ostacoli: rimasto orfano da ragazzino, resta l'unico in grado di accudire la sorellina, affetta da una disabilità. Aveva vinto fino ad allora tutte le sfide che la vita gli aveva messo di fronte.

Ma quel giorno, sul prato dell'Adriatico, lo aspettava un crudele destino. Passano 31' dall'inizio della partita e Morosini cade durante un'azione offensiva del Livorno, al limite dell'area di rigore biancazzurra. Una caduta anomala, che mette i brividi oggi come allora. Chi era presente allo stadio quel giorno ha sentito subito un brivido ghiacciato lungo la schiena. Ha capito che stava accadendo qualcosa di gravissimo. Morosini prova a rialzarsi, ma crolla a terra. Uno, due, tre secondi, poi qualche calciatore vicino a lui inizia a gridare, a chiamare soccorso. Mani nei capelli, lacrime, disperazione. I suoi compagni di squadra sono terrorizzati. Alcuni giocatori del Pescara si trasformano subito in soccoritori, corrono a prendere la barella. Ma l'ambulanza arriva, colpevolmente, troppo tardi. Solo dopo si scoprirà che il passaggio per il suo ingresso in campo era ostruito da un'auto parcheggiata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Lo shock è fortissimo, i tentativi di rianimare Morosini non danno gli esiti sperati. Non c'è più la serenità necessaria per riprendere il gioco. L'Adriatico si svuota e le attenzioni si spostano tutte, subito, all'ingresso dell'ospedale civile, dove i medici tentano di salvare il centrocampista bergamasco. Purtroppo, però, non ci riusciranno. Il cuore di Piermario si era fermato a causa di una crisi cardiace. Per sempre. Erano le 16:45 circa.

Sono passati undici anni, ma quei momenti sono rimasti nella memoria di tutti i tifosi pescaresi. E hanno commosso l'Italia intera. Oggi, come ogni anno, lo ricordano tutti i club in cui ha militato (oltre ad Atalanta, Udinese e Livorno, anche Vicenza, Padova, Reggina e Bologna), la Lega di serie B, e tutto il mondo del calcio italiano. 

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