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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

"Pescara, Zeman è la scelta giusta per ritrovare gol ed entusiasmo"

Il "Sindaco" Marco Sansovini felice del ritorno del boemo all'Adriatico: "Sappiamo cosa ha fatto qui in passato, a me ha cambiato la carriera. E pensare che quando arrivò volevo andare via... Ai giocatori di oggi, dico: seguitelo"

Marco Sansovini vota Zeman. E non potrebbe essere altrimenti, vista la sua storia legata all'arrivo del boemo in riva all'Adriatico. Il Sindaco lo incontrò nell’estate del 2011, all’età di 31 anni. Lui a Pescara era già un idolo dell’Adriatico, aveva segnato e vinto la C. Era un intoccabile. Per tutti, ma non per Sdengo. Bastarono poche settimane di ritiro per arrivare ai ferri corti. Zeman chiedeva a Sansovini di giocare esterno nel tridente. A lui, che da una vita giocava da punta centrale, mettendo tutti d’accordo a suon di gol. Sansogol provava e riprovava, ma non era a suo agio. Fino al punto di prendere la decisione più dolorosa: andare via. “Dopo l’amichevole a Città Sant’Angelo volevo andare via – racconta – , non riuscivo a calarmi nel ruolo che mi chiedeva. Poi ci sono riuscito, ho capito che dovevo affidarmi totalmente a lui. Da lì, è cambiata la mia carriera”. Esatto: furono 41 partite e 16 gol per Marco Sansovini, che non fu confermato per la serie A ma andò a far sognare i tifosi di Spezia ed Entella, prima di tornare al Delfino e sfiorare un’altra serie A a 34 anni. “Penso che davanti il mister abbia giocatori molto adatti al suo calcio. Merola ha già lavorato con lui e sappiamo cosa può dare, ma tutti gli attaccanti della rosa hanno caratteristiche per esplodere: devono essere intelligenti, ascoltare, capire in breve tempo e fare quello che chiede loro. Il mister è un maestro per il gioco offensivo, ne trarranno vantaggio adesso e, ancor di più, nel prosieguo della loro carriera”, è il monito di Sansovini ai giocatori del Pescara di oggi.
L’ex bomber, oggi allenatore a 41 anni in Eccellenza, è felicissimo di riavere un maestro come il boemo in città: “Fa piacere che sia tornato, non solo a me, ma a tutti i tifosi. Evoca bellissimi ricordi. Poi ogni annata e ogni momento è diverso dall’altro. Arriva a marzo, non all’inizio della stagione, e ha poco tempo per lavorare sui suoi concetti e a livello fisico. Non so come gestirà soprattutto quest’aspetto, quello della parte atletica, per lui fondamentale”.
Zeman si è ripresentato con il suo solito sorriso sornione e la voglia di sfidare tutto e tutti. In barba ai suoi quasi 76 anni. “E’ una cosa davvero bella: stare su un campo e insegnare calcio, far fare sport a giovani, è quanto di più sano ci possa essere nella vita. L’ha vissuta tutta in campo, adesso sarebbe difficile per lui vedersi in vesti diverse da quella di allenatore. In questi giorni andrò a salutarlo, per vedere qualche suo allenamento e dare una rinfrescata alle mie idee”.
C’è un po’ di Zeman nel Sansovini allenatore? “Non mi permetto di dirlo, cerco di essere me stesso, avendo appreso da tutti gli allenatori che ho avuto. Il mister mi ha insegnato la ricerca continua dell’attacco della profondità e degli spazi vuoti. Cose che chiedo sempre ai miei giocatori, anche se poi bisogna valutare le caratteristiche dei ragazzi per poter giocare in un certo modo”.
Per Zeman una sfida difficile: blindare il terzo posto e provare a portare il Pescara in B dai play-off: “Il terzo posto porta vantaggi reali, è innegabile. Non sono massimi, ma sono comunque importanti. Chiudere al terzo posto significa arrivare, a livello mentale, con la consapevolezza dei propri mezzi. Significherebbe giocare un finale in crescendo ed essere pronti per i play-off. Il mister porta anche entusiasmo, perché sappiamo cosa ha fatto nella sua carriera, soprattutto qui a Pescara. I risultati saranno determinanti per riportare la gente allo stadio”.
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