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Omicidio Suicidio Pescara, Alessandrini: "I centri antiviolenza vanno sostenuti"

Il candidato del centrosinistra al Comune di Pescara Marco Alessandrini, interviene in merito alla tragedia di via Lago di Chiusi, dove Gianfranco Di Zio si è dato fuoco assieme alla figlia di 5 anni

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPescara

“La cronaca ci consegna una storia che oltre a toccarci umanamente per la morte della piccola Neyda, ci induce a fare delle riflessioni su come prevenire e come affrontare situazioni così esposte.  E’ una storia che appartiene a Pescara perché ci si è verificata dentro e ci interessa, perché è necessario che qualunque tipo di cambiamento si debba mettere in atto parta dal sociale. La prima emergenza da affrontare è lì, sia che si trovi in quartieri sensibili, sia che si scopra nella porta accanto di un qualunque condominio cittadino. Bisogna farlo in termini non soltanto repressivi, ma soprattutto in termini preventivi, per arrivare in tempo ed evitare che alcune situazioni precipitino.
Pescara peraltro ha una storia importante in termini di prevenzione della violenza di genere, una storia nata con l’amministrazione di centrosinistra nel 2004, quando per la prima volta è stata tessuta la rete anti-violenza che ha interfacciato istituzioni e territorio per prevenire e intervenire e che è decollata nel 2005 con la nascita del primo centro anti violenza d’Abruzzo e si è affermata  l’anno successivo, quando l’esperienza fatta in città è diventata pilota nella rete interistituzionale regionale.
E’ ora di mettere il tema della violenza e le azioni di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne e i minori al primo punto dell’agenda del welfare: l’attività dei centri anti violenza va sostenuta con forza e finanziata per bene. Pescara nel 2008, sempre con il centrosinistra, è stata anche la prima città a inserirli nel Piano di zona dei servizi sociali.
Ora bisogna diventare artefici del rilancio del Piano di zona come strumento forte e necessario per arrivare dove c’è bisogno. Una volta alla guida della città lo attueremo come strumento di intervento, cercando di reperire maggiori risorse finanziarie a sostegno delle associazioni che operano ogni giorno nella realtà e che devono essere coinvolte in un’azione concertata, che passi attraverso una serie irrinunciabile di interventi.
Con le associazioni ci faremo promotori anche di un’azione di dialogo e di pressione con e verso la Regione perché ci siano politiche attive e strumenti legislativi e finanziari affinché le persone vengano tutelate e protette non solo nell’immediato, ma a lungo termine e perché la rete interistituzionale che serve a intervenire funzioni in modo sinergico, tempestivo. Pescara deve fare la sua parte anche diventando anche capofila nella richiesta di attenzione verso il Governo affinché collochi le risorse necessarie allo scopo, al più presto.
Ma per ottenere questo non basta solo intervenire nel sociale. La città deve risollevarsi, economicamente, urbanisticamente, culturalmente, i cittadini devono essere coinvolti, le istituzioni devono diventare un interlocutore in grado di dare ascolto e aiuto per davvero,  specie quando lo si chiede per ragioni così gravi”.

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