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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Chiude la "Salumeria di pesce" del mercato Muzii e vola fino in Costa d'Avorio: la nuova vita dello chef Lorenzo Cigliano

Il suo nome con l'osteria Nonna Bruna lo ha portato sulle più importanti riviste di settore, ha vinto premi e ha fatto impresa in città per oltre vent'anni. L'ultima esperienza quella nel mercato coperto che alla fine ha deciso di lasciare un po' perché deluso, ma soprattutto per guardare al suo futuro e quello dei suoi figli: ora guida le cucine di un grande resort creato da un imprenditore di Silvi

L'ultimo riconoscimento lo ha ottenuto nel 2022 in occasione della trentesima edizione de “Lu Carrature d'oro”, il più antico premio enogastornomico d'Abruzzo. Sua la targa “Angelo de Victoriis Medori de Leone” per il miglior piatto ispirato alla tradizione del “Brodetto sbagliato”, ma a 51 anni con la voglia di rimettersi in gioco per sé stesso, ma ancor più per il futuro dei suoi figli e con un pizzico di amarezza nel lasciare Pescara dove ha concentrato oltre vent'anni di imprenditoria di settore, ha deciso di lanciarsi in una nuova avventura volando fino in Costa d'Avorio.

Il suo nome è Lorenzo Cigliano, è uno chef, ed è stato fino a poco tempo fa il titolare della Salumeria di pesce Nonna Bruna che si trovava all'interno del mercato coperto di Piazza Muzii. Un nome, quello di “Nonna Bruna”, che i pescaresi ricordano bene perché prima di quell'avventura e inizialmente anche in concomitanza, era quello che portava l'osteria di pesce che ha portato il suo nome sulle più importanti guide di settore: dall'inserimento delle migliori osterie d'Italia Slow Food, al Gambero Rosso, fino alla Puntarella Rossa e il Touring club.

Insomma un curriculum di tutto rispetto quello dello chef e imprenditore che la carriera nella sua città l'ha iniziata nel 1997 gestendo prima uno stabilimento balneare della riviera e facendo poi diversi anni di gavetta fino a quando non aprì quell'osteria di 30 posti. Un progetto di tradizione e qualità traslato poi in una nuova veste in quel mercato che un decollo vero e proprio non lo ha ancora avuto. 

“Non è stato facile prendere questa decisione”, ci racconta, perché qui a Pescara per ora ha lasciato la sua famiglia, ma l'auspicio è che, se le cose andranno bene, possa lui stesso investire in Costa d'Avorio e trasferirsi definitivamente perché, sottolinea, “in Italia ad oggi non vedo grandi opportunità, soprattutto per i miei figli”. Il cuore dunque resta a Pescara, ma per ora la scelta è stata fatta e in Costa d'Avorio Cigliano ci è già arrivato per gestire la realtà creata da un altro imprenditore anche lui abruzzese. “Prima sono stato in Egitto poi ho deciso di fare quest'esperienza dove mi è stato chiesto da un imprenditore di Silvi di gestire la cucina di un nuovo resort, di uno stabilimento balneare che si trova al suo interno e di una pizzeria. È una nuova avventura”.

Della sua Salumeria all'interno del mercato parla perché a quel progetto teneva e molto. “Eravamo la quarta tipologia in Italia. Stagionavamo pesci di grande pezzatura come tonni e pesci spada e preparavamo taglieri con tartare e tante altre novità che riguardavano il pescato. Per esigenze di mercato ci siamo trasformati in un bistrot, ma abbiamo dovuto abbandonare l'idea perché all'interno del mercato, per tante vicissitudini che ci sono state, non si è riusciti a realizzare il progetto”.

Non nasconde la delusione per come sono andate le cose rispetto alle aspettative che su quel mercato si prospettavano quando è stato creato. Proprio del suo rilancio, insieme ad un altro imprenditore, aveva parlato con IlPescara meno di un anno fa. Oggi di polemiche, lascia intendere, non ne vuole sollevare, ma certo è che come accaduto con i fratelli Fedele e Casa Rustì alla fine Pescara anche Lorenzo Cigliano Pescara, almeno per ora, ha deciso di lasciarla. Se su quel mercato si continua a dibattere, con un bando ambizioso non andato importo, un altro interno che sarà presto pubblicato e progetti di riqualificazione che sono al vaglio degli addetti ai lavori, allo chef chiediamo se la possibilità di tornare ammette. “Ora come ora voglio vivere questa bella esperienza e valutare le opportunità che potrà darmi. Sì un giorno spero di tornare, ma lo farà quando sarà cambiata. Oggi questa volontà non  la vedo, ma non si sa mai”.

Il legame con la città resta comunque profondo, ma altrettanto lo è, per una persona che ha fatto anche della dinamicità imprenditoriale uno stile di vita, la voglia di accrescere sempre di più il suo bagaglio e valorizzare la sua professionalità. Se la famiglia manca, a 51 anni la voglia di dargli il miglior futuro possibile è il vero motore per rimettersi sempre in gioco ed è con questo spirito che Cigliano ha deciso di volare dall'altra parte del mondo.

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