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Sabato, 27 Aprile 2024
Cultura

Vanessa Gravina al teatro Circus con "Testimone d'accusa" di Agatha Christie: "Un giallo in cui la propria verità non è mai la verità"

La pièce teatrale della grande autrice viene rappresentata per la prima volta in Italia in un grande allestimento e a Pescara andrà in scena il 14 e il 15 febbraio

L'attrice Vanessa Gravina, che sin da giovanissima ha iniziato a calcare i palcoscenici diventando un volto noto tanto del cinema quanto del teatro e della televisione, torna a Pescara con un dramma giudiziario unico nel suo genere: "Testimone d'accusa", pièce teatrale della geniale Agatha Christie dove il "doppio" è il filo conduttore di una trama apparentemente semplice, ma in realtà molto complessa e densa di significati. Doppio anche quel colpo di scena finale che ha fatto scuola, restando tuttavia inimitabile. 

L'appuntamento, promosso nell'ambito del cartellone della società del teatro e della musica Luigi Barbara, è al teatro Circus martedì 14 febbraio alle 21 e in replica, mercoledì 15 febbraio alle 17. Undici gli attori impegnati in scena per quest'opera avvincente che gioca sull'incertezza dello spettatore in nome di una verità che non è mai come sembra. Vanessa Gravina è Romaine Heliger, moglie e appunto testimone d'accusa del marito Lonard Vole, interpretato da Giulio Corso, chiamato a rispondere della morte di Emily French, un’anziana benestante che ha nominato suo principala erede.

È la prima volta che in Italia quest'opera della Christie viene rappresentata in un così grande allestimento che vede la partecipazione straordinaria  di Giorgio Ferrara e la regia di Geppy Glelijses basata sulla traduzione di Eduardo Erba. 

Alla vigilia della sua rappresentazione a Pescara dello spettacolo abbiamo parlato proprio con la Gravina che spiega il suo amore verso la nostra città e perché valga la pena di esserci a teatro in questa due giorni.

Non è la prima volta che "va in scena" nella nostra città. Che ricordi ha di Pescara?

Ho tanti amici e tanti ricordi di Pescara. È una città in cui sono stata spesso. L'ultima volta è stato l'anno scorso in occasione del festival dannunziano nel bellissimo teatro intitolato al Vate che affaccia sul mare ed è immerso nella vostra bellissima pineta. Un'esperienza bellissima insieme alla mia amica Franca Minnucci, Davide Cavuti e tanti altri bravissimi artisti. Sono molto legata al teatro Florian e quindi famiglia Vellaccio, ai parenti di Cicognini. Insomma Pescara è una città che amo e uno dei ricordi che mi lega a lei è anche il concerto di Bob Dylan cui andai insieme a mia madre con cui ero in vacanza. Potrei andare avanti per ore, ma mi fermo qui. Posso sicuramente dire che è una città a cui sono molto legata e in cui torno sempre molto volentieri.

Se per lei non è una prima volta nella nostra città, lo è per la pièce teatrale che porterà in scena. In Italia “Testimone d'accusa” non era mai stato rappresentato. Cosa vedremo in teatro?

Un grande giallo, un thriller, un dramma giudiziario che però è molto condito di grande ironia un po' come tutti i capolavori della Christie. La storia racconta di un uomo che viene accusato dell'omicidio di una ricca milionaria che prima di essere uccisa stranamente e misteriosamente lascia un testamento in cui lo elegge erede universale. Questa vicenda porterà a pensare che sia lui l'assassino e quella che dovrebbe essere la teste chiave per la sua difesa, la moglie e cioè Romaine che io interpreto, si rivela una vera e propria testimone d'accusa. È una trama enigmatica, un mistero dove nulla è ciò che appare e dove nella fattispecie i personaggi sono doppi. Il mio personaggio e quello di Giulio Corso che è in scena con me, raccontano una propria verità che non è la verità, non equivale al reale. È davvero una storia avvincente. Poi la Christie è un'autrice sostanzialmente teatrale le cui trame puntano proprio ad avvincere il pubblico e anche in questo caso accade. 

Lei è abituata ad interpretare donne dal carattere forte. La protagonista di quest'opera lo è, ma come dice lei è un personaggio doppio ed enigmatico. Quali sono le caratteristiche che l'ha affascinano di più nell'interpretarla?

È una donna di grande fascino ed enigmatica sì. Una donna del mistero un po' di hitchcockiana. Io sono catapultata dall'inizio dello spettacolo all'interno di questo mondo illuminista giudiziario della borghesia inglese e sono una tedesca che porta il suo romanticismo inizialmente tenuto a freno da una freddezza apparente. Credo sia il personaggio più passionale che abbia mai interpretato. Una donna che passa da un estremo ad un altro. In fondo si tratta di un'eroina romantica che rappresenta quel romanticismo tedesco che da Goethe in poi abbiamo imparato a conoscere. Un approccio alla vita talmente idealista e talmente romantico capace di sfociare, come la storia ci ha insegnato, anche nel fanatismo. In questo caso direi che siamo di fronte ad una fanatica d'amore: un grande eroina a tinte forti che mostra fino a che punto può spingersi una donna per amore.

Quello della giustizia è un tema ricorrente nelle opere della Christie e non solo perché scrive gialli ovviamente, ma perché è capace di affrontare l'argomento con grande profondità come dimostra ad esempio una delle sue opere più note, Assassinio sull'Orient Express. È così anche in questo caso?

Certamente. Romaine per scagionare il marito porterà avanti la sua tesi contro un sistema giudiziario che, va sottolineato, prevedeva al tempo la pena capitale. Non è un caso che l'autrice abbia scelto il punto di vista di una straniera per giudicare gli inglesi al fine di smascherare l'ipocrisia del tempo fatta di perbenismo e moralismo, oltre che convenzionale e di facciata tanto che una verità banale può essere creduta. È sicuramente un atto d'accusa di un certo sistema per una mente libera come quella dell'autrice. Il tutto condito con il suo inconfondibile umorismo British che disvela di fatto un costume che ha molto in comune con molte avvenimenti legati all'attualità. 

Insomma uno spettacolo affascinante e per certi versi attuale. Vogliamo allora dire ai pescaresi perché questo è uno di quegli appuntamenti da non perdere?

Innanzitutto perché è uno spettacolo che vola velocissimo per l'intensità del racconto. È l'antitesi della noia: un thriller con tutte trame a risvolto ed è avvincente. Siamo undici attori in scena e stiamo parlando di una delle più grandi coproduzioni mai portate in teatro che coinvolge quello che è forse il più grande teatro di Roma, il Quirino, e il teatro Stabile del Veneto con tantissime professionalità di livello altissimo. È davvero una piccola grande macchina da guerra quella che abbiamo realizzato. Fin qui abbiamo sempre registrato il sold-out, il tutto esaurito e spero sarà così anche a Pescara. È uno spettacolo che vale la penda di vedere. Un tripudio di emozioni in crescendo.

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