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Cronaca

Sequestrati 93 mila articoli di bigiotteria potenzialmente tossici in un negozio in centro dalla guardia di finanza [FOTO-VIDEO]

Operazione "Stop Fake" messa in atto dalle Fiamme Gialle di Pescara

Sono in totale 93 mila gli articoli di bigiotteria non conformi posti sotto sequestro dalla guardia di finanza di Pescara.
L'operazione "Stop Fake", in materia di sicurezza prodotti e anticontraffazione, ha individuato anelli, piercing, orecchini, collane, bracciali e ciondoli non regolari.

Ma anche gioielli con topazi, diamanti e pietre preziose simulate. “Finti preziosi” dal valore di circa 80 mila euro.

La merce requisita, venduta all’interno di un emporio gestito da commercianti di origine etnica nei pressi della stazione centrale del capoluogo adriatico, risulta potenzialmente tossica perché contenente nichel, metallo molto spesso responsabile di reazioni allergiche da contatto. Per scongiurare i possibili danni alla salute e all’ambiente legati all’uso smodato di questa sostanza, il regolamento dell’Unione Europea, cosiddetto “Reach” stabilisce livelli massimi di tolleranza per l’utilizzo dei metalli della specie, che devono essere indicati sul prodotto smerciato. L’attività ispettiva dei militari del nucleo di polizia economico-finanziaria di Pescara, nell’ambito del piano anticontraffazione attivato dall’inizio del 2022, ha acceso i riflettori su questo settore particolarmente appetibile per i consumatori più giovani, spesso esposti ai rischi legati al commercio di prodotti non sicuri. A cadere nella rete dei controlli è stato stavolta un cittadino bangladese, a cui è stata applicata la sanzione amministrativa prevista in questi casi, che può arrivare fino alla quota di 26 mila euro.

«Ancora una volta», dice il colonnello Antonio Caputo, comandante provinciale della guardia di finanza di Pescara, «il controllo economico del territorio è stato puntuale e orientato, in maniera attenta, alle esigenze di tutela dei nostri concittadini, soprattutto i più giovani, contro i rischi alla salute cui si può incorrere acquistando articoli esposti per la vendita al pubblico privi dei contenuti minimi delle informazioni sull’eventuale presenza di materia o sostanze che possono arrecare all’uomo e all’ambiente. Naturalmente l’attività investigativa non si ferma qui, ma prosegue per risalire la filiera del traffico illecito, allo scopo di disvelare canali di approvvigionamento e centri di smistamento sul territorio pescarese e nazionale della merce di derivazione extra-comunitaria insicura».

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