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Tutela animale, l'avvocato De Bonis: "la sentenza del Tar sul maiale vietnamita Monaldo colma una lacuna della legge regionale"

Il legale che ha presentato il ricorso al tribunale amministrativo spiega perché la decisione rappresenta un precedente importante in termini di giurisprudenza: amplia la definizione di "animali d'affezione" rispetto alle specie attualmente riconosciute come tali

Apparentemente quella del maiale vietnamita Monaldo può sembrare poco più che una storia di “colore” che strappa un sorriso. In realtà la sentenza con cui il Tar ha stabilito che l'animale è paragonabile nella gestione ad un cane e che non costituisce “una concreta ed effettiva minaccia per l'incolumità dell'igiene pubblica”, la ragione per la quale era stato oggetto di un'ordinanza sindacale contingibile ed urgente del sindaco di Montesilvano, stabilisce un precedente in Abruzzo. Si tratta, infatti, spiega a IlPescara l'avvocato Michele De Bonis che il ricorso al tribunale amministrativo lo ha presentato, “di una sentenza che a va tutelare una fattispecie che non è specificamente normata dalla legge regionale”.

“Purtroppo – scrive lui stesso in una nota in cui spiega il senso della sentenza - nella nostra regione, contrariamente al Friuli Venezia Giulia, non è stata ancora adottata una legge regionale che riconosce tra gli animali di affezione i maiali ed anche altri quali conigli, porcellini d'india e così via”. In sostanza non ci sono specifiche per la tutela di animali diversi da cani e gatti compresi i maiali, appunto, e le specie esotiche. Per questo, spiega ancora De Bonis, “il servizio veterinario, che sotto detto profilo è sicuramente più attento del legislatore regionale, è costretto a ricorrere all'escamotage di utilizzare l'anagrafe canina anche per detta specie”. Ed infatti, va ricordato, il maiale vietnamita oggetto del contendere il microchip ce l'ha. Nella sentenza si sottolinea poi il fatto che Monaldo ha fatto il suo ingresso in famiglia in qualità di animale per la pet therapy. “Lo stesso Comune ha un regolamento che salvaguarda gli animali che svolgono questo compito”, spiega ancora De Bonis, per cui è possibile che nel momento in cui si è deciso per l'ordinanza questo dettaglio non fosse noto.

“Peraltro – prosegue -, occorre sfatare alcuni luoghi comuni sui maiali che è uno degli animali più intelligenti, soprattutto, tra quelli domestici. Nella scala d’intelligenza ufficialmente stabilita dagli esperti in questo campo, le creature più intelligenti in assoluto sono i primati, seguiti dalle balene, i delfini ed i cetacei in genere. Seguono i maiali e poi i cani ed i gatti. I maiali, infatti, sono tra quelle creature dotate non solo di memoria a lungo termine, ma anche di intelligenza 'creativa'. Il maiale non è aggressivo, né emana cattivo odore essendo tra gli animali più puliti che ci siano e, per quanto riguarda gli animali domestici, è secondo solo al gatto”.

C'è poi la questione dell'affezione e del maltrattamento per spiegare la quale il legale si appella a diverse sentenze che hanno stabilito come gli animali possano anche percepire dolore psichico e che siano da considerarsi esseri senzienti, come affermato in diverse sentenze della Cassazione persino in riferimento ai crostacei, rileva De Bonis. Nel caso di Monaldo se da una parte c'era la relazione degli addetti all'ufficio igiene della Asl che ha “sollecitato l'emanazione dell'ordinanza sindacale impugnata”, spiega ancora il legale, dall'altra c'è stata la relazione del servizio veterinario della Asl che ha invece affermato esattamente il contrario e cioè che, come si legge nel dispositivo, “all’esito dei sopralluoghi effettuati non erano stati avvertiti odori molesti e che le condizioni igieniche erano buone, né erano stati rilevati liquami sversati sul suolo che al contrario venivano regolarmente asportati con segatura assorbente”.

Insomma che il maiale vive in buone condizioni ed è ben curato per cui un allontanamento, sottolinea ancora l'avvocato De Bonis, avrebbe potuto rappresentare anche un danno al suo benessere. La sentenza “ha ampliato il solco del riconoscimento degli animali di affezione facendovi rientrare anche quelli non specificamente inclusi nella legislazione regionale” e “Monaldo, maiale vietnamita – conclude l'avvocato - , sicuramente ne è felice”.

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