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L'associazione Radici in Comune sul verde cittadino: "Giustificazioni inutili, la verità è che in città ce n'è sempre meno"

Dopo le polemiche sorte attorno agli oleandri del lungomare sud rimossi, l'associazione che ne riunisce diverse del territorio, interviene e ripercorre tutte le scelte fatte e non condivise, dall'attuale amministrazione

Per l'associazione Radici in Comune non c'è giustificazione che tenga su come si sta intervenendo sul verde cittadino. Quello cui si assiste ormai è il sacrificio del “nostro capitale naturale al quale è affidata la cura della nostra città malata”. Una città, rimarca "sempre meno verde".

Dopo il caso degli oleandri del lungomare sud, l'associazione interviene e solleva nuove critiche alle giustificazioni addotte ogni qualvolta sul taglio degli alberi si sono fatte proteste. “È sotto gli occhi di tutti la scomparsa del verde a Pescara: alberi adulti sacrificati ai cantieri, pini che cadono dopo i lavori pubblici, pulizie etniche come quelle dei lecci”, esordisce Radici in Comune nella nota diffusa.

“I vari progetti finanziati dal pnrr che non hanno nulla che rendano la città resiliente, anzi divorano terreno come nel caso della costruzione di edifici scolastici su parchi o orti urbani. Oppure divorano l’identità, come nel caso del progetto di viale Primo Vere, che intende sacrificare alberi centenari, dell’epoca del piano di Antonino Liberi, la città giardino, per dei parcheggi auto”, chiosa l'associazione.

Quindi l'elenco di quelle giustificazioni che trovano inaccettabili e cioè “che per ogni albero abbattuto ne arriveranno tre, solo che si omette che per un compensare i servizi ecosistemici di un albero adulto ce ne vogliono almeno 50; che arriverà il Piano del verde, richiesto dalle associazioni e previsto per legge dal 2013, ma nel frattempo, visto che non esiste, qualsiasi azione è permessa, in direzione contraria alla visione della rete di infrastrutture verdi e blu che dovrebbe connettere la città; che verranno piantate migliaia di piante, ma ad approfondire sono solo arbusti; che le operazioni sono concordate con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, quando invece si contravvengono le sue prescrizioni, come nel caso eclatante di viale Primo Vere, dove si insiste con la scelta delle palme criticata dalla Soprintendenza; che ci sono le relazioni agronomiche, mentre spesso mancano, come di nuovo nel caso di viale Primo Vere; che si ammalano gli alberi e altro non si può fare, omettendo la mancanza delle cure, tanto da assistere oggi al deperimento dei pini domestici, che se non curati come prescritto dal Decreto Ministeriale del 3 giugno 2021, spariranno dal nostro paesaggio; che le strade colorate miglioreranno la vivibilità, mentre camminiamo sentendo la dolorosa mancanza dei pini, come in via Pepe, e che i lecci erano tutti morti e non si potevano curare, mentre in corso Umberto, in una disperata vitalità, germogliano dai monconi di tronco rimasti”.

“Ogni cambiamento fatto in questa città è stato fatto sui tronchi dei nostri alberi, il nostro capitale naturale al quale è affidato la cura della nostra città malata – rimarca l'assocazione -. La forestazione urbana non significa piantare palme, cespugli e bambù, ma significa creare ombre continue con le loro chiome”, aggiunge criticando anche le scelte che si stanno facendo per la sostituzione degli alberi tolti.

“Decementificare – prosegue Radici in Comune - non significa utilizzare massetti di cemento drenante dove prima c’era la terra, come in Piazza Sacro Cuore, ma far diventare permeabile la nostra superficie, cementificata per oltre il 50 per cento del territorio comunale.

”Non saranno i proclami che cercano di tingere di verde la città. Non saranno gli arbusti piantati freneticamente allo scopo di imbellettare il bilancio arboreo che questa amministrazione dovrà pubblicare per legge entro maggio. Le cittadine e i cittadini capiscono e sanno. E ci saranno – conclude l'associazione pensando dunque alle prossime amministrative - radici comuni di vitalità e conoscenza”.

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