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Sabato, 27 Aprile 2024
Calcio

Il Pescara ha fretta di ripartire, Zeman sarà il primo tassello

Sebastiani e Delli Carri ha già incassato il sì del boemo: la prossima settimana dovrebbe arrivare l'annuncio

Il Pescara ha fretta di ripartire dopo la batosta di giovedì scorso. Il primo tassello della ricostruzione è Zeman. Il presidente Sebastiani e il ds Delli Carri hanno già incontrato il boemo per intavolare il rinnovo. L'intesa c'è e non dovrebbero essere i classici colpi di scena del periodo in casa pescarese: annuncio atteso a metà della prossima settimana. La rosa sarà migliorata, ma ulteriormente ringiovanita, come piace al tecnico di Praga. Si lavora alla conferma di Merola, elemento che Sdengo allena da due stagioni e che potrebbe vivere l'annata della definitiva consacrazione in riva all'Adriatico. Delli Carri al lavoro per riscattarlo dall’Empoli. Il Pescara ha già una base di 20 elementi sotto contratto, se si comprendono anche i giovani che rientreranno dai prestiti: Belloni (Latina), Bocic (Frosinone), Lombardi (Alessandria) e Chiarella (Catania). Tra questi, potrebbe essere l'esterno di Penne, classe 2002, reduce dalla vittoria della D a Catania, un candidato serio alla permanenza. I tifosi sognano la permanenza di Hamza Rafia, ma per lui si muovono anche dalla serie A (Genoa, Frosinone): sarà dura trattenerlo in biancazzurro.

L'analisi

Tornando al ko ai rigori contro il Foggia, la nuvola nera dei rimpianti non è ancora del tutto evaporata. Il Pescara ha gettato via la qualificazione alla finale sprecando e deludendo nei due confronti contro i pugliesi. Quattro volte in gol, e tre in vantaggio, ma sempre rimontato con altrettanti gol subiti. E’ mancata – globalmente – cattiveria agonistica, ma anche esperienza e mestiere, doti fondamentali in partite del genere. Che al Foggia non solo non mancano, ma vengono fuori da tutti i pori. La squadra di Rossi ha meritato ampiamente la qualificazione nei 180’. Quadrata, organizzata, determinata, messa molto bene fisicamente e dotata di diversi elementi di spicco, la formazione pugliese si è confermata complessivamente superiore al Delfino nel momento decisivo. I pugliesi, nelle 7 gare dei play-off, hanno segnato 5 gol tra l’87 e il 97′, rimettendo in piedi partite che sembravano compromesse, com’era già accaduto nei quarti contro il Crotone, seconda forza del campionato dietro al Catanzaro.
Clamoroso però il modo in cui il Pescara getta tutto alle ortiche a pochi secondi da una qualificazione che sembrava ormai agguantata. Sull’uno a zero, al 95', dopo aver regalato la rimessa dal fondo con un fallo laterale di Mora buttato fuori, arriva il pari che compromette tutto. Il Foggia rimette il pallone in gioco, cross da destra di Peralta, sponda di Ogunseye e tocco risolutore di Rizzo in anticipo su Brosco. Patatrac ripetuto nei supplementari: sul 2-1, a 6′ dal termine, ennesima distrazione imperdonabile su palla inattiva e gol del bosniaco Markic, entrato al 96′ (e poi a segno anche dal dischetto).
Il Pescara della ripresa è stato in sofferenza continua. Diversi elementi avevano finito il carburante e non riuscivano ormai a dare garanzie. Come Gozzi a sinistra, una delle scelte a sorpresa del boemo bocciate dal campo (perché non rilanciare Milani dopo la squalifica e una settimana di riposo?). Bene D’Aniello per quasi 95', poi il giovane portiere resta piantato sulla linea in occasione dell'1 a 1. Impossibile giudicarlo ai rigori, ma il boemo avrebbe dovuto risparmiarlo e inserire Plizzari dalla panchina (c'era ancora un cambio). Altro problema: la scarsa incisività offensiva. Lescano stecca nella notte più importante, al suo posto entra un inguardabile Vergani, sovrastato dalla difesa foggiana e mai con la giusta cattiveria sul pallone o nei contrasti.
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