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Il Pescara sempre più vicino alla cessione: parlerà americano

Il presidente Sebastiani tra un mese potrebbe cedere la maggioranza delle quote ad un gruppo americano. Resterebbe come socio di minoranza e traghettatore. Continuano i contatti con un imprenditore di Miami: "Chiudere questa operazione significherebbe passare la mano a persone serie che possono garantire un futuro al club"

E’ quasi fatta per la cessione delle quote di maggioranza del Pescara dal presidente Sebastiani al pool d’imprenditori statunitensi interessati all’acquisto del club biancazzurro. La trattativa è ai dettagli e il closing forse arriverà tra un mese, all’inizio di aprile, dopo le ultime quattro call del presidente con i potenziali acquirenti.

Sarebbe un gruppo americano, capitanato da un imprenditore di Miami, il futuro proprietario del Delfino: il broker inglese Ian George - un paio di settimane fa presente in città e all'Adriatico contro il Gubbio - ha fatto semplicemente da intermediario, ma nelle ultime settimane è stato il presidente Sebastiani a confrontarsi faccia a faccia con l’uomo di punta collegato da Miami.

“Chiudere questa operazione significherebbe aver coronato il mio desiderio: passare la mano a persone perbene, persone serie che possono garantire un futuro al Pescara – ha detto Sebastiani al microfono di Venerato della Tgr – . In questo caso ho avuto rapporti con persone che ho conosciuto, che hanno già investimento in questo mondo e vogliono entrare nel calcio italiano. Io resterò inizialmente come traghettatore e garante. In questa fase dovrò affiancarli, perché giustamente bisogna dare un minimo di garanzie a chi arriva. Le parole non bastano. E non ho alcun tipo di timore. Sarò qui a traghettarli in una prima fase. L’intento, però, è quello cedere l’intero pacchetto delle quote”.”.
 

L'inchiesta

Il Pescara però continua a convivere con la spala di damocle dell'inchiesta sulle plusvalenze appena chiusa dalla Procura Federale. Il presidente è tranquillo nonostante nell'aria sembra esserci un possibile deferimento per il club. E se tutto dovesse andare storto, il Delfino rischierebbe una pensate penalizzazione o addirittura l'esclusione dal campionato di competenza. “Se è vero come è vero che le contestazioni sarebbero su operazioni baciate, senza scambio di denaro, il Pescara dovrebbe esserne fuori: noi abbiamo venduto o comprato giocatori incassando o pagando somme di denaro. E ci sono movimenti economici e finanziari che lo testimoniano. Se non avessimo venduto giocatori, avremmo avuto una carenza di un milione e mezzo di euro per rientrare nei parametri per iscriverci al campionato. Non credo che il Pescara sarebbe fallito per un milione e mezzo o non si sarebbe iscritto…”.

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