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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Addio a Carlo Mazzone, allenò anche il Pescara nel 1990

Guidò i biancazzurri nel 1990 soltanto per alcuni mesi, più precisamente da luglio a novembre. Fu un periodo poco fortunato, ma che è rimasto nei cuori e nei ricordi dei tifosi abruzzesi

Sui social era molto attivo, grazie all'aiuto di suo nipote. L'ultimo post pubblicato risaliva agli inizi di luglio e lo ritraeva insieme al piccolo Alessandro: "Tra poco torno in panchina… Mio nipote Alessandro allenatore in seconda!". Ma ora nonno Carlo non c'è più: a 86 anni, infatti, ci ha lasciato Carlo Mazzone, che nel suo lungo palmares in panchina può annoverare anche una breve esperienza al Pescara in serie B. Allenò i biancazzurri nel 1990 soltanto per alcuni mesi, più precisamente da luglio a novembre. Fu un periodo poco fortunato, ma che è rimasto nei cuori e nei ricordi dei tifosi abruzzesi. Oggi il sodalizio adriatico saluta Carletto con queste parole:

"La Delfino Pescara 1936 si unisce al cordoglio del mondo sportivo per la scomparsa di mister Carlo Mazzone, tecnico dei biancazzurri nella stagione sportiva 1990. Alla famiglia giungano le nostre più sentite condoglianze".

Mazzone ha sempre fatto della semplicità e della schiettezza la sua cifra stilistica, facendosi apprezzare da tutti. Aveva lasciato il calcio nel 2006, alla guida del Livorno in serie A, dove aveva sostituito Roberto Donadoni. La carriera da tecnico era però iniziata quasi 40 anni prima, ad Ascoli, città in cui ha scelto poi di abitare per tutta la vita, diventando un simbolo del calcio piceno: dal 1968 al 1975 ha portato il Picchio dalla C alla A, mentre nel 2019 gli è stata intitolata la nuova tribuna Est dello stadio locale, il "Cino e Lillo Del Duca".

È stato anche uno scopritore o rigeneratore di talenti: nel primo caso lanciò Francesco Totti, a 16 anni, durante la sua permanenza alla Roma (1993-1996), nel secondo caso fu l'ultimo allenatore di Roby Baggio, al Brescia, dove tra l'altro fece giocare il "Divin Codino" insieme a Pep Guardiola. Quello stesso Guardiola che anni dopo, quando a Roma si disputò la finale di Champions League tra Barcellona e Manchester United, lo volle tra il pubblico, insistendo durante una telefonata a casa Mazzone, come ricordato da lui stesso in una celebre dichiarazione: “Pep, ma tu tra quattro giorni giochi la finale di Champions e pensi a me?”. “Sì, mister: penso a lei e la voglio in tribuna”. Ci andai. E lui vinse”.

In occasione del recente trionfo del Manchester City contro l'Inter, Mazzone era tornato a complimentarsi con il suo vecchio giocatore, pur riconoscendo comunque ai nerazzurri l'onore delle armi. Perché questo era, prima di ogni altra cosa, il “Sor Magara”: un signore buono dal cuore grande.

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