rotate-mobile
Salute

Coronavirus, Pescara tra le 35 province "peggiori" per contagi: preoccupa l'aumento dei ricoveri in area medica

L'ultima rilevazione della fondazione Gimbe parla di un'ennesima recrudescenza del virus che sebbene non riempia le terapie intensive, inizia a farsi sentire negli ospedali: "Fragili a rischio, ministero pubblichi subito la circolare sulla gestione pandemica"

La provincia di Pescara con i suoi 630 è tra le 35 province in cui l'incidenza dei contadi da covid-19 supera i 500 casi ogni 100mila abitanti.

Il dato emerge dall'ultima rilevazione della fonazione Gimbe relativa alla settimana che va dal 28 settembre al 4 ottobre, raffrontata con quella precedente. Raffronto che vede una crescita dei casi del 51,9 per cento passati da 160mila 829 a 244mila 353, ma anche una diminuzione di decessi scesi dell'8,5 per cento e passati da 307 a 281. Crescono anche i casi positivi crescono del 10,7 per cento (si è passati da 44mila 389 a 491mila 811 per un totale di 47mila 422 casi in più), così come le persone in isolamento domiciliare (cresciute del 10,5 per cento con 46mila 234 casi in più rispetto alla settimana scorsa). Crescono anche i ricoverati con sintomi, il dato forse più preoccupante: sono il 31,8 per cento in più per un totale di 4.814 (erano 3.653 la scorsa settimana e dunque con una crescita di 1.161 casi). Stessa cosa accade nelle terapie intensive dove si registrano il 21,1 per cento di casi in più con 27 nuovi ricoveri saliti da 128 a 155.

“Per la terza settimana consecutiva - dichiara il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta- si registra un incremento dei nuovi casi che segnano un ulteriore balzo. L'aumento riguarda, anche se in maniera eterogenea, tutte le regioni”. “La netta ripresa della circolazione virale – aggiunge coinvolge l'intero territorio nazionale e sta già facendo sentire i suoi effetti sui ricoveri in area medica e, in misura minore, in terapia intensiva. All'inizio di questa nuova ondata la preoccupazione è forte per vari fattori: la campagna vaccinale è sostanzialmente ferma, la copertura della quarta dose per anziani e fragili non decolla, la stagione influenzale è in arrivo e sui mezzi pubblici si è detto addio all'obbligo di mascherina'. 'Ma ancor di più- continua- inquieta l'assenza di un piano di preparazione per la stagione autunno-inverno, più volte invocato dalla fondazione Gimbe: la circolare del ministero della Salute con le indicazioni per la gestione dell'epidemia di Sars-CoV-2, che pareva di imminente pubblicazione, è stata ingiustificatamente bloccata dimostrando che in questa fase di transizione istituzionale l'opportunismo politico prevale sulla tutela della salute pubblica”. “Nell'attesa che il nuovo esecutivo sia pienamente operativo- conclude - si sta concretizzando il rischio già paventato dalla fondazione Gimbe: l'ennesima corsa all'inseguimento del virus che compromette la salute e la vita delle persone più fragili e ritarda l'assistenza sanitaria per i pazienti con altre patologie. Ecco perché la fondazione Gimbe chiede al ministro Speranza di pubblicare subito la circolare sulla gestione pandemica e ribadisce le 5 azioni fondamentali raccomandate dall'Oms Europa: aumentare le coperture vaccinali (con tre dosi) nella popolazione generale; offrire la quarta dose alle persone a rischio dopo 120 dalla somministrazione della terza; promuovere l'utilizzo delle mascherine al chiuso e sui mezzi pubblici; areare gli spazi pubblici affollati, quali scuole, uffici, bar e ristoranti, mezzi di trasporto pubblico; applicare rigorosi protocolli terapeutici per le persone a rischio di malattia grave”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Coronavirus, Pescara tra le 35 province "peggiori" per contagi: preoccupa l'aumento dei ricoveri in area medica

IlPescara è in caricamento