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Comune di Pescara, il sindaco Alessandrini a fine mandato: "Risanati 68 milioni di euro"

Alessandrini ha parlato di «un lavoro importante, un’eredità di fatti a vantaggio della città»

Il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, ha tracciato oggi, venerdì 19 aprile, il bilancio di fine mandato di questi 5 anni da primo cittadino.
Alessandrini ha parlato di «un lavoro importante, un’eredità di fatti a vantaggio della città».

Un bilancio articolato contenuto in una delibera votata stamane dalla Giunta comunale, pronta a diventare un riferimento e uno strumento di lavoro per chi guiderà la città nei prossimi cinque anni.

Questo quanto detto dal sindaco uscente che non sarà ricandidato:

«Lasciamo un’eredità amministrativa che vogliamo descrivere, puntualizzare e rivendicare perché è grande soprattutto alla luce della campagna elettorale in corso che mi suscita sorriso, per tutti i buoni propositi sciorinati anche da chi è stato già classe dirigente in città e ieri non ha fatto le cose che oggi si ripropone. Questi cinque anni sono stati i più onorevoli della mia vita e tutto questo non sarebbe stato possibile senza le persone che mi sono state a fianco. Io credo molto alla dimensione del noi come categoria indispensabile per potersi muovere e ringrazio tutti, dalla Giunta qui presente, e anche chi ne ha fatto parte e non c’è più stato a fronte di esigenze richieste dalla politica e mai di natura personale. Per me è stato “servizio”, la mia vita continuerà fuori e se proprio dovessi dedicare a qualcuno questi risultati, li dedicherei a mia moglie, alla mia famiglia, agli amici che in questi anni mi hanno supportato e sopportato nelle giornate no che pure ci sono state. Finisce qui la mia esperienza amministrativa, ma mai sarò indifferente alla città e alla comunità, sono stati anni di lavoro duro in cui è stato necessario maneggiare anche il fango, immergendovisi per trovare soluzioni, ma avendo in ogni momento come riferimento il cielo stellato sopra di me e la legge morale in me, che fanno di me un uomo libero».

Poi Alessandrini passa all'analisi dei numeri:

«Quando ci siamo insediati abbiamo avuto necessità di trovare copertura per 71.787.598,34 di euro di debito. Oggi all’appello oggi sono rimasti 3.404.051milioni, significa che in questi cinque anni Pescara ha 68 milioni di euro di debito in meno. Attenzione, noi insolventi fraudolenti noi non lo siamo stati mai, anzi!. Partendo da questo mi viene in mente invece una parola che ho visto ricorrere spesso nel tempo, “resilienza”: è una proprietà fisica dei materiali che li rende in grado di tornare nella loro originaria posizione, che mi fa pensare ai tanti incontri affrontati in questa stanza che ci hanno resi resilienti. Questioni vitali delle persone, che sono fatte di carne ed ossa e che abbiamo guardato negli occhi per risolvere emergenze che la città non aveva mai vissuto: la vertenza di Attiva (ci siamo occupati dei lavoratori e del servizio e oggi lavoriamo a una fusione storica delle società di gestione), lo sgombero delle palazzine di via Lago di Borgiano (abbiamo assicurato oltre 200 persone, trovando loro una sistemazione e riattivando anche cantieri di alloggi pubblici), la tossinfezione delle mense scolastiche (abbiamo revocato l’appalto e ricominciato da zero), la questione degli alberi (abbiamo censito, manutenuto e ripiantumato come nessuno aveva mai fatto), la chiusura di 15 anni di contenzioso con il Tribunale che ha fatto risparmiare 6 milioni e 600.000 euro a questo Ente e con il reimpiego delle lastre di marmo nelle riqualificazioni in corso ci sta facendo risparmiare altre centinaia di migliaia di euro». 

Per Alessandrini la giornata più bella di questi 5 anni è stata quella dell'inaugurazione del Ponte Flaiano: «Un’opera prodigiosa, che era rimasta sospesa troppo a lungo, divenuto uno dei simboli della Pescara che amo, fatta di ponti e non di muri, di inclusione, dinamismo, cultura, che guarda all’altro non come un pericolo, ma come una ricchezza, perché la fusione delle diversità rende la comunità più forte, non vulnerabile. Noi abbiamo lavorato così e lasciamo un’eredità concreta a chi seguirà, che vi raccontiamo capitolo per capitolo».

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