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A Pescara Vecchia fa più "rumore" il vociare che la musica e il presidente Rapposelli tuona: "Basta ordinanze restrittive"

Le rilevazioni dell'Arta tra il 16 e il 19 marzo hanno rilevato che in due sere più tre è stato il carico antropico a superare i decibel e ora sull'ordinanza in via di scadenza, ma anche sulla movida in zona Muzii si apre il dibattito con Rapposelli che chiede interventi diversi per mediare con i residenti

Fa molto più rumore il vociare che la musica e ora l'ordinanza emanata dal sindaco Carlo Masci sulla movida a Pescara Vecchia fa ancora più discutere e con lei anche il futuro piano di risanamento acustico che presto ripasserà al vaglio del consiglio comunale per l'adozione definitiva.

L'Arta conferma: le ultime rilevazioni nella zona di corso Manthonè, via delle Caserme e via dei Bastioni hanno fatto emergere che in due sere su tre e cioè quelle tra il 16 e il 19 marzo a superare i limiti è stato il rumore generato dalle persone che passeggiano e chiacchierano lungo le vie della zona vecchia della città. Non c'è un locale colpevole e neanche più di uno a quanto pare eppure l'ordinanza le limitazioni le impone proprio a loro con uno di questi che di recente ha chiuso i battenti almeno per un po', proprio perché il superamento dei decibel ha violato l'ordinanza e i regolamenti comunali.

L'ordinanza che interessa la zona è di soli 15 giorni e il 2 aprile scadrà e sarà compito del sindaco decidere se rinnovarla oppure no, ma alla luce del dato emerso per il presidente della commissione commercio Fabrizio Rapposelli la strada è una sola: l'ordinanza non ha alcun senso e sulla movida e le limitazioni è il caso di aprire una nuova e ulteriore riflessione.

“L’amministrazione comunale dovrà necessariamente rivedere le ordinanze in essere per disciplinare la movida al centro storico, in piazza Muzii e nelle altre vie dell’intrattenimento alla luce degli ultimi rilievi dell’Arta che ha certificato come anche già in precedenza in occasione delle verifiche in zona piazza Muzii, come la fonte reale del disturbo ai residenti non provenga dai locali, ma dal rumore prodotto dagli avventori, ovvero dal carico antropico”, esordisce Rapposelli.

Dunque, sottolinea, a determinare il “problema” rumore è l'attrattività della vita notturna pescarese che attrae giovani anche da fuori città. Una consapevolezza, incalza, che non solo consente alle attività di lavorare, ma che soprattutto rappresenta un elemento che non ci può permettere “di respingere, ma piuttosto conciliare con le esigenze dei residenti”. Sì perché quell'ordinanza, hanno sempre sostenuto il sindaco e l'assessore comunale al commercio Alfredo Cremonese, era stata dettata proprio dalle lamentele dei residenti in merito all'alto volume della musica confermato dall'Arta stessa. Se sulla musica a sortire effetto potrebbe magari sì essere stata l'ordinanza visto che la stessa si può fare solo all'interno dei locali con porte e finestre chiuse dalle 8 alla mezzanotte, di certo la questione “vociare” apre un capitolo diverso dato che alle persone è difficile immaginare di poter chiedere di godersi la serata in silenzio o a bassa voce.

Per Rapposelli appurato che i locali rispettano le regole e che sono le centinaia di persone che si riversano nelle zone della movida, sia essa Pescara Vecchio o il quadrilatero di via Muzii, a far sforare i decibel consentiti dalla legge in tema “rumore”, si è dimostrato come “sono sostanzialmente superflue e superate le ordinanze che bloccano le attività che non fanno neanche musica dal vivo, e che le restrizioni operate sono un errore, che non risolve il problema e non assicurano il riposo notturno dei residenti”.

Come risolvere dunque il problema per far sì che i residenti possano dormire, le attività lavorare e le persone godersi una serata di divertimento? Per il presidente della commissione commercio compito dell'amministrazione deve essere quelloi di controllare il carico antropico e questo, a suo parere, si può fare con “una limitazione degli orari equa e concordata con le attività in essere, senza emettere ordinanze castranti. Per fare ciò occorre maggior controllo e presenza della nostra polizia municipale in concorso con le altre forze dell’ordine per gestire e controllare le presenze, per prevenire e impedire atti di criminalità o di semplice vandalismo, come le bottiglie spaccate, le urla sotto le finestre, magari anche con l’ausilio degli stessi operatori della notte che potrebbero dotarsi della vigilanza privata, in forma singola o consorziata, per attenzionare e gestire le presenze. Di certo –conclude – oggi abbiamo la certezza che occorre aprire una riflessione ancor più approfondita alla scadenza delle ordinanze di restrizione attualmente in vigore fino al prossimo 2 aprile, non possiamo e non dobbiamo reprimere quelle attività che producono economia in una città che ha una chiara e conclamata vocazione turistica aperta verso il mondo”.

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