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Orti urbani di Pescara Colli, la denuncia del Pd: "La giunta Masci vuole toglierli per fare un asilo"

Giampietro, Catalano e Blasioli: "Questo è uno dei progetti che prevede con i fondi del Pnrr, di asili c'è certamente bisogno, ma sacrificare il verde è inaccettabile"

“La giunta Masci sta pensando di sacrificare una delle poche aree verdi di Pescara Colli, ovvero gli orti urbani di via Santina Campana ed il parco adiacente, per la costruzione di un nuovo asilo nell'ambito dei fondi Pnrr. È necessario realizzare altri asili e, conoscendo la città palmo a palmo, siamo pronti a dare una mano a trovare altre soluzioni. Ma sacrificare parchi e spazi verdi è una idea che non ha alcun senso ed è persino in contraddizione con lo stesso Pnrr e con la transizione ecologica”. A denunciarlo e chiedere un cambio di rotta sono i consiglieri comunali del Pd Piero Giampietro e Stefania Catalano, insieme al consigliere regionale Antonio Blasioli.

E' nel 2018 che, ricordano i tre, è stata attrezzata la prima e unica area comunale per gli orti urbani affiancata da uno spazio di verde pubblico attrezzato, adottato dagli stessi conduttori dei 20 piccoli appezzamenti di terra. Ora la nuova destinazione dell'area scoperta, riferiscono gli esponenti Pd, nel corso di una Commissione della Pubblica Istruzione che ha visto la presentazione dei progetti che la giunta Masci vuole proporre per la partecipazione ad alcuni bandi nell’ambito del Pnrr in scadenza il 28 febbraio. Fra questi, proprio il nuovo asilo negli orti intitolati alla maestra Franca Anchini, insegnante elementare scomparsa prematuramente.

“Questo spazio è un esempio vincente di rigenerazione urbana – dichiara Giampietro – perché dopo il degrado di tanti anni, nel 2018 si è passati ad una riqualificazione verde molto partecipata dai cittadini. Un pezzo del centrodestra ha sempre avversato la riuscita di questa esperienza, ed ora pensa di annullarla candidandola alla cementificazione. Ma la giunta Masci – incalza -, dopo aver lasciato fuori dagli asili nido comunali ben 180 bambine e bambini e dopo aver lasciato chiuso per un anno intero l’asilo nido 'Cipì' appena ristrutturato, non pensi di strumentalizzare l’esigenza di nuovi asili per cementificare uno spazio verde”. “Servono nuovi asili nido – ribadisce -, ne siamo assolutamente convinti, ma non è necessario costruirli proprio sui parchi pubblici. Si valuti ogni alternativa, a partire dalle pertinenze delle scuole pubbliche del quartiere e dalle aree immediatamente loro limitrofe. Sono certo che se ne parlassimo con le dirigenti dei tre istituti comprensivi che operano nel quartiere Colli-Ospedale, ovvero i comprensivi 4, 9 e 10, troveremmo istituzioni scolastiche entusiaste nello sperimentare l’integrazione '0-6 anni' secondo le linee guida dello stesso ministero dell’istruzione”.

“Quando si parla di nuove scuole, non si può agire con la clava – gli fa eco la Catalano – e sembra quasi che il pensiero fisso di questa amministrazione sia quello di consumare più suolo possibile. Qui c’è una esperienza sociale di rinascita ambientale che non può essere in alcun modo azzerata: l’integrazione fra asili nido e scuole dell’infanzia, come chiede lo stesso ministero, è la strada da percorrere. Si vada in quella direzione, piuttosto che cementificare gli ultimi spazi verdi”. “Il sindaco Masci aveva annunciato che avrebbe realizzato altri orti urbani in città – afferma Blasioli – ma finora, a due anni dalla fine del suo mandato, l’unico orto urbano di Pescara è quello che lui ha ereditato, e che ora vorrebbe annullare. A qualcuno da fastidio la riuscita di questa esperienza di orti urbani, ma invitiamo la giunta ad un immediato ripensamento. La transizione ecologica spinge il mondo a diventare più verde, non si può pensare di fare il contrario”.

A chiedere sostegno ai consiglieri anche molti residenti: “abitiamo qui da trent’anni e molti di noi a malapena si conoscevano – spiega il presidente del comitato di quartiere Antonio Gentile – mentre con il parco e gli orti urbani c’è stata una rinascita. Sarebbe davvero un peccato ora rinunciarci”. “Questi interventi sono stati pagati dai cittadini – aggiunge una delle residenti, Assunta D’Emilio – e non comprendiamo la ragione per la quale viene scelto proprio questo spazio e non un’area nella quale sarebbe invece possibile una piena integrazione con le scuole, nel segno di una continuità nel percorso di crescita dei bambini”.

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