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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

L'appello del garante comunale per gli anziani ai politici in vista delle elezioni: "Date spazio alle nostre esigenze"

Il garante comunale per gli anziani Giancarlo Roio ha inviato una lettera aperta ai candidati, agli amministratori locali e a coloro che sceglieranno di non votare in vista delle prossime elezioni in programma in Abruzzo e a Pescara

Una lunga lettera aperta agli amministratori locali, ai candidati e a coloro che sceglieranno di non votare alle prossime elezioni in programma a Pescara e in Abruzzo è stata inviata dal garante per gli anziani in Comune Giancarlo Roio, che ha posto alcune importanti riflessioni e richieste:

"Distinti partiti e politici locali, come garante di concittadini anziani che in questo periodo preelettorale sono da voi particolarmente considerati e con messaggi, lettere, solenni incontri e festeggiamenti per acquisirne i voti, mentre normalmente sono dalla politica ignorati e socialmente isolati, due domande vorrei porvi sulle metodologie seguite nei riservatissimi vostri incontri per la designazione del sindaco, dei consiglieri e la predisposizione dei programmi elettorali.

Questi vostri elaborati “programmi” deriveranno dal preliminare confronto con i cittadini socialmente più deboli e bisognosi della popolazione, come lo sono gli anziani, recependo le loro richieste, lamentele ed istanze o discenderanno da astratti ragionamenti a tavolino con i vostri presunti esperti di comunicazione politica del tutto ignari dei problemi reali della gente comune? Ad ispirare i vostri futuri propositi e comportamenti politici da eletti presidenti, sindaci, consiglieri e assessori sarà un’autentica spinta morale a voler assicurare ai cittadini più sfavoriti e fragili, come lo sono gli anziani, una dignitosa condizione di vita o prevarrà l’interesse ad utilizzare la politica preminentemente per fini carrieristici ed a beneficio dei propri piccoli/grandi elettori e gruppi di potere locali? Il recente sconcertante respingimento in consiglio comunale delle iniziative da me proposte nella relazione annuale a favore degli anziani e dei cittadini più bisognosi farebbe supporre che per entrambe le domande a prevalere potrebbe purtroppo essere la seconda delle ipotesi, confermando la deplorevole distanza della politica dalla vita reale della gente comune, in tal modo accrescendo il loro livello di sfiducia ed insofferenza nei confronti della classe politica.

Una maggioritaria parte di cittadini che, per esprimere la propria rabbia ed indignazione, non ha altra scelta legalmente consentita che rinunciare al diritto di voto: oramai più del 50% degli elettori diserta le urne! Una umiliata e prostrata popolazione che non crede più nei partiti e nelle istituzioni e rifiuta tutto ciò che alla politica fa riferimento."

Roio prosegue:

"Un declino della partecipazione democratica che oltre a determinare pesanti squilibri nella struttura sociale ed economica della società procura una grave alterazione alla stabilità del sistema democratico, di fatto compromettendone la legittimità laddove una minoritaria fascia di benestanti e tutelati cittadini votanti esercita una ingiusta egemonia sul piano politico, economico e sociale su una immiserita e sofferente maggioritaria popolazione.

Un paradosso sul piano del principio democratico e dell’etica politica che prefigura un inquietante scenario socio-istituzionale i cui aspetti più pericolosi sono costituiti dal progressivo scivolamento verso un “neo autoritarismo” politico di tipo elettorale, dall’accentramento dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, dal disconoscimento delle fondamentali garanzie costituzionali dei diritti civili, politici e sociali, dall’ulteriore arricchimento di pochi a danno delle condizioni di vita di molti. Una intollerabile condizione sociale rispetto alla quale ogni comune cittadino dotato di normale coscienza civica, coraggio civile e capacità critiche dovrebbe manifestare forte e ferma contrarietà non già con la scelta del “non voto” bensì contestando e contrastando democraticamente le attuali politiche antipopolari di sostanziale negazione del diritto delle persone più svantaggiate, soprattutto anziane, a condurre un’esistenza decorosa nel rispetto del principio costituzionale che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale”. In tal senso assumerebbe uno straordinario valore politico reclamare, da elettori consapevoli e democraticamente attivi, sia che i programmi elettorali contengano le istanze e le richieste avanzate in pubblici confronti con i partiti dai cittadini appartenenti alle classi sociali medio-basse e sia di poter candidare, eleggere e farsi rappresentare negli organi di governo istituzionali non dai soliti auto prescelti professionisti della politica, esperti ed abili utilizzatori dell’attuale fragile e malata forma di democrazia degradata in populismo, ma da normali, comuni e virtuosi concittadini appartenenti agli strati più poveri della società: operai, artigiani, agricoltori, recari, disoccupati, anziani e lavoratori con pensioni e salari da fame"

Infine, il garante per gli anziani conclude:

Mi rendo però conto che le domande e le richieste qui poste come comune anziano cittadino, ancorché investito di incarico istituzionale di promotore dei diritti degli anziani, assumono un carattere del tutto pleonastico in quanto non possono che essere snobbate ed ignorate da una politica che si dimostra sempre più distaccata dalla realtà ed insensibile sul piano sociale ed umano. A meno che le stesse non vengano fatte proprie e reclamate dai tanti disillusi concittadini comprendendo che la scelta dell’astensionismo non procura alcun pregiudizio al funzionamento dell’attuale iniquo sistema politico, economico e sociale. Al contrario la rinuncia al voto ed alla propria rappresentanza politica è del tutto funzionale alla stabilità e preservazione di quel sistema di potere da decenni egemonizzato e gestito da un’elitaria e privilegiata casta politica la cui pretestuosa “democratica” legittimazione deriva da un lato da elezioni pseudo-competitive più o meno eterodirette da dominanti ed interessati potentati economico-finanziari il cui controllo dei mezzi di comunicazione e manipolazione mediatica di massa è pressoché totale e dall’altro da efficaci strategie di acquisizione e fidelizzazione sul territorio del consenso elettorale non di rado basate su pratiche illegittime ed immorali di scambio tra voti e favori che a volte sconfinano nella illiceità e nella corruzione.

Una sorta di “neo feudalizzazione" affaristico/familistico/clientelare del sistema politico-istituzionale che dà modo ai più capaci carrieristi della politica di potersi di volta in volta riciclare da una amministrazione comunale ad una regionale e viceversa, all’occorrenza con sfrontato camaleontismo trasformistico, nell’interesse proprio, dei sostenitori più influenti e dei poteri forti legati alla politica, ad onta di quella impotente rassegnata maggioritaria parte della popolazione a cui, a torto o a ragione, non resta altro che rinunciare al diritto di votare.

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