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Sulla Fondazione Marcinelle è polemica: "Affronto alla storia escludere Lettomanoppello, Turrivalignani e le associazioni"

Formalizzata con la legge regionale del 27 dicembre la sua nascita, emergono i primi malumori con il sostegno del consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli: chiesto un tavolo di lavoro cui possano sedere tutti per arrivare ad uno statuto condiviso

Se sull'istituzione della Fondazione Marcinelle il plauso è generale, sul come si sia arrivati alla sua nascita si sollevano le prime polemiche politiche vista l'esclusione dal percorso dei Comuni di Lettomanoppello e Turrivalignani oltre che delle associazioni “Minatori vittime del Bois du Cazier”, Marcinelle per non dimenticare” e “Voci di quartiere” impegnate da anni nel tramandare alle nuove generazioni la memoria della tragedia pagata con 262 vite: 60 gli abruzzesi che vi morirono con 22 di loro arrivati in Belgio dalla provincia di Pescara.

A finire nell'occhio del ciclone è la legge regionale con cui è stata istituita la Fondazione “Marcinelle duesei” approvata il 27 dicembre e a lamentare esprimendo “profonda preoccupazione” per quelle esclusioni sono il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli, il sindaco di Lettomanoppello Simone Romano D'Alfonso, il sindaco di Turrivalignani Giovanni Placido, il presidente dell'associazione “Minatori vittime del Bois du Cazier” Nino Domenico Di Pietrantonio e i responsabili dell’associazione “Marcinelle per non dimenticare” Davide Castellucci e Antonio Perseo. Da loro un appello alla Regione perché si apra un tavolo di discussione con tutti i comuni che quella tragedia l'hanno vissuta e sempre raccontata, perché si arrivi a mettere nero su bianco uno statuto condiviso. L'idea che sia stata coinvolta solo Manoppello insomma è per loro ben più che discutibile.

“Tagliare fuori questi comuni e ignorare il contributo delle associazioni ha rappresentato infatti un affronto alla storia condivisa e agli sforzi di coloro che, più di altri, si sono spesi per mantenere vivo il ricordo del dramma occorso l’8 agosto 1956. La tragedia ha coinvolto più comunità, e ogni luogo colpito merita di essere parte integrante di questo progetto, affinché tutte le 60 vittime abruzzesi vengano onorate”, dichiarano congiuntamente.

“Se con l’emendamento approvato dal consigliere Blasioli è stata data la possibilità a tutti i comuni toccati dalla tragedia e alle associazioni di far parte della Fondazione, a destare ulteriore preoccupazione è il dialogo tra il proponente della legge Sospiri e il comune di Manoppello. Non vorremmo – aggiungono - che gli altri comuni, già tagliati fuori dalla scelta della sede scelta in autonomia quando invece si chiedeva che fosse il consiglio di amministrazione a decidere collegialmente, siano ora tenuti in disparte anche per quanto concerne le scelte fondamentali relative alla nascita della Fondazione, o peggio ancora che siano spettatori di una Fondazione priva dei mezzi per operare concretamente”.

“Stupisce infatti – proseguono il consigliere regionali, i sindaci e i rappresentanti delle associaizoni - che l’emendamento che proponeva di aumentare lo stanziamento previsto da 50mila a 100mila euro non sia passato, considerato che difficilmente la prima somma potrà garantire la costituzione ex novo della Fondazione, anche perché lo stanziamento del 2023 è già andato perduto per mancato impegno”.

“La decisione di limitarsi esclusivamente al comune di Manoppello, designato quale unica sede della Fondazione, non rispecchia quindi la natura collettiva della tragedia di Marcinelle e rischia di trascurare l'impegno degli altri comuni implicati. Auspichiamo che la Regione Abruzzo – concludono - possa tornare sui propri passi, costituendo subito un tavolo con tutti i comuni e le associazioni interessate al fine di arrivare rapidamente a quello statuto condiviso che è mancato fino ad oggi”.

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