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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Il garante per gli anziani chiede al futuro sindaco risposte per una categoria fragile e penalizzata

La relazione di Giancarlo Roio è stata bocciata dal consiglio comunale, ma è in quel documento, sottolinea, che aveva messo nero più bianco tutte le esigenze degli anziani pescaresi che vivono grandissime difficoltà torna a dire. Tra i problemi principali il difficile accesso alle cure per cui avanza due nuove proposte

Una domanda chiara quella che il garante per gli anziani del Comune di Pescara Giancarlo Roio rivolge ai futuri candidati per la corsa a Palazzo di Città e chi si candiderà nelle liste che sosteranno il futuro sindaco: si vorrà dare la giusta attenzione ai fragili o i programmi “si tradurranno nel solito elenco di vacue promesse da campagne elettorali”?

Una domanda che arriva all'indomani della bocciatura in consiglio comunale, della relazione che proprio il garante aveva presentato per parlare delle problematicità degli anziani pescaresi, ma anche per proporre soluzioni e avanzare richieste. Una bocciatura arrivata nella seduta del 28 settembre da parte dei “partiti della maggioranza o della minoranza presenti o colpevolmente non presenti o disattenti”, incalza il garante.

“Mi rendo conto che probabilmente è del tutto pleonastico porla a forze politiche che dimostrano con il rifiuto delle proposte contenute nella relazione, addirittura senza minimamente entrare nel merito delle stesse, un approccio autarchicamente sordo alle istanze dei comuni cittadini, peraltro i più vulnerabili e bisognosi della società come lo sono gli anziani – aggiunge Roio -. Un contraddittorio atteggiamento, come rappresentanti del popolo, di distacco dai problemi reali della gente comune, con ingiustificabile disconoscimento delle condizioni di sofferenza di molti anziani per le inadeguate pensioni, per gli esagerati costi delle indispensabili utenze e per il carovita. Situazioni ulteriormente aggravate – aggiunge - dall’inadeguatezza e disfunzionalità dei servizi di assistenza sociosanitari pubblici”. Tutte cose di cui, ricorda, ha scritto nella relazione pubblicata da IlPescara.

“Probabilmente questi Amministratori locali ignorano che anche nella nostra città tantissimi anziani sono indotti ad una obbligata e crudele scelta se mangiare o curarsi: nell’ultimo anno 14 milioni di italiani hanno rinunciato alle cure sanitarie, di essi il 60 per cento sono anziani – incalza il garante -. Cittadini 'minori' considerati inessenziali dalla società e generalmente ignorati dalla politica, ma che tornano a suscitare uno strumentale ed indecoroso interesse nelle rituali e vane tornate elettorali: in fondo gli anziani rappresentano pur sempre una significativa e facilmente manipolabile parte dell’elettorato attivo”.

“La valutazione di una relazione del garante degli anziani a cui il consiglio comunale è stato obbligato per osservanza del regolamento, peraltro mai avvenuta in passato e conseguente sua bocciatura ha anche avuto il grande merito di disvelare la trasversale e comune insensibilità della politica per le sofferenze degli anziani”. Una “élite sociale” per Roio che mostra indifferenza nel “sempre più allarmante fenomeno della crescente disaffezione e diffidenza dei cittadini nei confronti dei partiti e delle istituzioni: oramai a votare vanno meno del 50 per cento dei cittadini, addirittura si può arrivare a eleggere un deputato in una circoscrizione elettorale con il 16 per cento dei votanti”. Una preoccupante situazione che rischia di minare alle radici la stessa democrazia faticosamente conquistata da anziani concittadini dopo anni di guerre e di lotte”.

Tra i problemi più gravi le sempre meno possibilità di accedere alle cure per gli anziani, denuncia ancora il garante, a causa “delle lunghe attese, gli elevati costi e la umiliante loro sofferenza per i ritardi nell’accesso al triage del pronto soccorso”. Di qui altre due proposte a quelle già messe nere su bianco nella relazione. Proposte che avanza, a questo punto, alla prossima amministrazione e cioè “l'accettazione senza attesa in pronto soccorso tramite l’assegnazione del 'codice d’argento', come già avviene da anni in moltissimi presidi ospedalieri italiani e la fruizione immediata e gratuita delle cure sanitarie tramite la speciale e costosa modalità dell’intramoenia, appannaggio dei soli ceti agiati che determina nella sanità una odiosa condizione di disparità sociale, rendendo persino la morte una selettiva ed iniqua discriminante sociale”.

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