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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica Portanuova / Viale Guglielmo Marconi

“No” del centrodestra alla commissione d'indagine su viale Marconi, ma Masci la vuole: “Si farà alla prossima consiliatura”

Voto contrario del centrodestra alla proposta avanzata dal candidato sindaco Carlo Costantini e tutta l'opposizione. Per la maggioranza una mossa elettorale che non ha gambe per camminare, per le opposizioni un atto di trasparenza dovuto alla città. Ora no, ma il sindaco spera si faccia: "Va chiarita la genesi del progetto" e lo scontro va avanti

Non si sono alzati i toni in aula, ma lo scontro tra maggioranza e opposizione c'è stato con un esito che già alla vigilia appariva scontato: la commissione d'indagine su viale Marconi e tutti gli appalti curati dall'ex dirigente Fabrizio Tristi travolto dall'inchiesta Tana delle Tigri e chiesta dal candidato sindaco Carlo Costantini e tutto il centrosinistra non si farà. Questo quanto deciso dal consiglio comunale con il voto contrario alla proposta. 

Un appuntamento che però sembra rimandato dato che l'attuale sindaco Carlo Masci, auspica che nella prossima consiliatura il discorso sia ripreso e che quella commissione venga nominata. Una posizione la sua per ribadire quanto affermato negli ultimi mesi e cioè che tutta la responsabilità dei problemi che ci sono stati su viale Marconi sono dovuti alla genesi del progetto e cioè la delibera del 2019 approvata a tre giorni dalle elezioni dalla giunta Alessandrini. Una posizione da sempre criticata dalla minoranza che al sindaco ne ha imputato lo stravolgimento per quella trasformazione dalle tre corsie previste alle quattro poi realizzate con ora il ritorno alle tre. Posizioni che insomma restano inconciliabili e su cui tutti, questo il punto che sembra essere comune, sembrano voler fare chiarezza sebbene in tempi differenti: i consiglieri di minoranza subito, il sindaco dopo il voto. 

Questioni di tempistica nel "no" del centrodestra, questa la tesi sostenuta dalla maggioranza che parla di una mera mossa elettorale; un "no" motivato dall'incapacità di prendere una posizione su un qualsiasi argomento puntando sulla deresponsabilizzazione per la minoranza. Per Marco Presutti (Pd) solo l'ennesima prova della "ignavia politica" che avrebbe caratterizzato i cinque anni del governo Masci. Presutti che ha precisato: se la richiesta è arrivata in extremis di consiliatura è perché in extremis è arrivato quel collaudo atteso da mesi e da cui sarebbe emersa la spesa i eccesso di 270mila euro sull'appalto di viale Marconi che era il tema su cui chiedevano di fare chiarezza.

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Che invece si trattasse di una manovra “pubblicitaria e elettoralistica” lo ha sostenuto per primo il capogruppo di Forza Italia Roberto Renzetti. "Imbarazzante" per lui che una richiesta del genere arrivi così in ritardo e solo "per racimolare qualche consenso in più". "Mi limito a valutare la situazione attuale: avuto il collaudo ci siamo resi conto che qualcosa non andava. Solo gli stolti non possono tornare indietro”, ha detto accusando la minoranza di voler "insinuare il dubbio dell'illegalità". Parole che non sono piaciute al capogruppo M5s Paolo Sola che quel "solo gli stolti non possono tornare indietro" ha chiesto a Renzetti di dirlo ai tanti cittadini e commercianti che per anni hanno protestato contro la viale Marconi a quattro corsie sentendosi definire dal sindaco, ha chiosato "i brontosauri del no". Per lui , al contrario, è il “no” del centrodestra alla commissione d'indagine la prova del suo disinteresse: "la città si ricorderà di questo e di tutti i disastri che avete fatto in questi cinque anni", ha concluso.

Una commissione d'indagine quella chiesta dal centrosinistra quanto meno “inopportuna” ha detto invece in aula il vicepresidente del consiglio comunale Berardino Fiorilli commentandone la tempistica e parlando anche lui della possibilità di istituirla nella prossima consiliatuara così che “venga fuori la genesi di viale Marconi e si chiarirà che c'è l'estraneità in qualsiasi altra vicenda della politica, sia da parte della maggioranza che la minoranza”. Fatta ora, ha sostenuto anche lui, non sarebbe altro che una mossa elettorale.

Parole che hanno spinto Presutti a chiarire che se è arrivata oggi la commissione d'indagine è proprio perché il collaudo è arrivato solo adesso o la si sarebbe chiesta almeno un anno fa. Quindi l'attacco a Renzetti. “Non mi meraviglia quello che è venuto fuori dalle parole del collega Renzetti in questa consiliatura bruciata essendo questa una maggioranza da cui non ho mai sentito un intervento che non fosse una attacco alle opposizioni e non un ragionamento politico. Che l'opposizione attracchi con veemenza è normale, ma non che chi governa non dica cosa vuole fare in quest'aula invece che nelle conferenze stampa. Un immiserimento della politica. La commissione è necessaria perché si prenda consapevolezza di quello che è accaduto e cioè di quello che doveva essere fatto e non è stato fatto e quello che non doveva essere fatto e invece è stato fatto”. Non votandola, ha concluso, “vi assumente una responsabilità politica”.

A intervenire prima della risposta del sindaco sono stati anche il consigliere comunale Adamo Scurti (Pescara Futura) che ha parlato di una politica “facile al grilletto” essendo questa commissione stata chiesta su tutti gli appalti curati da Trisi, e quello della Lega Andrea Salvati per il quale sarebbe un danno aprire una commissione che impegnerebbe il personale degli uffici alle prese con le attività ordinarie dei tanti cantieri aperti in città.

Masci quella commissione d'indagine, ha quindi detto intervenendo prima del voto, “ma solo nella misura in cui si sia il tempo per ragionare e approfondire gli argomenti perché su viale Marconi – ha dichiarato – si è detto tutto il contrario di tutto”, accusando ancora una volta la minoranza di aver rinnegato il progetto approvato nel 2019 pur di raccattare voti e rivolgendosi in particolare a Presutti, consigliere che ricordava come “ragionevole” e che invece ora “va a braccetto con i 5 stelle”. A lui si è rivolto chiedendogli di spiegare perché votò la delibera con cui si approvò il progetto di viale Marconi (a tre corsie e non quattro) a tre giorni dalle elezioni e che prevedeva “la corsia preferenziale che ha eliminato tutti i posti lato monte, le rotatorie con il taglio in mezzo e le isole pedonali ad ogni fermata del bus”. Per lui pochi i giorni per andare a fondo di quel progetto approvato, attuato e portato a quattro corsie “per rimediare” alle criticità rilevate nell'esecuzione, ha detto ancora.

Un campo di scontro aperto quello sulla genesi del progetto che il centrosinistra voleva a tre corsie e che la maggioranza ha portato a quattro con il sindaco che ha rimarcato come la volontà di dedicarlo al trasporto pubblico sarebbe stata proprio dell'allora giunta Alessandrini e quelle modifiche oggi “provvisorie” che è certo saranno definitiva, ma che tali si sarebbero dovute definire perché il Pgtu sempre del centrosinistra, ha detto ancora, vorrebbe fare di viale Marconi la strada del trasporto pubblico per eccellenza (filobus inculo in sostanza).

Insomma in scena è andato ancora una volta lo scontro tra il chi avrebbe la responsabilità della nuova viale Marconi ora non più tale visto che sono in corso i lavori per riportarla alle tre corsie iniziali. La commissione non ci sarà, ma a questo punto visto che sembra che chiarezza la vogliano tutti ci si aspetta che una volta passate le elezioni e insediatasi la nuova giunta, qualunque essa sia, li discorso venga ripreso e su viale Marconi, carte alla mano, si faccia definitivamente chiarezza. Se avverrà con una commissione d'indagine lo si saprà forse quando ci sarà la nuova giunta comunale. Nel mentre viale Marconi resterà certamente uno dei temi che caratterizzerà la campagna elettorale ufficialmente non iniziata, ma ufficiosamente partita da tempo. 

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