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Sabato, 27 Aprile 2024
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Per D'Alfonso (Pd) i bandi di gara per concessioni balneari vanno fatti, ma le tutele sono possibili: ecco come

Per il deputato abruzzese è proprio nelle sentenze, nella direttiva e in altre leggi che la soluzione c'è ed è in grado di garantire gli attuali concessionari: fare dei bandi che li tutelino è possibile e la strada da seguire è questa non quella delle cause in tribunale

Il deputato abruzzese del Partito democratico Luciano D'Alfonso invita i sindacati dei balneatori a non seguire quegli avvocati che pensano più alle cause che alle soluzioni e sulla direttiva Bolkestein propone le sue soluzioni perché quella che sembra una mannaia diventi un'opportunità. Questo perché, afferma, “le gare si devono fare e questo – afferma – lo voglio dire ai 630 operatori abruzzesi e tutti quelli italiani e anche agli avvocati che hanno provato a immaginare un percorso che la gara evitasse. Questo non è possibile. Lo impone la legge”.

Per lui dunque quello che serve è concretezza e proprio la direttiva Bolkestein, insieme alla contestata sentenza del consiglio di Stato e con queste altre direttive europee a cominciare dalla 2014-89 “che invita e invoca ad avere un approccio univoco e organico sia per quanto riguarda la gestione dello spazio marittimo che quello terreste” sono il terreno su cui muoversi per far sì che le imprese del territorio vengano tutelate e riconosciute.

Per D'Alfonso la chiave è nella sentenza Patroni Griffi, ovvero l'articolo 47 della sentenza del consiglio di Stato del 2021 “che indica – dice ancora il deputato – come procedere rispettosamente nei confronti della direttiva Bolkestein valorizzando le attuali concessioni”. Un articolo in cui si sottolinea che bisogna tener conto “della capacità di interazione del progetto da valutare con il complessivo sistema turistico ricettivo del territorio locale. Ulteriori elementi di valutazione – vi si legge - dell’offerta di gara potranno riguardare gli standard qualitativi dei servizi e la sostenibilità sociale e ambientale del piano degli investimenti in relazione alla tipologia della concessione da gestire. Negli atti di gara va posta a base d’asta il valore al momento della gara degli investimenti già effettuati dal concessionario”. Da tenere presenti nel bando dunque, spiega il deputato, anche “gli standard qualitativi e di sostenibilità sociale e ambientale del piano di investimenti che hanno già fatto i concessionari”.

Per lui il primo importante passo è nello stabilire la grandezza della stazione appaltante che per D'Alfonso dovrebbe essere provinciale e da qui decidere “i criteri che valorizzino le situazioni preesistenti”. Un ruolo fondamentale è nella relazione con gli enti perché lo scopo deve essere quello, prosegue “di fare in modo che si esaltino i project financing, che si realizzi la mappatura che non è un dispetto all'agenzia del demanio dello Stato, ma la misurazione dello stato di consistenza. Bisogna anche prevedere nelle gare di appalto il valore degli interventi sostenuti e compiuti dagli attuali concessionari come valore di subentro. Ci sono possibilità che possono e che danno luogo – dice ancora – a collaborazioni tra enti locali ed altri enti e anche su questo vanno graduati i punteggi”.

Per D'Alfonso il bando non è evitabile ed è un atteggiamento alla Wanna Marchi quello di chi pensa o vuol far credere che sia possibile. “Gli operatori degli stabilimenti balneari – dice ancora – sono una parte importante della collocazione turistica dell'Abruzzo e dell'Italia”. Insomma per il deputato abruzzese è proprio nelle leggi che c'è la risposta e quello che serve è muoversi al loro interno con intelligenza arrivando a redigere un bando che dia le risposte attese ai balneatori.

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