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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Illegittimo il bilancio 2018 della Regione, D'Alfonso: "Una nuova legge per spalmare i debiti"

Il senatore abruzzese, ex governatore, chiede una nuova legge nazionale che permetta a Regioni e Comuni di rientrare nei debiti "ereditati"

Dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il bilancio 2018 della Regione, il senatore abruzzese D'Alfonso, ex governatore, chiede una nuova legge nazionale che permetta a Regioni e Comuni di rientrare nei debiti "ereditati": "Bisogna fare fronte comune", ha detto. Debiti "ereditati", e non "prodotti", ha più volte sottolineato il senatore, che per l'Abruzzo sono arrivati nel decennio precedente al suo governo regionale e che, proprio in forza di quella legge dello Stato, ha consentito alla sua amministrazione di restituire 300 dei 700 milioni di debito in cinque anni, nonché di uscire dal commissariamento della sanità con Silvio Paolucci assessore regionale.

D'Alfonso ha quindi evidenziato quanto, proprio in termini di giustizia costituzionale, Pescara abbia dalla sua un trascorso importante, perché l'allora giudice del Tar di Pescara Massimiliano Balloriani accolse il ricorso dei genitori di un ragazzo disabile nei confronti della Provincia che, per mancanza di risorse, non poteva garantire il trasporto scolastico, affermando dunque che i diritti fondamentali prevalgono sulla sanezza dei bilanci, incassando poi il parere positivo della Suprema Corte.

"In ragione di questo - ha detto ancora il senatore - dobbiamo trovare un'agibilità contabile per risanare in un numero di anni congruo il debito, senza che ci si chieda di negare i diritti fondamentali", potendo dunque investire per migliorare la qualità della vita dei cittadini. Ecco, dunque, perché bisogna puntare a una nuova legge che permetta di spalmare i debiti "non prodotti, ma ereditati": "Ci siamo riusciti nel 2017 - ha concluso D'Alfonso - Io ho già sollevato questo problema con la ragioneria dello Stato, il Mef e la segreteria delle Regioni. Coprire un debito in 24-36 mesi vuol dire uccidere i diritti fondamentali. Adesso dobbiamo ricominciare a far questo lavoro. La nostra parte la faremo per tutte le Regioni e i Comuni che hanno ereditato questo grande affanno finanziario, così come è accaduto a noi".

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