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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Bancarotta fraudolenta e reati fiscali: arrestato imprenditore della marmellata, sequestrati beni per milioni di euro [VIDEO]

Pesanti le accuse per le quali l'umo è stato tratto in arresto dalla guardia di finanza nelle prime ore della mattina di mercoledì 3 aprile. L'operazione si è svolta lungo la direttrice Abruzzo-Molise-Campania

Arrestato dalla guardia di finanzia un imprenditore pescarese operante nel settore del confezionamento di marmellate, con società e brand conosciuti a livello nazionale e internazionale, sommersi da un vorticoso giro di carte false, con un crac a sei zeri. L’accusa è di bancarotta fraudolenta e reati fiscali, per cui sono scattati i sigilli a un complesso di beni, tra cui conti correnti, macchinari, attrezzature e quote societarie, per un valore complessivo di oltre 5,5 milioni di euro.

Le operazioni, disposte dell'autorità giudiziaria locale, sono iniziate alle prime luci dell’alba mercoledì 3 aprile. I finanzieri del comando provinciale di Pescara hanno eseguito le misure cautelari, personali e reali nell'ambito dell'operazione "In a Jam" lungo la direttrice Abruzzo-Molise-Campania, con l’ausilio di militari e mezzi aerei del reparto operativo aeronavale del capoluogo adriatico.

Nel corso delle indagini, condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle di Pescara, su coordinamento della procura, sono stati analizzati centinaia di negozi giuridici, rapporti finanziari di varia natura e un’enorme mole di documentazione amministrativo-contabile acquisita a seguito di numerosi controlli incrociati.

Secondo gli investigatori, l’amministratore di fatto avrebbe svuotato le società indebitate e in liquidazione giudiziale dei beni aziendali, simulandone la cessione con falsi contratti, a una catena di partner produttivi, con sede nel chietino, nel molisano e nella circoscrizione partenopea, riconducibili allo stesso amministratore.

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I trasferimenti reiterati sarebbero avvenuti in assenza di corrispettivi, consentendo, tra l’altro, anche la prosecuzione dell’attività produttiva in capo ad una società non gravata da pendenze tributarie e amministrata formalmente dal fratello dell’imprenditore, finito anche lui tra gli indagati.

Resta per lui come per gli altri indagati la presunzione di innocenza fino a eventuale condanna definitiva.

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