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Martedì, 30 Aprile 2024
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Dalla sicurezza sul lavoro a un nuovo modello sociale: Cgil e Uil Abruzzo sull'adesione allo sciopero nazionale

Chiare le richieste dei sindacati al governo nazionale, ma anche a quello regionale perché si attivi sui tavoli romani: zero morto sul lavoro, riforma fiscale e un nuovo modello sociale, ma anche di fare impresa

Zero morto sul lavoro, una giusta riforma fiscale e un nuovo modello sociale e d'impresa. Queste le richieste di Uil e Cgil che oggi giovedì 11 aprile hanno indetto quattro ore di sciopero in tutti i settori privati anche in Abruzzo.

A spiegarle le motivazioni sono il segretario generale della Cgil Abruzzo-Molise Carmine Ranieri e il segretario generale Uil Abruzzo Michele Lombardo. Temi nazionali, ma anche territroriali con i due segretari che si rivolgono al governo regionale perché si faccia sentire sui tavoli romani per dare risposte al territroio.

Primo punto dunque il lavoro e la sicurezza per cui i sindacati tornano a chiedere la cancellazione delle leggi che negli anni hanno reso il lavoro precario e frammentato; il superamento del subappalto a cascata e il ripristino della parità di trattamento economico e normativo per le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli appalti pubblici e privati, e maggiori attività di vigilanza e prevenzione, incrementando le assunzioni nell’ispettorato del lavoro e nelle aziende sanitarie Locali.

Sul tema lavoro Cigl e Uil chiedono anche un’adeguata formazione e il diritto alla formazione continua per tutte le lavoratrici e i lavoratori; l patente a punti, per tutte le aziende e per tutti i settori, che blocchi le attività alle imprese che non rispettano le norme di sicurezza; il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di eleggere in tutti i luoghi di lavoro i propri rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; l’obbligo delle imprese ad applicare i contratto collettivo nazionale di settore firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative e al rispetto delle norme sulla sicurezza, quali condizioni per poter accedere a finanziamenti e incentivi pubblici.

Quindi la riforma fiscale per cui i sindacati chiedono la riduzione della tassazione sul lavoro dipendente e sui pensionati, la tassazione delle rendite e il contrasto all’evasione; la promozione di un fisco progressivo abolendo la flat tax ed estendendo la base imponibile dell’Irpef a tutti i redditi; l’indicizzazione all’inflazione reale delle detrazioni da lavoro e da pensione e la detassazione degli aumenti contrattuali.

Non meno necessaria una revisione delle politiche economiche e sociali e quelle relative alle imprese che deve partire, rimarcano i sindacati, dal rinnovo dei contratti nazionali e da una legge sulla rappresentanza che mettano al centro la salute e la persona, la qualità di un’occupazione stabile e non precaria, una seria riforma delle pensioni, il rilancio degli investimenti pubblici e privati per riconvertire e innovare il sistema produttivo e puntare alla piena e buona occupazione a partire dal Mezzogiorno.

“Questa è una settimana molto importante per il nostro Abruzzo. Lo sciopero generale cade nelle ore dell’insediamento del nuovo governo regionale, al quale torniamo a chiedere di dare maggiore attenzione a tematiche vitali per la nostra regione – rimarca Lombardo -. Sul tema della sanità, crediamo che il tempo perso vada recuperato, perché ci troviamo di fronte a una situazione che desta molta preoccupazione. Le strutture ospedaliere sono insufficienti e inadeguate e allo stesso tempo c’è carenza di medici e operatori sanitari. C’è necessità di stanziare subito fondi per la sanità pubblica”, sottolinea.

“Poi c’è da affrontare l’argomento del futuro dell’automotive in Abruzzo e dello stabilimento Stellantis, dove sono impiegati 30mila lavoratori. Infine il tema delle infrastrutture. Siamo una regione cerniera tra il nord e il sud del Paese, e tra l'est e l'ovest, non possiamo permetterci di perdere altro tempo e altre opportunità. Bisogna potenziare subito il porto di Ortona, che deve diventare il porto di riferimento per gli scambi commerciali e turistici della nostra regione, recuperare le perdite dell’aeroporto d’Abruzzo, potenziando i voli verso il nord e per le maggiori città europee, far diventare la A14 una vera autostrada come via di collegamento tra la parte settentrionale e quella meridionale del Paese, e attivare al più presto la linea ferroviaria ad alta capacità e velocità Roma Pescara. È una partita importante – conclude Lombardo - che determinerà l’assetto futuro dell’Abruzzo”.

“Questo sciopero rimarca la necessità di intervenire tempestivamente per fermare le stragi sul lavoro che nella nostra regione vedono un numero altissimo di vittime – fa da eco Ranieri -. Nel 2023 in Abruzzo 36 persone hanno perso la vita lavorando. Un dato in continua crescita che riguarda tutti i settori lavorativi e in maniera più consistente quello dell’edilizia. Numeri che evidenziano tutte le criticità ed i limiti del mondo del lavoro in Abruzzo, per cui vi è l’urgenza di adottare politiche nazionali e regionali efficaci di contrasto, a partire dalla assunzione degli ispettori negli enti preposti al controllo, che in regione sono assolutamente carenti”

“Temi dello sciopero sono anche la necessità di rinnovare i contratti collettivi nazionali di lavoro e di cambiare una riforma fiscale iniqua che colpisce i lavoratori dipendenti e i pensionati, i quali pagano oltre il 90 per cento del gettito totale Irpef. Tra l’altro, ciò avviene in un contesto nel quale oltre la metà dei lavoratori italiani ha il contratto scaduto e con l’alta inflazione degli ultimi anni il potere di acquisto dei salari è crollato del 22 per cento. Crediamo - conclude - che questi dati siano eloquenti per dimostrare come il lavoro sicuro, stabile e ben retribuito non rappresenti una priorità per il governo e per le imprese.”

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