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Attualità Pineta Dannunziana / Via Romualdo Pantini

Ripartito il cantiere di via Pantini, Barba (Italia Nostra): "Un habitat distrutto"

L'architetto che è nel direttivo pescarese dell'associazione e fa parte del coordinamento Salviamo gli alberi resta critica: "Per avere le carte in regola è dovuta cambiare una legge regionale, chiedevamo solo un progetto diverso"

“E' dovuta cambiare una legge regionale per poter procedere e hanno distrutto un habitat protetto, un'area boschiva di pregio. Non eravamo contro il progetto, ma volevamo un progetto diverso che, visto anche l'incendio, tutelasse quella piccola florida area che era di aiuto alla ripresa della parte distrutta. Ci sono alberi sani che portano insetti ed uccelli e aiutano a portare semi che sono comunque un beneficio. Il valore dell'unicum era il fatto che tutti questi alberi creavano un habitat. Un buon progetto sarebbe stato quello di utilizzare la via Pantini già esistente, facendola a due corsie e abbattendo al massimo tre o quattro alberi, ma senza intaccare l'area boschiva”. Così Simona Barba del direttivo della sezione di Pescara di Italia Nostra e membro del coordinamento Salviamo gli alberi di Pescara che raduna le associazioni ambientaliste del territorio, sulla ripartenza del cantiere che fa parte della strada Pendolo, quella che unirà i Colli di Pescara alla zona sud passando per la riserva dannunziana e che prevede l'accorpamento della riserva smantellando parte di via della Bonifica. Il cantiere oggi, sottolinea, ha tutte le carte in regola per andare avanti ma sul progetto le contestazioni restano. La vicenda è esplosa a maggio 2021 quando le associazioni richiamandosi alla legge istitutiva della riserva, al Pan (Piano di assetto naturalistico) e alla legge forestale regionale 3/2014, hanno presentato un esposto per chiedere il blocco dei lavori in quella che hanno sempre definito un'area boschiva.

“Per loro non è mai stato un bosco e anche le planimetrie del Pan erano molto generiche, ma questo perché non c'è mi stata una rilevazione scientifica dello stato di fatto quando invece una verifica dello stato dei luoghi andrebbe fatta prima di realizzare le cartografie”, prosegue Barba che di professione è architetto. Sta di fatto che i lavori si bloccano e partono gli accertamenti dei carabinieri “che hanno constatato la trasformazione di bosco in un'altra destinazione d'uso tanto è vero che è sono state fatte le sanzioni”, aggiunge. A cambiare le carte in tavola sarebbe stata la modifica alla legge regionale “con l'articolo 31-bis – continua – con cui viene data la possibilità di effettuare una sanatoria qualora si sia intervenuti senza la necessaria autorizzazione per trasformare un bosco. Solo una settimana dopo il Comune ha fatto richiesta e ha pagato la sanzione individuando in una zona adiacente al cimitero dei Colli un'area in cui ripiantumerà, dall'altra parte del fiume rispetto alla riserva. Il problema è che una cosa sono gli alberi di una riserva naturale, un'altra quelli che faranno parte di un parco attrezzato”.

Dubbi li solleva anche il consigliere comunale M5s Paolo Sola secondo cui la modifica alla legge regionale interverrebbe solo sul vincolo di area boschiva e non quello di riserva cui la zona è sottoposta. Per questo annuncia l'intenzione di inviare una segnalazione alla sovrintendenza e la Regione “perché siano loro a valutare se è giusto o meno”. C'è poi la rotatoria con cui dovrebbe terminare il cantiere: “quella messa nel progetto non corrisponde a quanto previsto dal piano regolatore quindi ci vorrebbe una variante. Il timore è che una volta arrivati lì non si possa procedere alla conclusione dei lavori”.

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