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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Morto il professor Erminio D'Annunzio: con lui nacque il reparto di cardiologia dell'ospedale di Pescara

Fu il primo primario del reparto nato nel 1980 e che volle fortemente, una breve e non facile esperienza politica e una vita dedicata alla formazione e la sanità da vero precursore. A IlPescara il ricordo del nipote Franco Pomilio (Pomilio Blumm) e dai social l'addio dell'amico Antonio Del Giudice, ex direttore de IlCentro

È stato il primo primario del reparto di cardiologia di Pescara che ha fortemente voluto e che ha guidato per ben 25 anni, e di certo è stato un uomo dalla parte dei più deboli Erminio D'Annunzio. A 88 anni l'ex primario che ebbe anche una non facile esperienza politica in qualità di assessore regionale alla sanità, incarico che lasciò dopo solo un anno, se n'è andato.

Una figura importante per la città e non solo quella di D'Annunzio che rivive nel ricordo che il nipote Franco Pomilio, alla guida dell'omonima agenzia di comunicazione, ricorda con affetto parlando con IlPescara.

“È stato un precursore, un pioniere della sua generazione dal punto di vista della formazione. Un aneddoto che mi lega a lui e alla sua lungimiranza è questo: pur essendo un professionista già affermando scelse di andare ad approfondire i suoi studi a Marsiglia dove c'era uno dei centri più avanzati sulla cardiologia a quel tempo. Durante quel periodo – racconta - andai a svolgere uno stage in quella città, accolto da mio zio, e fu sicuramente una esperienza di vita molto interessante durante la quale mi ha trasmesso la necessità di aprirsi alla formazione costante di eccellenza”.

Una mente lungimirante la sua che tanto combattè per averlo quel reparto di cardiologia a Pescara fino a quando nel 1980 non fu istituito. Nel novembre 2002 fu chiamato a ricoprire l'incarico di assessore alla sanità. Accettò, ma non ci mise molto a entrare in rotta di collisione con un sistema che non sentiva suo lasciando l'incarico solo un anno dopo e scrivendo poi quel libro “Sanità Malata” (Castelvecchio editore) con cui criticava una sanità che vedeva troppo impegnata a sperperare denaro pubblico a discapito del diritto alla salute dei cittadini e immaginando già quell'assistenza territoriale di cui oggi tanto si parla.

Aspetti questi che, da grande amico, ricorda l'ex direttore de “Il Centro” Antonio Del Giudice. “Stamattina, dopo lunga sofferenza, ci ha lasciati a 88 anni Erminio D'Annunzio, uomo di straordinaria umanità e cardiologo di primo livello, riconosciuto in Italia e oltre confine - esordisce nel post con cui lo ricorda -. Lo avevo conosciuto quando dirigevo 'Il Centro'. Mi aveva invitato a visitare il reparto di cardiologia che aveva fondato a Pescara, dopo lunga diatriba con Chieti. Negli ultimi trent'anni non ci siamo mai persi un giorno. Una telefonata, un caffè, una passeggiata, qualche cena. Lunghe conversazioni sulla politica e sulla sanità italiana. Aveva anche scritto un libello che anticipava il disastro di oggi – aggiunge -. Era stato per un solo anno assessore regionale in Abruzzo, ma non aveva retto la politica delle clientele. Con me si confidava, e io raccoglievo le sue doglie. È morto fra mille sofferenze per la 'bestia' che lo aveva aggredito senza riguardi. Si è addormentato, stamani non si è svegliato. Provo lo stesso dolore di quando ho perso i miei fratelli più giovani di me – conclude Del Giudice salutando l'amico -. Mando un abbraccio alla sua famiglia e a chi gli ha voluto bene. Ciao, Erminio”.

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