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Flash-mob dei residenti nel cantiere di via della Fornace Bizzarri, con loro c'è don Enrico: "Masci Pescara non ti ama" [FOTO]

È solo uno dei cartelli che hanno attaccato alla recinzione montata attorno al parco dove dovrebbe sorgere l'asilo nido. Si attende la decisione del consiglio di Stato del 20 luglio, ma per loro l'avvio anticipato del cantiere è stato l'ultimo gesto di arroganza dell'amministrazione

C'era anche don Enrico al fianco dei residenti di via della Fornace Bizzarri che la sera del 17 luglio, giorno in cui è stato aperto il cantiere nel parco dove sorgerà il nuovo asilo nido, hanno organizzato un flash-mob. Un modo per far sentire ancora una volta la loro voce contro la scelta fatta dall'amministrazione che la messa in sicurezza dell'area ora interdetta all'ingresso, ha deciso di avviarla tre giorni prima dell'udienza di merito che si svolgerà al consiglio di Stato il 20 luglio. Udienza la cui sentenza metterà la parola fine all'intera vicenda.

Questa volta nessuna parola pronunciata da parte dei cittadini, ma parole chiare stampate sui cartelli che hanno attaccato alla recinzione che ora circonda il parco e immagini con cui vogliono esprimere il disagio che stanno vivendo. Dai bambini che guardano l'area verde dove non possono più andare, ai cani che non possono più scorrazzarci, fino a quelle frasi indirizzate al sindaco Carlo Masci e il vicesindaco Gianni Santilli. “Masci Pescara non ti ama”, scrivono in uno; “Masci sarai ricordato come il sindaco che non ama Pescara” si legge su un altro. E ancora “Masci hai perso un'altra occasione per amare Pescara”, “Santilli e Masci state facendo il sacco di Pescara” e, infine, “Santilli e Masci il male che state facendo vi ritornerà”.

La vicenda è salita agli onori delle cronache a novembre quando i residenti hanno saputo che proprio quello sarebbe stato uno degli spazi destinato alla costruzione di uno dei nuovi asili nido finanziati con i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza (pnrr). Asili di cui, è un fatto oggettivo, la città ha bisogno. È la scelta di costruirlo lì che hanno sempre criticato. Per loro si poteva fare da un'altra parte, questo quello che hanno sempre sostenuto e continuano a sostenere.

Flash-mob dei residenti nel cantiere di via della Fornace Bizzarri (17 luglio 2023)

In un primo momento si è cercato il confronto con l'amministrazione con l'obiettivo di trovare la soluzione alternativa che per i residenti doveva essere quella di costruire l'asilo nella adiacente via Celestino V dove un'area verde c'è. Da parte sua il vicesindaco ne ha sempre sostenuto l'impraticabilità e perché, si era detto inizialmente, il terreno sarebbe stato oggetto di contenzioso e perché già impegnato con il Banco Alimentare. Il dialogo, in sostanza, non ha mai preso il largo con la questione finita nelle aule di tribunale. A farsi portavoce del comitato spontaneo nato nel quartiere sono stati diversi cittadini, in particolare Antonio Dichiarante e Alessandra De Nardis. Il primo, nel pieno della bufera, ha portato all'attenzione della stampa un documento che avrebbe dimostrato come in realtà il terreno di via Celestino V fosse già nel possesso dell'amministrazione e che per perfezionare l'atto sarebbe bastato un ultima voltura. Cosa non fattibile, aveva replicato l'amministrazione, per questioni di tempo: il pnrr ne prevede di molto stretti e procedere sarebbe potuto significare, ha più volte affermato Santilli, perdere il finanziamento e l'occasione di dare un servizio fondamentale alla città.

Nei mesi a seguire si sono susseguite proteste, flash-mob, manifestazioni congiunte con tante altre associazioni e comitati del territorio che pure avanzano rivendicazioni nei confronti dell'attuale maggioranza. Manifestazioni sfociate in quella del 25 marzo tenutasi in piazza Sacro Cuore sotto il coordinamento “Non nella nostra città”. Della vicenda è stato interessato il parlamento con le interrogazioni del deputato Pd Luciano D'Alfonso, così come la commissione europea cui lo stesso Dichiarante ha scritto inviando anche lettere a procura, corte dei conti, prefettura e guardia di finanza per verificare la correttezza di tutti gli atti. I bambini hanno fatto i loro appelli persino al Papa e al presidente Mattarella. Anche la politica locale si è schierata con centrosinistra e Movimento 5 Stelle al fianco dei cittadini. I veri protagonisti però sono stati proprio i residenti.

Le posizioni sono sempre rimaste agli antipodi. Da una parte i cittadini che nella costruzione dell'asilo in quel parco vedono “una tragedia” come ribadito da De Nardis all'apertura del cantiere, per la perdita dell'unico spazio verde del quartiere che anche in questi giorni di afa ha dato respiro soprattutto ad anziani e bambini; dall'altra parte l'amministrazione che asili nido ha necessità di costruirli e che, ha sempre sostenuto, avrebbe valutato tutte le opzioni possibili trovando proprio in quello spazio così come in quello dove c'erano gli orti urbani di via Santina Campana, due dei luoghi in cui potevano essere realizzati.

Sul fronte giudiziario tutto è partito dal Tar (Tribunale amministrativo regionale). I giudici a marzo hanno dato ragione ai residenti ricorrenti, ma il 5 maggio il consiglio di Stato ha annullato la sospensiva permettendo di andare avanti con l'iter d'appalto conclusosi con l'affidamento dei lavori. Ora manca l'udienza di merito che, il vicesindaco è stato chiaro, per l'amministrazione non farà altro che confermare la già chiara posizione espressa dallo stesso consiglio. Di qui la decisione di partire con qualche giorno in anticipo con la messa in sicurezza del cantiere: l'obiettivo è realizzare l'asilo nei 262 giorni previsti. Una scelta che però per i residenti è stato un atto di arroganza dato che quella sentenza non c'è. Di qui la decisione di organizzare il flash-mob e ribadire che, comunque vada, per loro la costruzione del plesso è una sconfitta per tutta la città. Una tesi sostenuta anche dal parroco che ancora una volta è sceso in strada con loro.

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