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VIDEO | In duemila a Pescina per ricordare l'orsa Amarena e chiedere pene più severe per chi minaccia la fauna selvatica [FOTO]

Grande adesione alla manifestazione lanciata dal Wwf: un corteo silenzioso quello che ha sfilato lungo le vie della città aquilana per chiedere una politica più incisiva, ma anche la tutela dei due cuccioli e maggiore responsabilità a tutti i cittadini

Duemila persone hanno manifestato silenziosamente tra le vie di Pescina: erano davvero tanti quelli che hanno voluto esserci per ricordare l'orsa Amarena, ma anche per far sì che la sua morte non sia vana e che la politica, ma anche la società civile, intraprenda un percorso diverso e più efficace perché fauna selvatica e uomini imparino davvero a convivere.

Una manifestazione nazionale quella voluta dal Wwf e che ha visto l'adesione di tante altre associazioni, ma anche di persone comuni che sono arrivate nella città aquilana da tutta Italia. Una sfilata pacifica e rispettosa, ma con lo scopo di “chiedere giustizia per Amarena, un impegno straordinario per la tutela dei suoi due cuccioli e una maggiore difesa della fauna italiana anche attraverso un inasprimento delle pene per chi si macchia di questi crimini di natura”, sottolinea il Wwf.

La manifestazione svoltasi a Pescina per ricordare l'orsa Amarena: le foto fornite dal Wwf

“Il messaggio che arriva dalla mobilitazione di Pescina è chiaro – prosegue l'associazione - garantire la conservazione dell’orso bruno marsicano che oggi è una delle principali emergenze naturalistiche del nostro Paese deve essere una priorità. Così come deve essere in cima all’agenda difendere la biodiversità italiana dai mille rischi e dalle aggressioni a cui disinformazione, cattiva gestione, fake news la stanno esponendo”.

“Ancora oggi l’elenco di buone pratiche e azioni indicate dal Piano di azione per la tutela dell’orso marsicano (Patom) e dagli esperti per garantire un futuro a questa popolazione rimane prevalentemente sulla carta – denuncia l'associazione -. Il drammatico episodio che ha portato all’uccisione di Amarena è diretta conseguenza da una parte di un clima politico che tende a indicare nella biodiversità un nemico disegnando un pericolosissimo bersaglio su specie protette fondamentali per il nostro capitale naturale, dall’altra dei limiti delle azioni di conservazione e controllo del territorio anche fuori dalle aree protette”.

“Il drammatico atto di bracconaggio contro l’orsa Amarena è anche conseguenza di un’azione sistematica di disinformazione che riguarda la convivenza tra uomo e grandi carnivori e più in generale tra uomo e natura - dichiara il presidente del Wwf Italia Luciano Di Tizio -. Oltre a chiedere pene più dure per chi si macchia di crimini contro la natura, è necessario individuare le responsabilità di chi, quotidianamente, in settori del mondo politico, venatorio e agricolo, alimenta sentimenti di paura, giustificando o addirittura istigando all’uso del fucile come unica soluzione. Questo sta accadendo ancora una volta in Trentino, dove il presidente Fugatti ha irresponsabilmente condannato a morte l'orsa già radiocollarata F36, firmando un decreto di abbattimento contro cui abbiamo presentato ricorso insieme alle altre associazioni. Siamo a Pescina per ricordare Amarena, simbolo della nostra natura – aggiunge -, ma anche per reagire e ribadire la necessità di tutelare il nostro straordinario patrimonio di biodiversità”.

L'occasione per ricordare che con l’uccisione di Amarena abbiamo perso una delle femmine più prolifiche della storia recente della popolazione di orso marsicano e che bisogna fare il possibile per garantire almeno la sopravvivenza in natura dei suoi due cuccioli. Del loro monitoraggio si sta occupando il personale del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e i carabinieri forestali. Le scelte gestionali in casi simili non sono semplici e la strategia può cambiare di giorno in giorno, sottolinea l'associazione.

“I cuccioli d’orso di 7-8 mesi d’età non sono ancora completamente autosufficienti (mediamente restano con la madre un anno e mezzo circa), ma i comportamenti osservati negli ultimi giorni, il loro spostamento in aree più tranquille e il fatto che si stiano alimentando autonomamente fanno sperare in una loro possibilità di sopravvivenza in natura. Per questo condividiamo con il Parco la scelta di lasciarli liberi perché l’obiettivo deve essere di garantire loro un futuro in natura, ma è necessario un impegno eccezionale da parte di tutte le istituzioni per un monitoraggio attento e intensivo, intervenendo tempestivamente, se necessario. I due cuccioli di Amarena – conclude l'associazione - rappresentano infatti una delle speranze più concrete per la conservazione di questa popolazione unica nel prossimo futuro. Per raggiungere l’obiettivo è fondamentale il contributo genetico di ogni individuo: per questo garantire la sopravvivenza in natura di questi cuccioli sarebbe un successo che aumenterebbe anche le probabilità di salvezza per l’intera residua popolazione di orso marsicano”.

Lunedì 11 settembre inizierà l'esame balistico sul colpo di fucile che ha ucciso Amarena e sarà determinate per capire se vi siano eventuali responsabilità. Nel caso dell'avvio di un procedimento parchi, Regione e associazioni hanno già annunciato la loro costituzione di parte civile.

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