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Domenica, 28 Aprile 2024
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"Lo sport non va in vacanza non è a misura di bambini e ragazzi disabili": la denuncia di Angsa e Carrozzine Determinate

Le due associazioni critiche verso l'assessore comunale allo sport e il Coni: per chi ha una disabilità specifica non ci sarebbero istruttori con le giuste competenze

Cresce il numero dei bambini e i ragazzi che potranno partecipare alla ventesima edizione dello Sport non va in vacanza, ma sebbene a chi ha una disabilità sia stato riservato lo stadio Adriatico-Cornacchia, sui tutor a loro dedicati e l'accessibilità scoppia la polemica.

Angsa Pescara (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) e Carrozzine Determinate denunciano in primo luogo l'assenza di istruttori esperti e cioè di istruttori “che abbiano le competenze specifiche per poter affrontare tutti i casi di abilità differenti” e in seconda istanza chiedono di sapere, dichiara il presidente dell'associazione Carrozzine Determinate Claudio Ferrante “se sono state fatte verifiche accurate sull’accessibilità di queste strutture, compresi spogliatoi e servizi igienici. Vogliamo conoscere quale sia l’intero programma specifico e quali sport potranno praticare le persone in carrozzina, le persone con amputazione, le persone con disabilità sensoriale e intellettiva”.

Le iscrizioni per i mille bambini (erano 800 l'anno scorso) che potranno partecipare alle attività nelle cinque strutture di riferimento con la novità de Le Naiadi si sono aperte come annunciato da IlPescara mercoledì 26 aprile e si chiuderanno il 20 maggio, ma nonostante l'annuncio dell'assessore allo sport Patrizia Martelli per cui a seguire i bambini e i ragazzi saranno istruttori certificati Coni, tutti diplomati Isef o laureati in scienze motorie oltre a istruttori di primo livello per le federazioni sportive nazionali e discipline sportive associate, Angsa e Carrozzine Determinate lamentano quindi il fatto che tra questi non vi sarebbero figure con una preparazione specifica ad accogliere chi ha specifiche disabilità.

Il bando per la loro selezione è stato già fatto e a breve, ha annunciato Martelli che ha presentato l'iniziativa illustrando tutte le novità del 2023 insieme al presidente regionale del Coni Enzo Imbastaro, il presidente della commissione comunale sport Adamo Scurti e il responsabile Coni Claudio Ruffini, saranno fatti i colloqui “per scegliere i tutor più adatti a lavorare con ragazzi di età tra i 6 e i 14 anni e l'auspicio – ha detto Imbastaro - è che i nostri bambini possano vivere due mesi di gioco, sport e divertimento”.

Un divertimento che però secondo le due associazioni potrebbe non essere garantito ai ragazzi disabili. Una polemica che si aggiunge a quella sollevata dal capogruppo comunale Massimiliano Pignoli che ha parlato di esclusione di chi viene da famiglie disagiate visto che la partecipazione a “Lo sport non va in vacanza” per le famiglie ha un costo che va dai 160 ai 200 euro. Una contraddizione per lui dato che proprio per loro era nato il progetto.

L'aspetto sociale del progetto invece per chi l'iniziativa la promuove sarebbe pienamente garantita e a sottolinearlo è Scurti parlando di “opportunità di socializzazione che offriamo ai ragazzi assicurando anche un servizio alle famiglie che spesso in estate hanno una difficoltà oggettiva nel trovare una collocazione dei propri figli. L’iniziativa del Comune assicura uno spazio protetto in cui i bambini possono vivere mezza giornata divertendosi”. Questo anche alla luce del fatto, ha aggiunto Ruffili che “ci sono famiglie che non hanno neanche la disponibilità dei nonni e hanno difficoltà oggettive a seguire i ragazzi nel periodo estivo”.

Sulla questione disabilità Ferrante incalza: “evidentemente l’assessore Martelli conosce poco l’articolo 30 della convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità che incoraggia e promuove la partecipazione delle persone con disabilità alle attività sportive” e “forse non sa – prosegue che lo sport per persone disabili è lo strumento migliore non solo per la riabilitazione ma soprattutto per l’inclusione sociale, infatti è anche uno strumento per socializzare, abbattere i pregiudizi e fare nuove amicizie. La disabilità – conclude - è la prima causa di impoverimento al mondo e non ci sembra che il comune, come abbiamo specificato, abbia messo in campo risorse specifiche per andare incontro a tale iniziativa sportiva. Ci aspettiamo concretezza”.

"Già la scorsa estate era stato fatto presente all’assessore comunale e al Coni che i bambini e i ragazzi con disabilità non potevano fare attività senza un’assistenza e anche quest’anno nell’avviso aperto ad un massimo di mille partecipanti soltanto 10 posti sono riservati ai minori appartenenti a nuclei familiari che vivono un disagio sociale, condizione che non corrisponde certamente solo ad uno stato di disabilità”, denuncia quindi Portinari.

"A distanza di un anno nonostante la nostra associazione abbia sollecitato di aprire l’attività ai bambini e ai ragazzi disabili, nulla è cambiato anzi, aumentando il budget, si assiste ancora una volta ad un trattamento discriminatorio, perché gli sport elencati non possono essere praticati da tutti. La maggior parte dei bambini con autismo, infatti - prosegue -, può praticare soltanto il nuoto e non la corsa campestre, ma gli assistenti non potranno essere presenti alle Naiadi e alla piscina provinciale e quindi molti bambini resteranno fuori".

"Uno scivolone dell’assessore Martelli che denota l’assenza di attenzione per le persone disabili. Siamo basiti dal perpetuarsi della mancanza di sensibilità, che non andrebbe sollecitata ogni volta ma dovrebbe essere un modus operandi di amministratori che hanno a cuore tutti i cittadini. Ci sentiamo offesi - conclude per tali comportamenti che escludono dal mondo dello sport le persone con autismo e le loro famiglie e in generale le persone con disabilità”.

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