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Sanità, la minoranza parla di un buco da 200 milioni nelle Asl abruzzesi e la Verì smentisce

Il capogruppo del Pd Paolucci e quello del M5s Taglieri accusano la maggioranza parlando di una gestione pessima e senza programmazione, l'assessore replica: "Avranno poteri divinatori, ma a parlare sono i fatti"

Tra maggioranza e minoranza si riapre lo scontro sui conti della sanità. I capogruppo regionali del Partito democratico e del Movimento 5 stelle Silvio Paolucci e Francesco Taglieri parlano di un buco che va dai 200 e i 300 milioni di euro per le quattro Asl abruzzesi con tanto di rischio di commissariamento. Dall'altra parte l'assessore regionale Nicoletta Verì che smentisce le dichiarazioni e si chiede se chi lancia allarmismi abbia poteri divinatori dato che, sottolinea, “gli equilibri di bilancio vengono certificati dal Tavolo di monitoraggio nella primavera successiva all’anno di riferimento: vale a dire che il responso sul 2022 lo avremo solo nella primavera 2023”. Una storia che si ripete ogni anno, aggiunge, “venendo sistematicamente smentiti dai fatti e dalle certificazioni dei tecnici del ministero”.

Da parte loro sia Paolucci che Taglieri parlando di un buco tale da rappresentare il 10 per cento del fondo sanitario abruzzese e creatosi, aggiungono, perché il governo di centrodestra ha lasciato a zero la programmazione. “Da tre anni l’Abruzzo non ha né piano, né rete sanitaria, gli unici atti sono quelli della giunta di centrosinistra e le risorse per gli investimenti (edilizia e pnrr-piano nazionale di ripresa e resilienza) sono congelate in attesa di conoscere come debbano essere impiegate”, dichiara Paolucci che sottolinea come, tra l'altro, l'Abruzzo registri una “crescente mobilità passiva che porta e porterà sempre più abruzzesi a curarsi fuori regione”. A questo si aggiunge il fatto che “nelle Asl non si compra più nulla e lo dimostrano le varie proteste, ultima, solo in ordine di tempo, quella a L’Aquila per denunciare carenze di personale e di dispositivi, come la mancanza dei cateteri venosi che ha persino fermato l’attività della radiologia interventistica ad Avezzano; non si affronta l’endemico sovraffollamento dei pronto soccorso, sempre più trincee per medici, personale sanitario e pazienti e si tagliano sempre di più i servizi di emergenza alle aree interne, lasciando così scoperto il diritto alla tempestività della cura che tutti devono avere”. I fondi, conclude, ci sono: “solo nel triennio attuale, 300 milioni ulteriori di fondi correnti, più le risorse del pnrr e gli oltre 400 milioni per l’edilizia sanitaria che la maggioranza ha deciso coscientemente di ibernare, in assenza dell’adozione degli atti di programmazione”.

Una gestione quella della sanità per cui il centrodestra “ha navigato a vista per 42 mesi”, aggiunge Taglieri. “Nessun atto di programmazione reale, nessun piano sanitario, nessun piano territoriale. Zero visione e ottimizzazione delle risorse”, rimarca parlando di un servizio ormai “scadente” e dicendosi certo che “ora ci sarà la corsa per attuare misure di rientro che, nella vita reale, si tradurranno in ulteriori tagli a personale e servizi. Manovre di lacrime e sangue, quindi, dove a farne le spese saranno, come sempre, gli utenti finali”. Lo spettro dunque, aggiunge, è quello del commissariamento con “i conti continuano a sprofondare nell’abisso e così il diritto alla salute di migliaia di abruzzesi. Questa è la sanità a firma centrodestra: un fallimento certificato a cui si risponde con un’arroganza fuori da ogni logica di buonsenso”, chiosa. “Alcune segnalazioni che ci sono pervenute, inoltre, ci raccontano di circolari interne per gli operatori del cup in cui viene fatto divieto di dire ai cittadini che non ci sono calendari disponibili per alcune visite diagnostiche, ma bisogna solo comunicare l’impossibilità di prenotare per mancanza di disponibilità nel breve periodo. E’ inaccettabile che chi viene pagato per dare risposte e trovare soluzioni, invece si riduca a trovare escamotage mettendo in difficoltà operatori e personale che devono avere a che fare con l’utenza che, a ragione, è sempre più arrabbiata”, conclude Taglieri.

Dichiarazioni quelle dei capigruppo che non hanno ragione di esistere controbatte Verì. “Puntuali, come ogni anno in questo periodo, le minoranze scatenano il solito allarme sui conti della sanità, agitando lo spettro del commissariamento e introducendo un loro principio rivoluzionario nella contabilità – dichiara -: la chiusura dei bilanci annuali non il 31 dicembre, ma liberamente in un qualunque giorno dell’anno. E soprattutto prima dell’intesa Stato-Regioni che definisce il riparto del Fondo sanitario nazionale 2022 (e dunque le risorse disponibili), che ad oggi non è ancora arrivata”.

L’assessore rimarca quindi come i 200 milioni di cui parla l’opposizione siano calcolati (come ogni anno) sulle proiezioni “a chiudere” delle Asl, che si basano sui dati di bilancio al 30 giugno. “Un passaggio intermedio – aggiunge – che non tiene conto soprattutto del valore dei ricavi, normalmente definiti proprio nel secondo semestre dell’anno, che riguardano sia il valore della produzione, sia i risultati delle azioni messe in campo dalle Asl per efficientare la spesa, sia tutte quelle entrate (come i payback farmaceutico o della protesica) che non sono ancora calcolati, perché legati a provvedimenti statali”.

Verì ammette comunque che la situazione facile non è. ““Non dimentichiamo che i maggiori trasferimenti statali non hanno coperto i maggiori costi sostenuti per far fronte all’emergenza pandemica e che al momento non sono state neppure definite compiutamente le misure sull’aumento dei costi energetici, ad oggi tutti a carico del bilancio delle aziende sanitarie”, aggiunge sottolineando però che la Regione “è intervenuta fattivamente concordando piani con le singole aziende e confrontandosi sui tavoli nazionali insieme alle altre Regioni italiane, tutte alle prese con difficoltà simili. La Regione Abruzzo ha scelto, anche per il 2022, di non penalizzare gli investimenti su tecnologia e soprattutto sul personale, che in anni fin troppo recenti ha rappresentato la sola leva su cui si interveniva per far quadrare i conti, a scapito della qualità dell’assistenza”.

Quindi l'accusa della mancata programmazione cui replica così: “la nuova rete ospedaliera non è stata oggetto di ulteriori osservazioni da parte del ministero e siamo quindi in attesa del via libera definitivo, che porterà al successivo iter in consiglio regionale. Sulla rete territoriale, invece, sono già state avviate le fasi di confronto con le parti sociali ed entro dicembre sarà recepita con provvedimento, in linea con le scadenze stabilite dal ministero”.

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