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Nuova Pescara, l'attacco di Costantini (Azione): "Da quattro anni la Regione si rifiuta di trasferire i fondi ai Comuni"

Impensabile per il consigliere comunale che promosse il referendum della fusione, un rinvio al 2027 e il segretario regionale del partito Sottanelli si rivolge al Pd: "Basta ambiguità, prenda una posizione chiara"

“La Regione avrebbe dovuto versare 300mila euro l’anno, a partire dal 2018, per finanziare tutte le attività propedeutiche alla fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore. In quattro anni non ha versato un centesimo ed oggi si apprende che, per rimediare ai ritardi che ha intenzionalmente provocato, sarebbe intenzionata a spostare la fusione addirittura all’anno 2027. Il presidente della Regione deve prendere formalmente le distanze da questa azione, che sarebbe di vero e proprio sabotaggio della volontà popolare”. E' un vero attacco quello che Carlo Costantini, consigliere comunale di Azione al Comune di Pescara, rivolge all'ente anche già solo per l'ipotesi del rinvio di quella fusione di cui proprio lui fu promotore con il referendum popolare che vide il trionfo del “sì”.

Azione chiarezza la chiede anche al partito democratico regionale diviso, si legge in una nota, tra le posizioni del segretario regionale e di quello provinciale che spingono per una rapida fusione e le dichiarazioni “sconcertanti”, come vengono definite, del responsabile territorio provinciale Tommaso Di Biase. A spiegarle è il segretario regionale Giulio Sottanelli quando dichiara: “batta un colpo il Pd Abruzzo anche rispetto a posizioni sconcertanti emerse dal Circolo tematico sulla Nuova Pescara, in particolare da Tommaso Di Biase che prefigura addirittura una sorta di azzeramento, dimostrando di non conoscere le norme in campo”. “Deve essere chiaro a tutti che la macchina della fusione non è partita perché chi avrebbe dovuto si è rifiutato di mettere la benzina – conclude Costantini - e che, di conseguenza, la soluzione non è nel rinviare la partenza, ma nel finalmente mettere la benzina per partire e per rispettare la volontà dei cittadini e la stessa legge che ha messo a disposizione le risorse che da quattro anni la Regione si rifiuta di trasferire ai Comuni”.

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