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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Chiara presa di posizione dell'Udc in vista delle regionali: nessun veto sulle candidature, se ci sarà il partito non lo rispetterà

Il portavoce Gianfranco Giuliante rimanda al mittente la proposta del deputato dem D'Alfonso per una norma che impedisca il cambio di partito e il "no" della Lega al centrodestra sulla candidatura di assessori o ex assessori che hanno lasciato il Carroccio

L'Udc “candiderà chi vuole a prescindere”. Per il portavoce regionale dello Scudo crociato Gianfranco Giuliante la proposta del deputato dem Luciano D'Alfonso con cui si chiede una norma che eviti “le transumanze” partitiche non sta in piedi come discutibile è la polemica sorta a seguito delle dichiarazioni della Lega che ha posto un veto al centrodestra in vista delle prossime regionali: gli ex del partito che hanno ricoperto cariche di giunta per poi entrare in un'altra forza politica non devono essere candidati. Un veto che l'Udc dice chiaramente, non accetta e non rispetterà.

“L’acume politico di Luciano D’Alfonso normalmente non ha bisogno dell’utile 'insipienza' di proposte giuridicamente irricevibili e politicamente inattuabili. Ma se capita ne approfitta, anche quando la sua proposta lo costringe a 'sbavature' che normalmente non gli appartengono – dichiara Giuliane. Si può ipotizzare che nei primi sei mesi della prossima legislatura si stabilisca una norma che impedisca agli eletti il transito da una lista a un’altra senza che lui, che può – incalza - si sia reso promotore e abbia ottenuto la modifica dell’articolo 67 della Costituzione? Oppure ritiene che ci possa essere dicotomia tra parlamentare e consigliere regionale lasciando il primo senza vincolo di mandato e che al secondo venga imposto un mandato imperativo come previsto nelle costituzioni del Bangladesh e dell’India?”, si chiede non nascondendo il sarcasmo il portavoce Udc.

“Ciò premesso – sottolinea Giuliante parlando del veto alle regionali imposto dalla Lega - la sua ipotesi ha perlomeno il pregio di cogliere esigenze generali e non è ridotta al 'perimetro peloso' degli ex assessori. É normale chiedere al presidente della Regione di prestarsi alla elisione dell’articolo 51 della Costituzione che tutela l’elettorato passivo impedendo a chi ne ha diritto di candidarsi dove ritiene più opportuno peraltro alla fine di un mandato? E se il sacro fuoco dell’etica e della coerenza arde così forte nei cuori leghisti perché non chiedere qui e ora la rimozione

dalla giunta dell’ex esponente leghista mentre si preferisce rimandare a tra sei mesi

la punizione chiedendo ad altri di infliggerla? Forse per problemi di surroga?”, prosegue riferendosi chiaramente all'assessore Nicola Campitelli che pur avendo lasciato il Carroccio ha mantenuto le deleghe.

“Se il presidente Marsilio rispondesse che per i 'trasformisti' intende utilizzare il metodo D’Eramo che ha accolto in Abruzzo nel gruppo Lega un parlamentare eletto nel Movimento 5 Stelle, lo ha fatto dirigente di partito e lo ha candidato alle successive elezioni nella lista Lega cosa gli si potrebbe rispondere? La verità è più semplice: si parla a nuora affinché suocera intenda”, chiosa chiedendosi se a dover intendere non sia l'attuale assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì.

“Intanto l’Udc, per quel che vale – ribadisce e conclude -, non accetterà sindacati ispettivi sulle proprie liste e candiderà chi vuole a prescindere”.

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