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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

La controreplica di Blasioli e Pagnanelli ad Ambiente Spa sui mezzi fermi: "Mancano risposte dai Comuni di Pescara e Città Sant'Angelo"

Il consigliere regionale e il consigliere comunale del Partito Democratico replicano all'avvocato Toppetti del cda di Ambiente Spa in merito ai mezzi appena acquistati e fermi

Controreplica del consigliere regionale Antonio Blasioli e del consigliere comunale Francesco Pagnanelli del Pd in merito alla questione dei mezzi di Ambiente Spa appena acquistati e ancora fermi nei depositi. L'avvocato Toppetti, a nome del cda dell'azienda pubblica, aveva spiegato che vi sono stati dei problemi relativi ai ritardi nelle consegne e ad alcune difformità emerse in fase di collaudo, ma i consiglieri di centrosinistra hanno voluto replicare spiegando che le risposte che si chiedevano non sono arrivate dalle amministrazioni comunali di Pescara e Città Sant'Angelo ed in particolare dal sindaco Masci al quale era stata presentata una specifica interrogazione:

"È da lui quindi che pretendiamo risposte, mentre l’amministrazione al momento ha deciso di rimanere silente. Tuttavia, nel frattempo, la risposta a mezzo stampa della consigliera delegata di Ambiente spa, Valeria Toppetti, ha confermato molti degli aspetti da noi evidenziati. 

Innanzitutto la confusione della governance aziendale. Ci saremmo aspettati infatti una risposta dal presidente Massimo Galasso, legale rappresentante dell’azienda e per questo titolato a rappresentare l’intero cda. Il fatto che invece la risposta sia arrivata, con tanto di carta intestata di Ambiente, dalla consigliera Toppetti, conferma una realtà emersa dagli articoli di stampa usciti nelle scorse settimane, ovvero gli scontri interni al cda tra le componenti di maggioranza. Fermo restando che restiamo in attesa di risposte dal sindaco Masci, a fronte di questa uscita in solitaria della Toppetti saremmo curiosi di sapere cosa pensa della vicenda da noi denunciata il presidente Galasso."

Per quanto riguarda i tempi di consegna, i consiglieri sottolineano come le tempistiche dichiarate dalla Toppetti dimostrino ulteriori ritardi rispetto a quelli da loro indicati, quindi si tratta di 18 mesi dall'aggiudicazione.

"Una tempistica che senza dubbio non rispetta i tempi di consegna dichiarati in sede di offerta dall’aggiudicataria. La consigliera Toppetti, tra l’altro, dopo aver dedicato la prima parte del comunicato a giustificare il ritardo nella fornitura, dichiara che “saranno applicate le penali previste”. Una versione sembra smentire l’altra. Le penali per i ritardi sono applicabili oppure no, considerate le cause di “forza maggiore” elencate con dovizia di particolari e anche di sentenze giudiziarie? E come si conciliano le difformità riscontrate rispetto alla prevista risoluzione automatica (art. 11 del capitolato)? 

Toppetti infatti afferma come “i collaudi hanno evidenziato delle non conformità sui mezzi stessi, difformità che hanno reso impossibile l’accettazione tout court degli stessi nello stato attuale”. In sostanza avvalora quanto da noi denunciato, cioè che i mezzi sono stati consegnati non solo in ritardo ma sono anche difformi rispetto alle condizioni contrattuali, sebbene nella parte finale del comunicato definisca le nostre critiche “pretestuose”.

Dal comunicato registriamo poi l’intenzione di Ambiente di addivenire a una transazione con la ditta fornitrice che possa prevedere “l’eliminazione ovvero, nel caso in cui non fosse possibile, la forte mitigazione delle non conformità dei mezzi consegnati, con spese a carico del fornitore”. Tuttavia, si tratta di circostanze ben diverse: un conto è l’eliminazione delle difformità, un altro la “forte mitigazione”. Davanti a una prospettiva di questo genere, la transazione rischia infatti di generare costi doppi per l’azienda (e quindi per i cittadini), in quanto Ambiente potrebbe incappare nei ricorsi giudiziari da parte delle altre due ditte che parteciparono al bando e che vedrebbero ampiamente lese le condizioni di partenza, trovandosi costretta in caso di sconfitta a pagare persino i danni alle ditte escluse."

Secondo Blasioli e Pagnanelli, ci si trova davanti ad un tentativo del cda di rimediare ad un bando nato male e la consigliera Toppetti non ha nemmeno spiegato quali difformità sarebbero emerse:

"Ricordiamo, infine, come alla base della nostra denuncia vi sia esclusivamente la volontà di vederci chiaro. Al fine di offrire un servizio efficiente e garantire ai dipendenti il pieno rispetto delle regole del codice della strada e della sicurezza sul lavoro, la società preposta alla raccolta rifiuti deve infatti poter contare su un parco mezzi idoneo, adeguato e sicuro, senza però gravare inutilmente sulle spalle dei contribuenti. Mezzi non conformi alle richieste del bando possono davvero rispondere alle esigenze di Comuni e lavoratori?"

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