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Bambini senza pediatra di libera scelta, Blasioli (Pd): "Famiglie lasciate sole nel pieno della pandemia"

Il consigliere regionale del Pd si fa portavoce dei tanti genitori che reclamano l'impossibilità di avere un pediatria dopo i pensionamenti di altri due medici

Tiene ancora banco il tema relativo alla carenza dei pediatri di libera scelta nella Asl di Pescara.
Sul caso interviene anche il consigliere regionale del Pd, Antonio Blasioli, dopo le numerose segnalazioni che gli sono pervenute.

«Anche a Pescara bambini senza pediatra di libera scelta e famiglie lasciate sole nel pieno della pandemia», scrive Blasioli riguardo ai medici che si sono trasferiti di recente o che sono da poco andati in pensione.

«In questo periodo di emergenza sanitaria ritengo sia una situazione gravissima», spiega l'esponente democratico, «perché tante famiglie si trovano, senza essere state avvisate né dal proprio pediatra né dalla Asl, prive di una figura medica fondamentale per la tutela della salute dei propri bambini. Porto un caso di esempio, tra i molti che mi sono stati riferiti: una mamma ha scoperto, per caso parlando con un conoscente, che il suo pediatra di riferimento è andato in pensione il 31 dicembre 2021. Lei non ha ricevuto nessuna comunicazione dalla Asl, né dal pediatra stesso, il quale si è limitato ad appendere un avviso a riguardo fuori la porta del suo studio. Sul portale Abruzzo Sanità l’unico pediatra di libera scelta che risulta disponibile per la sostituzione è in realtà un altro medico andato in pensione a fine dicembre. Al distretto sanitario di Via Rieti questa mamma non riesce a contattare telefonicamente nessuno, telefono staccato o che squilla a vuoto, non potendosi recare lì di persona perché è in quarantena. Solo dall’Urp della Asl ha ottenuto una risposta proforma per email, del tipo “inoltreremo la sua segnalazione all’ufficio di competenza».

Il morale della favola? Lo spiega così Blasioli: «Bambini sprovvisti di una figura di cura proprio in un periodo in cui di cure potrebbero avere più bisogno e famiglie costrette a rivolgersi a operatori privati (con uno sforzo economico aggiuntivo richiesto ai genitori) oppure costrette a scegliere un medico di famiglia per i loro figli, quando invece dovrebbero avere come riferimento medico uno specialista nella branca della medicina specifica per i bambini. Ho inviato una nota ai vertici della Asl di Pescara per chiedere che questa situazione venga risolta urgentemente, ma credo sia doveroso lanciare l’allarme anche a mezzo stampa sull’assenza di questo tipo di assistenza specifica ai bambini che, a mio parere, potrebbe configurarsi come un’interruzione di pubblico servizio. I bambini più piccoli non possono vedersi negare il diritto alle cure mediche gratuite che gli dovrebbe garantire il Servizio sanitario nazionale ed essere costretti a rivolgersi alla sanità privata. Al direttore generale, Vincenzo Ciamponi, e al direttore sanitario, Antonio Caponetti ho chiesto esplicitamente se sia prevista, così come avvenuto per l’ambito di Scafa e per quello Montesilvano/Cappelle, l’individuazione di una carenza nell’ambito comunale di Pescara, o comunque quali strumenti abbia intenzione di mettere in campo la Asl di Pescara per fronteggiare questa problematica. Occorre agire tempestivamente e prevedere professionalità che garantiscano la continuità assistenziale alle famiglie e ai loro piccoli, l’emergenza coronavirus insegna che il personale sanitario, a tutti i livelli, non può e non deve mancare e i genitori devono poter “scegliere” il pediatra a cui affidare i loro figli».

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