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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia

Nei primi due mesi dell'anno 119 morti sul lavoro in Italia, Abruzzo in zona rossa

Impietosi i numeri dell'osservatorio Vega: 19 morti in più rispetto a gennaio-febbraio 2023, incidenza più elevata tra over 65 e stranieri

In Italia, nei primi due mesi del 2024 si contano già 119 morti sul lavoro, 19 in più rispetto a fine febbraio 2023.
A dirlo, come riferisce l'agenzia Dire, è l'osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega di Mestre.

E per il suo presidente Mauro Rossato si tratta di un «incremento è più che allarmante quando si parla esclusivamente di morti avvenute in occasione di lavoro: +24,7%».

Oltre ai numeri, aggiunge, «ciò che colpisce è l'incidenza di mortalità più elevata tra gli over 65 e, come accade negli ultimi anni, anche il dato relativo all'incidenza di mortalità dei lavoratori stranieri: ancora più che doppia rispetto agli italiani». A finire in "zona rossa" a febbraio 2024 con un'incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 3,9 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige e Calabria. In zona arancione: Puglia, Sicilia, Campania, Abruzzo e Piemonte. In zona gialla: Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Toscana, Sardegna, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria e Marche. In zona bianca: Umbria, Veneto, Basilicata e Molise. Anche nel primo bimestre dell'anno l'Osservatorio mestrino elabora l'identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d'età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati). Un dato, quest'ultimo, che continua a essere ancora preoccupante tra i lavoratori più anziani, si mette in evidenza. Infatti l'incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (13,4), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (6,5

Secondo i dati, gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel mese di febbraio sono 21 su un totale di 91. Con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere più che doppio rispetto agli italiani. E infatti gli stranieri registrano 8,8 morti ogni milione di occupati, contro i 3,3 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro. Del totale delle 119 vittime, 91 sono avvenute in occasione di lavoro (18 in più rispetto a febbraio 2023: +24,7%) e 28 in itinere (una in più rispetto a febbraio 2023). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (17). Seguono: Lazio (otto), Trentino-Alto Adige, Piemonte, Emilia-Romagna e Campania (sette), Sicilia, Puglia e Toscana (sei), Veneto e Calabria (quattro), Marche, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Liguria e Sardegna (due), Valle d'Aosta e Umbria (uno). All'inizio del 2024 è sempre il settore delle Costruzioni a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 16. È seguito da Trasporti e Magazzinaggio (nove), dal Commercio e dalle Attività Manifatturiere (sette). La fascia d'età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (33 su un totale di 91). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a febbraio 2024 sono quattro, mentre cinque hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 21, mentre sono nove quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il lunedì risulta essere il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo bimestre dell'anno (22).

Le denunce di infortunio totali crescono del 7,2% rispetto a febbraio 2023. Erano, infatti, 86.483 a fine febbraio 2023, nel 2024 sono passate a 92.711. "Dopo il tragico boom delle denunce di infortunio in tempo di Covid (tra il 2020 e il 2021), tra il 2022 e il 2023 le denunce sono diminuite in modo più che significativo proprio in seguito della fine dell'emergenza sanitaria. Ora, però, sottolinea il presidente Mauro Rossato, i decrementi "gonfiati" dalla conclusione della pandemia lasciano purtroppo lo spazio a un nuovo incremento in cui non ci sono più virus a giustificare la preoccupante tendenza, ma solo l'insicurezza sul lavoro nel nostro Paese". Anche a fine febbraio del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (9.971); seguono: Sanità (4.869), Costruzioni (4.635), Trasporto e Magazzinaggio (4.304) e Commercio (4.254). Le denunce di infortunio delle lavoratrici a febbraio 2024 sono state 33.902, quelle dei colleghi uomini 58.809. Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono state 79.917 a febbraio 2024: 52.465 sono gli uomini e 27.452 le donne. Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 64.545, mentre degli stranieri sono 15.372. La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 20.264 denunce (il 21,9% del totale). L'incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l'attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

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