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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Incensi e profumi potenzialmente cancerogeni e bigiotteria falsa, maxi sequestro della guardia di finanza [FOTO]

Sono complessivamente 23mila gli articoli sequestrati tra incensi, profumi, orecchini, bracciali, collane, anelli e diversi preziosi falsi

Maxi sequestro di articoli ritenuti non sicuri e falsi da parte della guardia di finanza di Pescara.
Sono più di 23mila, tra incensi e profumi per ambienti potenzialmente cancerogeni, e poi orecchini, bracciali, collane, anelli e diversi preziosi falsi, e forse tossici, i prodotti non in regola con la normativa sull’etichettatura rinvenuti e sequestrati dalle fiamme gialle.

L'operazione dei finanzieri del Comando provinciale pescarese hanno agito nell’ambito del piano d’azione “Stop Fake”, a tutela dei consumatori e della salute pubblica contro il commercio del tarocco e la riproduzione illecita dei beni.

In particolare, bastoncini d’incenso per ambienti, di varie fragranze e colori, ritenuti non conformi ai criteri previsti dal Codice del Consumo e pericolosi per la salute, a causa del rilascio, in fase di combustione, di sostanze altamente tossiche e irritanti per le vie respiratorie. Componenti che, in varie forme, possono dar luogo persino a problemi polmonari, peggiorando i sintomi dell’asma. Ma possono anche provocare vertigini, irritazione degli occhi, mal di testa e perdita di memoria.

Inoltre, i pezzi di bigiotteria, sequestrati per mancanza di packaging adeguato e di informazioni sull’eventuale uso, nella loro realizzazione, di materiale tossico del tipo nichel, posti a contatto con la pelle possono scatenare molte reazioni allergiche per la presenza di elementi organici vietati dalla legge europea, perché provocano eczemi e arrossamenti. I prodotti non sicuri sono stati trovati esposti in vetrina o sugli scaffali, fra la merce venduta regolarmente da un giovane negoziante, cittadino del Bangladesh, durante le ispezioni condotte dai finanzieri nei confronti di negozi casalinghi e bigiotteria. Le indagini infatti, partite dall’analisi dei flussi merceologici provenienti dall’estremo oriente, hanno permesso di mappare le attività delle società locali, quantificandone il rischio di contraffazione. La diagnosi investigativa e il conseguente seguito sul falso destinato al territorio della provincia, hanno portato, quindi, a intervenire con sopralluoghi nei punti vendita. Il legale rappresentante della società è stato segnalato alla Camera di Commercio competente per detenzione a fini di vendita di prodotti contraffatti. Nei suoi confronti è stata contestata una violazione amministrativa punita con una sanzione pecuniaria di oltre 25mila euro.

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