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Cronaca

In viaggio dall'Ucraina alla Romania con un bimbo di sei giorni

A raccontare la storia di Olga è sua madre Svitlana che è riuscita a tornare a Pescara da Kiev poco prima dello scoppio della guerra: "Sono preoccupata. Ogni giorno vediamo atrocità indescrivibili"

Svitlana Vapniaurk, è riuscita a fuggire dalla guerra e arrivare in Italia ma ora attende, con ansia, che la figlia Olga, che il viaggio verso la salvezza lo ha intrapreso con il suo bimbo di soli sei giorni, la chiami dalla Romania, dove si è diretta. A raccontare la storia è l'Adnkronos. Svitlana, ucraina nata a Zaporizhzhia, la città salita alle cronache internazionali dopo l'occupazione surssa delle sua centrale nucleare, è riuscita a lasciare Kiev poco prima che iniziasse l'inferno “ma il mio cuore – dice all'agenzia di stampa - è con i miei connazionali che soffrono e che combattono”. Sua figlia, come tanti altri, sta cercando di raggiungere l'Unione Europea. “Sono molto preoccupata – spiega Svitlana -: ha dovuto mettersi in viaggio con suo figlio dopo soltanto sei giorni dalla nascita del piccolo, dopo il parto, con gelo e neve. Spero che raggiunga al più presto un luogo sicuro”. Con lei c'è il suo compagno, Giovanni Palombini, arboricoltore di Pescara che, in questo momento difficile, le resta accanto. “Ogni giorno sappiamo di cittadini e bambini morti. E' orribile sapere della mia gente che scappano, dei miei amici che soffrono”, aggiunge la donna che sul suo smartphone contiuna a ricevere video dei combattimenti dai suoi amici. “Atrocità indescrivibili”, chiosa. “Mi ritengo fortunata rispetto a tanti miei compatrioti. In Abruzzo ho trovato amici veri e non smetterò mai di ringraziarli. Spero che tanti altri come me possano ricevere la stessa accoglienza in Italia”, conclude.

Oggi, 8 marzo, e sue amiche hanno deciso di regalarle una serata di svago per tentare, almeno per qualche ora, di dimenticare l'orrore. Lei ha voluto ricambiare il calore che riceve donando una cassetta di fiori alle sue amiche, in segno di pace e fratellanza. “Si tenta di tornare per un attimo alla vita quotidiana, cercando un sorriso, tra selfie da inviare a familiari e parenti per rassicurarli – aggiunge il suo compagno che avrebbe dovuto sposarla a Kiev -. Immancabile la bandiera dell'Ucraina che compare nelle foto di gruppo”. “Siamo tutti europei e per questo dobbiamo essere uniti e stringerci intorno a questa tragedia - conclude Svitlana -. L'unica speranza è che l'incubo finisca presto”.

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