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Domenica, 28 Aprile 2024
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La richiesta dell'Uil Pa polizia penitenziaria a Marsilio: "Riportare il provveditorato a Pescara"

Il segretario generale Uil Pa polizia penitenziaria Abruzzo Ruggero Di Giovanni ha scritto al presidente della Regione per chiedere di riportare a Pescara il provveditorato dell'amministrazione penitenziaria

Riportare a Pescara il provveditorato dell'amministrazione penitenziaria. La richiesta arriva da dalsegretario generale Uil Pa polizia penitenziaria Abruzzo Ruggero Di Giovanni che ripercorre la vicenda che portò allo spostamento dell'ufficio direzionale:

"Costò la bellezza di svariati milioni di euro e non è stato utilizzato per gli scopi prefissati. Stiamo parlando del riattamento della vecchia sede del provveditorato dell'amministrazione Penitenziaria a Pescara. Quando sembrava che i nuovi uffici potessero andare incontro alle esigenze dei vari operatori, il decreto n.84 del 2015 decretò la soppressione del provveditorato pescarese con contestuale annessione delle dinamiche amministrative delle sue istituzioni penitenziarie a quello di Roma. Mai scelta è stata da noi ritenuta più infelice di quella partorita in quel contesto. Scelta che la Uil Pa polizia penitenziaria ha subito condannato, denunciandone i possibili risvolti senza però essere stata mai ascoltata né dai dirigenti dell'amministrazione penitenziaria nè tantomento dai rappresentanti della politica regionale di allora.

Che si è trattata di una scelta sbagliatissima se ne sono accorti nel tempo tutti gli operatori penitenziari, nessuno escluso. Prova ne è stato il tracollo al quale hanno soggiaciuto le carceri abruzzesi e molisane e che tanto ha fatto parlare di sè la cronaca in questi anni. Ora, però, le cose potrebbero cambiare e in meglio. Il tutto semprechè la volontà di riportare il Prap a Pescara, così come sostenuto ed auspicato dal nostro sindacato, venga seguita ed appoggiata dalle istituzioni locali e regionali."

Il decreto legge 22 giugno 2023 75 articolo 14 comma 8, spiega Di Giovanni, rileva l’esigenza prioritaria di riorganizzazione dell’apparato strutturale dell’amministrazione penitenziaria con l’implementazione di un posto
dirigenziale generale correlato all’istituzione, di un nuovo e autonomo provveditorato regionale, ove far confluire 16 istituti penitenziari delle regioni Marche, Abruzzo e Molise che attualmente rientrano nelle competenze territoriali, eccessivamente ampie, degli attuali provveditorati dell’Emilia Romagna- Marche e del Lazio - Abruzzo e Molise, che si occupano della gestione di complessivi 40 istituti penitenziari, con aree di intervento ad elevato rischio professionale.

"Adesso però appare dal nulla la proposta del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria di far confluire gli istituti dell'Abruzzo e Molise si in un nuovo provveditorato, ma diverso da quello immaginato in fase di stesura del decreto, ovvero Umbria, Abruzzo e Molise con sede a Perugia; allontanando di svariati km la sede dirigenziale insomma un vero e proprio scippo all'Abruzzo, ai poliziotti penitenziari abruzzesi ed alla città di Pescara.

La Uil Pa polizia penitenziaria consapevole che questa scelta aggraverebbe, se possibile, la drammatica situazione degli istituti di pena abruzzesi in considerazione della paventata possibilità di risolvere l'annosa questione,
invita tutti a non perdere questa importante occasione e a far sì che Il provveditorato dell'amministrazione penitenzaria venga riportato negli uffici del plesso ristrutturato di Pescara, tra l'altro immediatamente utilizzabile in quanto di proprietà dell' amministrazione penitenziria. Pertanto invitiamo pertanto il Presidente della Regione Marsilio a farsi carico dell'opportunità concessa cogliendo l’importanza di riportare un provveditorato
dell’amministrazione penitenziaria in Abruzzo."

Abbiamo reparti sotto organico, sezione stracolme di detenuti ingestibili, agenti stremati costretti a doppi e tripli turni sovente senza riuscire a programmare la propria vita privata. Adesso la politica abruzzese può e dovrebbe cercare di dare una risposta a tutti i lavoratori del mondo penitenziario che da umili servitori dello stato non meritano di dover subire questa ennesima ingiustizia."

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