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"Devastata dalle ruspe l'area dunale protetta per i fuochi di Sant'Andrea": la denuncia delle associazioni ambientaliste [VIDEO]

Il tam-tam è partito dalla Lega Navale ed è arrivato alle attiviste de Le Pine, Italia Nostra e il Wwf con quest'ultimo che ha presentato un esposto per chiedere lo stop dei lavori al fine di verificare se i mezzi abbiano valicato il limite previsto dall'ordinanza che ha autorizzato i lavori. Anche se così non fosse sarebbe comunque, tuonano, "una devastazione"

La segnalazione è arrivata dai cittadini e dalla Lega Navale e le prime a denunciare ciò che stava avvenendo sono state “Le Pine”, il nome con cui sono conosciute le due attiviste ambientaliste Isabella Micati e Simona Barba, quest'ultima anche componente della sezione pescarese di Italia Nostra. In pochi minuti la notizia è arrivata ovunque e alla fine il Wwf ha inviato un esposto alle autorità competenti perché si proceda con tutte le verifiche del caso per individuare, qualora ci fossero, gli eventuali responsabili.

A gettare tutti nel panico prima e nello sconforto dopo è stata la presenza questa mattina (venerdì 28 luglio) delle ruspe nell'area dunale antistante la Madonnina. Lavori di sbancamento per far sì che si possano svolgere i fuochi pirotecnici della festa di Sant'Andrea così come previsto dall'ordinanza 85 del 27 luglio dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Centrale di Ancona che ha competenza anche sul porto di Pescara. Ordinanza che però vieta esplicitamente l'ingresso nell'area dunale. È su questo che ora si chiede di fare chiarezza e cioè sul se il limite sia stato o meno valicato. Proprio perché lo si verifichi il Wwf ha quindi chiesto di fermare i lavori.  Anche se così non fosse, aggiunge Barba per conto di Italia Nostra, il danno ormai sarebbe comunque fatto. Questo perché, spiega a IlPescara, anche solo creare dei muri di sabbia attorno all'area protetta cambierebbe lo stato dei luoghi. Luoghi delicatissimi, precisa. Questo senza dimenticare che una volta svoltosi lo spettacolo pirotecnico sempre lì finirebbero tutti i residui degli stessi. Quella che campeggia davanti alla Lega Navale, sottolinea, è più della “duna del Fratino” come noi la conosciamo. Quello è un vero è proprio “parco delle dune” e dunque un'area “particolarmente protetta dove c'è della vegetazione dunale molto rara che come habitat è protetta dalla legge. Questo litorale – incalza Barba – è sottoposto a vincolo e sono vietati i lavori che vanno a modificare lo stato dei luoghi e invece è quello che si sta facendo con la ruspa in questo momento. Le immagini parlano chiaro”.

Le immagini arrivano anche alla nostra redazione ed è proprio negli spazi della Lega Navale che incontriamo Marco Dainese, istruttore di vela  che ha immortalato la situazione e chiesto anche spiegazioni a chi quei lavori li sta facendo. Ordinanza alla mano anche lui sottolinea come in quell'area le ruspe non dovrebbero esserci. Limite che anche secondo lui sarebbe stato valicato. L'ordinanza in questo senso è chiarissima: “le attività non dovranno comunque interessare l’area denominata “Parco naturalistico dell’ambiente della sabbia e delle dune-area nidificazione del fratino” per come indicato nel Piano demaniale regionale e nel piano demaniale Comunale di Pescara”. Insomma, aggiunge il Wwf, i lavori al massimo dovevano essere fatti sulla battigia. Per questo l'associazione ha scritto alla direzione marittima di Pescara e comando provinciale dei carabinieri forestali. Se si è andati oltre lo si dovrà verificare, ma certo è che per l'associazione resta “assurdo” il fatto “che per mezz’ora di fuochi colorati in cielo si mandino in fumo anni di tutela dell’ambiente. Al di là dell’individuazione degli eventuali colpevoli – rimarca l'associazione -, i lavori vanno fermati”.

Raggiunta telefonicamente da IlPescara la presidente del Wwf Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco spiega come quell'area sia una delle dune che interessano la zona. Quella che negli anni la vegetazione “stava conquistando” dando ance utilità nel “trattenere il mare”. Ribadisce anche lei come si tratti di una vegetazione, come ad esempio il giglio di mare Pancratium maritimum che fiorisce ad agosto, con un ciclo biologico molto breve viste le condizioni estreme in cui si sviluppa: “dalla primavera all'estate queste piante devono crescere, fiorire e produrre semi per espandersi. Ora hanno distrutto tutto”, chiosa ricordando che quell'area è anche quella dove l'associazione svolte attività didattiche con le scuole proprio per educare i ragazzi alla preservazione.

Un concetto ribadito anche da Barba quello dell'importanza e la delicatezza della vegetazione che cresce sulle dune. “Anche solo compattando la sabbia nel suo perimetro e qui ci sembra si sia andati ben oltre il perimetro le si impedisce di svilupparsi perché si tratta di un sistema dinamico”, spiega ancora. Tradotto: nel loro sviluppo, anche grazie al vento, si spostano così come accade ai semi che fanno così espandere l'area in cui la vegetazione attecchisce. “Mi chiedo – prosegue l'esponente di Italia Nostra – come sia possibile che nel 2023 sia ancora permesso fare queste manifestazioni con i fuochi pirotecnici che uccidono molti uccelli e terrorizzano gli animali domestici; e come si possano fare in uno spazio come questo. Possibile che se si devono organizzare lo si deve fare proprio nell'unico parco dunale presente in città?”, conclude non nascondendo l'amarezza.

“Il Wwf auspica a questo punto un intervento atto a verificare se ci sono stati illeciti ed eventualmente a punire chi li ha commessi ma soprattutto la immediata sospensione dei lavori – ribadisce ancora il Wwf -. Al di là del fatto che i fuochi pirotecnici in sé sono forieri di danni per l’ambiente e per la salute umana, è inconcepibile che per la mezz’ora di divertimento rappresentata dalle esplosioni colorate in cielo debbano essere mandati in fumo anni di tutela dell’ambiente. Senza dimenticare che, pur se il fratino da alcune stagioni non nidifica più in quell’area (allontanato presumibilmente proprio dalla eccessiva pressione antropica), continua a frequentarla anche per il foraggiamento, come dimostrano – conclude - le orme puntualmente trovate dagli attivisti Wwf nell’ambito del Progetto Salvafratino Abruzzo proprio nel tratto nel quale questa mattina sono intervenuti i mezzi meccanici”.

Per le associazioni quello che sta avvenendo del tratto di spiaggia davanti alla Madonnina, al di là di eventuali responsabilità, ha dunque solo un nome e quel nome è “devastazione”.

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