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In Abruzzo un anziano su tre passa più tempo del dovuto in ospedale e dietro c'è spesso il dramma della solitudine

Il dato emerge da un'indagine Fadoi: nell'87,5 per cento dei casi è proprio l'assenza di un familiare o di un badante la ragione per cui la degenza si prolunga

In Abruzzo un anziano su tre passa una settimana più del dovuto in ospedale. Il dato emerde da un'indagine Fadoi pubblicata dall'agenzia Ansa.

Se il fenomeno per la Regione si traduce in 31 milioni di euro di spesa extra con il peso che ricade indebitamente sulla sanità pubblica a causa delle carenze del sistema di assistenza sociale, ma anche dei servizi territoriali sanitari poco attrezzati alla presa in carico dei pazienti, a far riflettere è il perché della prolungata degenza. Dietro, nella gran parte dei casi c'è la solitudine. Secondo quanto emerge dall'indagine, infatti, nell'87,5 per cento la ragione è da ricercare proprio nel fatto che gli anziani abruzzesi non hanno nessun familiare o badante in grado di assisterli, mentre per il 6,2 per cento non c'è la possibilità di entrare in una Rsa.

Secondo quanto emerge, dalla data di dimissioni indicata dal medico a quella effettiva di uscita in Abruzzo un terzo degli anziani ricoverati passa oltre una settimana più del dovuto in ospedale quindi. Si va da 5 a 7 giorni in un altro terzo dei casi, mentre la restante quota va dai 2 ai 4 giorni in più di ricovero. Nei reparti di medicina, ma il discorso non cambia di molto negli altri, gli over 80 sono oltre la metà nel 66,7 per cento delle strutture, mentre nel restante 33,3 per cento la loro quota va dal 40 al 50 per cento.

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