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Il mercato resta sulla strada parco fino a dopo l'Epifania, poi si farà letteralmente in tre

La soluzione più plausibile è quella della creazione di tre nuovi mercati in tre zone del centro. Questo quanto emerso dal confronto tra gli operatori e l'assessore Cremonese. Insoddisfatta la richiesta del Comitato strada parco bene comune di partecipare, ma sulla decisione dice la sua e torna a criticare l'intero progetto della filovia

Due le notizie emerse dall'incontro avuto a Palazzo di Città tra l'assessore comunale al commercio Alfredo Cremonese e gli operatori del mercato della strada parco: nella collocazione storica resteranno fino a dopo l'Epifania, ma poi il mercato si farà in tre. Questa la soluzione su cui ci si orienta con quella di creare il nuovo mercato nel parcheggio che si trova dietro il complesso Le Naiadi che andrebbe tramontando. All'incontro aveva chiesto di partecipare anche il Comitato strada parco bene comune cui, fa sapere lo stesso, la possibilità non è stata data e che comunque torna a criticare le scelte fatte ribadendo che il mercato, a suo parere, dovrebbe rimanere dov'è e facendo ancora una volta il punto su lavori e messa a terra della filovia sollevando nuove obiezioni.

Il nuovo mercato, questo quanto emerso dall'incontro, si svolgerà sempre il mercoledì mattina, ma in centro e per la precisione nel parcheggio Michelangelo e cioè di fronte al Bingo che dunque sarà chiuso alle auto, quello di via Delfino Spiga per cui varrà la stessa regola, e in via Armando Diaz, l'unica dove si dovrà provvedere alla modifica della viabilità con nel complesso, sottolinea Cremonese, un impatto “scarsissimo” sul traffico cittadino. Una scelta questa per cercare di far sì che il mercato resti più vicino possibile all'attuale collocazione dato che, essendo ex novo, il timore è quello di perdere una clientela ormai più che fidelizzata.

Il Comitato strada parco bene comune critica ancora una volta la scelta e ribadisce il suo "no" alla filovia

Il Comitato, da parte sua, aveva avanzato la richiesta di partecipazione sottolineando in una pec di essere “titolare di un interesse giuridico qualificato alla partecipazione”. Una richiesta insoddisfatta, ma che non impedisce allo stesso di “prendere atto del malcontento opposto dagli ambulanti alle alternative precarie prospettate, che ha intanto persuaso l’amministrazione a procrastinare la soppressione del mercato al 10 gennaio 2024”. Lo “spacchettamento” del mercato è, afferma il Comitato “una soluzione pasticciata” che invece avrebbe conseguenze sulla viabilità nonché sulla qualità dell'aria e sullo status abitativo dei residenti delle tre zone dove sarà realizzato.

Resta dunque sbagliato per i cittadini che lo compongono e che hanno combattuto la loro battaglia nelle aule dei tribunali per dire “no” a quella filovia che invece, come sentenziato dal consiglio di Stato, alla fine si farà, dislocare il mercato del mercoledì anche perché, torna a dire, “le prove di funzionamento (cioè i collaudi) si potranno svolgere tutti i giorni della settimana con esclusione del mercoledì. Tanto meno si potrà sostenere, a cuor leggero, che 'l’attivazione dell’impianto di elettrificazione impedirebbe tassativamente la presenza di pedoni e ciclisti sulla strada segregata al passaggio esclusivo del filobus', tale da creare un’unica barriera architettonica invalicabile di 6 chilometri in piena area residenziale ad altissimo tasso antropico”.

“Ma non si era detto e ripetuto – incalza - che l’avvento del filobus non avrebbe comportato alcun disagio alla libera fruizione del Viale più frequentato e apprezzato dai pescaresi? Ora, pensate un po', si dovrà viceversa transennare tutto il percorso a fini di sicurezza, come d’altronde ha sempre sostenuto il Comitato consapevole del disastro compiuto a danno dei viali della città a più alta densità demografica e commerciale. Il misero stato dell’arte certifica in realtà il peccato originale irrisolvibile di un progetto calato dall’alto nel posto più sbagliato che c’è”.

Per loro vale quanto valeva prima e cioè che quella filovia andrebbe fatta da un'altra parte e l'occasione è quello di rinnovare la richiesta seguendo “gli utili suggerimento formulati dal Tar (Tribunale amministrativo regionale) di Pescara” che al Comitato aveva dato ragione con quella sentenza del consiglio di Stato che sarebbe invece stato “distratto – conclude - dai 'binari' immaginari di un tram su gomma troppo grande per le strade malamente destinate ad accoglierlo”.

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