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Istituto superiore di sanità: addio mascherine a scuole, ma non sarà così per tutti

Con un documento l'Istituto superiore di sanità suggerisce le nuove modalità di applicazione delle misure anti-contagio: il presidio sanitario resta per i fragili che sono più esposti allo sviluppo grave dell'infezione da covid-19

Stop alla mascherina a scuola eccetto che per docenti, studenti e personale Ata a fragili e dunque a rischio nel caso in cui dovessero contrarre il covid.

E' quanto stabilisce il documento curato dall'Istituto superiore di Sanità che per le categorie fragili decide ancora l'uso delle ffp2, oltre che misure in termini di igiene e sanificazione per cui anche i cambi d'aria all'interno delle strutture, dovrà essere frequenti. Indicazioni quelle dell'Iss e contenute nel documento “Indicazioni strategiche ad interim per preparedness e readiness a fini di mitigazione delle infezioni da sars-cov-2 in ambito scolastico (anno scolastico 2022-2023) che si sviluppano su due livelli in vista del ritorno tra i banchi che in Abruzzo sarà il 12 settembre: un'adeguata preparazione al rientro in aula e l'attivazione rapida delle misure in caso di bisogno.

Il testo suggerisce sia misure standard di prevenzione per l'inizio dell'anno scolastico, che tengano in considerazione il quadro epidemiologico attuale, sia ulteriori interventi da modulare in maniera progressiva a seconda della valutazione del rischio e al possibile cambiamento della situazione sanitaria. Per quanto concerne le misure di prevenzione di base, valide al momento della ripresa delle lezioni, il documento dell’Iss ha segnalato la possibilità di permanenza a scuola per chi è senza sintomi e/o febbre anche senza test diagnostico. Inoltre, resta valida l’importanza dell'igiene delle mani e viene segnalata ancora come significativa la modalità di protezione durante i colpi di tosse e gli starnuti.

Gli esperti hanno inserito tra i punti fondamentali per il rientro frequenti ricambi d'aria insieme alla sanificazione ordinaria (periodica) e straordinaria in presenza di uno o più casi confermati di covid. Consigliata anche la distanza di un metro se possibile all'interno della struttura e attenzione nei momenti di aggregazione e un sanificazione più frequenta in occasione di attività extracurriculari o laboratori. Infine, l'Iss ha indicato l’uso delle mascherine chirurgiche o ffp2, sia da fermi sia in movimento, da rivalutare nei diversi contesti e nelle varie fasi della presenza scolastica. Previsti anche la concessione di palestre o locali a terzi con l’obbligo di sanificazione, la somministrazione dei pasti nelle mense grazie a un metodo di turnazione e il consumo delle merende solamente stando al banco.

A quasi tre anni dall'inizio della pandemia, dunque, le misure restano sostanzialmente identiche ma l'installazione di impianti per il ricambio dell'aria rimane un traguardo ancora lontano. Nella maggior parte delle aule scolastiche il ricircolo continuerà ad avvenire solo aprendo le finestre.

In sostanza, nel testo si propongono da un lato misure standard di prevenzione per l’inizio dell’anno scolastico, che tengono conto del quadro attuale, e dall’altro, ulteriori interventi da modulare progressivamente in base alla valutazione del rischio e al possibile cambiamento del quadro epidemiologico. Ciò, per dirla in soldoni, significa che tutto dipenderà dal fattore contagi. Ma è ormai sempre più complesso tenere traccia della circolazione del virus e sembra difficile che, a meno di un impatto enorme sugli ospedali in caso di nuove ondate, si torni alle mascherine obbligatorie in classe. 

In classe senza mascherine

"Passi avanti importanti per permettere alle nostre studentesse e ai nostri studenti di tornare in classe senza mascherine. Secondo le linee guida dell’Iss, infatti, se la situazione epidemiologica rimarrà immutata, dovranno indossare l'Ffp2 solo personale scolastico e alunni fragili. Il documento va, dunque, nella direzione da me auspicata e promossa da mesi", commenta il sottosegretario di Stato alla Salute Andrea Costa.

"Del resto, come ho ricordato più volte, l’obiettivo del Governo - continua Costa - è quello di far tornare i nostri ragazzi e le nostre ragazze a settembre a scuola in presenza e senza mascherine. Occorre poi, però, un ulteriore sforzo per implementare l'installazione di impianti per la ventilazione meccanica controllata nelle aule. La scuola è da sempre una priorità della nostra agenda politica. Il progressivo ritorno alla normalità passa anche da qui". In ogni caso non sarà più il governo di cui fa parte Costa a prendere eventuali decisioni sulle mascherine a scuola, bensì il nuovo esecutivo che dovrebbe essere insediato e operativo in autunno dopo le elezioni del 25 settembre.

In tema di misure anti Covid per il ritorno a scuola "credo possa andare bene partire con il 'minimo sindacale' e poi, se sarà necessario, ci si potrà adeguare. In sintesi: se ci va bene può bastare anche poco. Se invece non va bene potremo rimodulare le regole che già conosciamo". Commenta così, all'Adnkronos Salute, Massimo Galli, già direttore Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, le linee guida sul ritorno a scuola diffuse dall'Istituto superiore di Sanità. "Sono indicazioni di buon senso, rispetto a quello che oggi possiamo prospettare", aggiunge. In realtà, continua Galli, "è difficile dire oggi cosa sarà concretamente necessario a metà settembre, importante è monitorare ed essere pronti a modificare la strategia rispetto a ciò che serve".

Delusi i presidi

Delusi dal documento dirigenti scolatici, che chiedevano a gran voce indicazioni chiare per potersi preparare adeguatamente al prossimo anno scolastico. A partire dal titolo: una mescolanza di termini anglofoni e latini, che ad un qualsiasi studente sarebbe stato messo in contatto come errore in una prova di italiano. Infatti il documento "Indicazioni strategiche ad interim per preparedness e readiness ai fini di mitigazione delle infezioni da SARS-CoV-2 in ambito scolastico (anno scolastico 2022 -2023)" è stato ritenuto non sufficiente da molti esponenti della classe dirigente scolastica. 

Il presidente dell'Associazione Nazionale Presidi di Roma Mario Rusconi le definisce "molto generiche" e che "non offrono spesso indicazioni percorribili". Se la situazione pandemica non peggiorerà, solo il personale scolastico e gli alunni "a rischio" dovranno indossare la mascherina. "Ma chi individua questa caratteristica di rischio?" chiede Rusconi. Raccomandato poi, in caso di recrudescenza del virus, il distanziamento di un metro "ma ancora non ci si rende conto che parecchi studenti sono stati obbligati alla dad perché le aule non permettevano il distanziamento. La situazione in gran parte è rimasta immutata".

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