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Protesta del comitato “Manoppello Sicura” davanti al giardino dell’Abbazia Santa Maria Arabona

Tanti cittadini hanno manifestato la propria indignazione per la devastazione del Giardino e anche per le associazioni allontanate e i turisti che in più occasioni sono rimasti fuori con il giardino chiuso

Protesta davanti al giardino dell'Abbazia Santa Maria Arabona a Manoppello organizzata dal comitato "Manoppello Sicura".
La manifestazione si è svolta dopo tanti mesi di proteste.

Il nocciolo della questione riguarda «la devastazione del giardino e anche per le associazioni allontanate e i turisti che in più occasioni sono rimasti fuori con il giardino chiuso».

Daniele Parlante del comitato annuncia: «Abbiamo raccolto 500 firme di cittadini indignati che, insieme ai presenti alla protesta, chiedono i seguenti punti: sollevare da ogni incarico l’attuale gestione e nomina di un nuovo rettore, affidare il giardino a uno staff multidisciplinare di esperti. Ora ci appelliamo al vescovo Forte, chi ha causato questo non può continuare a gestire”.

Per le associazioni di tutela ambientale presente Alberto Colazilli, presidente nazionale di Conalpa-Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio in rappresentanza anche del Fai Pescara e Pro Natura Abruzzo, che dichiara: «Ribadiamo la condanna unanime per la devastazione arrecata al giardino storico S. Maria Arabona che ha causato danni per decine di migliaia di euro. È stato presentato in soprintendenza un progetto di ripristino dalla Curia, aspettiamo di visionare il progetto esecutivo e capire cosa si farà. Una cosa è certa, non si può pensare di ripristinare un giardino storico con sporadici interventi non programmati e senza coinvolgere validi esperti. Occorre staff multidisciplinare per la realizzazione e successiva gestione, che rimane una delle questioni più delicate e difficili da risolvere».
Questo invece quanto dice il vice presidente nazionale Giulio De Colibus dell’Archeoclub d’Italia dopo aver evidenziato la gravità dei danni arrecati al giardino e la disponibilità a costituirsi parte civile nel caso di attivazione di procedimenti penali: «Il giardino e l'abbazia sono un bene di tutta la collettività, simboli della storia d'Abruzzo, quindi non possono essere usati a proprio piacimento senza rispettare le regole di tutela e coinvolgere staff multidisciplinari di esperti di beni culturali e ambientali».

Dott. Daniele Parlante - Comitato "Manoppello Sicura"

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