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Attualità Portanuova / Via dei Marsi, 28

Da demolire il palazzo di via dei Marsi 28: in poche ore ordinanza e esecuzione dello sgombero, scoppia il caos

Che quel giorno sarebbe arrivato lo si sapeva dato: a novembre 2022 i vigili del fuoco avevano relazionato sui problemi di staticità dell'edificio, ma non tutti erano andati via. La relazione fatta a seguito del monitoraggio parla chiaro: va abbattuto e ricostruito, ma la celerità di esecuzione dell'atteso provvedimento ha spiazzato gli inquilini ritrovatisi senza casa in poche ore

Intorno alle 17 la notifica dell'ordinanza di sgombero, a mezzanotte l'apposizione dei sigilli da parte della polizia locale: nelle ore intercorse il caos. Una serata difficile quella del 29 novembre per gli ultimi inquilini della palazzina di via dei Marsi 28 già oggetto di una relazione dei vigili del fuoco che a novembre 2022 ne avevano rilevato i gravi problemi strutturali. L'attesa ordinanza si sgombero alla fine è arrivata, ma lo ha fatto in concomitanza con la sua stessa esecuzione dando vita a scende di vera e propria disperazione tra i componenti delle dodici famiglie che non erano ancora andate via. 

Che ormai fosse questioni di giorni lo sapevano perché, come lui stesso spiega, l'amministratore di condominio Paolo Sola aveva fatto arrivare nelle loro cassette postali la notizia che la cosa fosse ormai imminente. Quello che però nessuno si aspettava è che tutto avvenisse in poche ore come invece successo la sera di mercoledì 29 novembre. Nel pomeriggio la notifica da parte dei vigili della polizia locale che sarebbero tornati più volte per sollecitare le famiglie a lasciare lo stabile. Quindi l'attuazione dello sgombero fatto così in fretta perché, questo dice l'ordinanza, non più rinviabile e cioè "immediato" visto l'esito del monitoraggio iniziato a gennaio e conclusosi con la relazione di ottobre. Troppi i rischi per lasciare le persone in casa. Persone che si aspettavano però almeno 48 ore di tempo per potersi organizzare. Così non è stato: qualcuno alla fine è riuscito a trovare ospitalità da amici e parenti, come nel caso di un'inquilina sottoposta agli arresti domiciliari, altri sono stati sistemati dal Comune in albergo per trascorrere la prima notte fuori casa, soprattutto le famiglie con bambini.

Nei prossimi giorni, spiega Sola, ci si dovrà organizzare con gli ormai ex inquilini perché possano rientrare e prendere tutto ciò che possibile portare via visto che per ora di tornare a casa, come è ovvio, non se ne parla. Per mettere in sicurezza lo stabile sarà anche cambiata la serratura così che non si corra il rischio che malintenzionati possano entrare in una palazzina sì vuota, ma con appartamenti che custodiscono la vita di molti.

Dal sopralluogo dei vigili del fuoco nel 2022 all'ordinanza di sgombero: ecco cosa dice la relazione tecnica redatta dopo mesi di monitoraggio

Se sui tempi d'intervento la polemica c'è stata e resta, il fatto che si sarebbe proceduto allo sgombero, come detto, era cosa nota. Era il 30 novembre 2022 quando i vigili del fuoco consegnarono la loro relazione in merito ai problemi riscontrati sulla staticità dell'edificio. Relazione protocollata il 13 dicembre e in cui si leggeva che “dall’esame speditivo a vista effettuato si è rilevato un quadro fessurativo che, se pur non indicativo di condizioni di pericolo imminente, non consente di escludere possibili evoluzioni negative nel tempo”. ”In attesa di eventuali lavori – avevano messo già al tempo nero su bianco i vigili del fuoco -, è altresì necessario, a tutela dell’immobile, porre la struttura sotto costante monitoraggio, anche strumentale, da parte di tecnico abilitato, al fine di rilevare eventuali evoluzioni del dissesto riscontrato e predisporre ogni eventuale misura di salvaguardia preventiva ritenuta più opportuna”.

Da allora molti inquilini sono andati via trovando nuove sistemazioni, con gli ultimi che si sono invece visti raggiungere dallo sgombero immediato proprio la sera di mercoledì 29 novembre. Nelle ore precedenti, e cioè dal momento dell'emissione, i vigili si sono recati più volte per avvisare dell'obbligo di andare via, ma organizzarsi non è stato semplice e di conseguenza anche i problemi sono stati tanti. 

Nei mesi intercorsi dal sopralluogo all'ordinanza il monitoraggio è stato fatto e la conclusioni tecniche arrivate il 16 ottobre lasciano poco spazio all'immaginazione: “Le analisi tecniche sulla qualità scadente dei materiali di costruzione – si legge  la disomogeneità strutturale dell’edificio, la presenza di fondazioni diverse e scarsamente irrigidite sul piano fondale complessivo, la presenza di terreni geologici scadenti, l’esposizione al rischio di liquefazione, la presenza di un quadro fessurativo diffuso coinvolgente sia le strutture portanti che quelle secondarie, l’assenza dei progetti strutturali, la classificazione sismica dell’edificio peggiore economica maggiore possibile in caso di sisma di progetto, l’amplificazione sismica locale che aumenta sensibilmente la pericolosità sismica di base, non lasciano alcun dubbio che da un punto di vista tecnico. Solo l’intervento di demolizione e ricostruzione può garantire un adeguato grado di sicurezza generale”.

“È da tenere presente che l’edificio presenta allo stato attuale forti ed evidenti carenze statiche ed è ubicato in adiacenza ad altri edifici oltre che fronteggiante la strada di accesso – si legge ancora -. Sulla base dei dati disponibili non è possibile escludere il cedimento o fenomeni di collasso strutturali incontrollati, anche parziali, a seguito di eventi sismici o per altri fenomeni sia naturali che antropici. Si tratta, quindi, di una situazione di pericolo con possibili fenomeni incontrollati generatori di rischio per persone e cose la quale costituisce minaccia per la pubblica incolumità”.

Ora la messa in sicurezza 

Di qui la dichiarazione di inagibilità e lo sgombero comunicati e attuati in poche ore e contenuti in quell'ordinanza sindacale con cui all'amministratore si dà il compito “di far eseguire, ad horas, la messa in sicurezza dell’intero fabbricato di via dei Marsi 28 e di tutte le aree limitrofe potenzialmente pericolose, mediante l’adozione delle più opportune opere provvisionali”.

Con l'ordinanza si chiede anche di “attuare ogni intervento necessario alla messa in sicurezza definitiva del fabbricato in oggetto entro e non oltre 60 giorni dalla data di notifica della presente ordinanza, adottando gli opportuni provvedimenti tecnici e operativi e quant’altro necessario a tutela della sicurezza, sanità e igiene pubblica, compresa la rimozione e smaltimento dei rifiuti prodotti in caso di demolizione”.

Difficile dire se e quando si potrà tornare a casa se, come sembra, alla messa in sicurezza seguirà la demolizione come unica strada possibile secondo quanto emerso dalla relazione tecnica.

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