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Lunedì, 29 Aprile 2024
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“Dmfl”, il nuovo album dei pescaresi Death Mantra for Lazarus

Il disco è disponibile dal 28 aprile negli store e su tutte le piattaforme digitali. La copertina è a cura di Millo, street artist di fama mondiale

Dal 28 aprile è disponibile negli store e su tutte le piattaforme digitali Dmfl, il nuovo album dei pescaresi Death Mantra for Lazarus, pubblicato da Vina Records e distribuito da Believe, anticipato dal singolo “Church Superdelay”. Il disco omonimo dei Death Mantra for Lazarus nasce a cavallo della pandemia quando, nel 2019, i quattro musicisti si riuniscono, dopo una lunga pausa, e portano a termine la lavorazione del nuovo album.

I componenti provengono da precedenti esperienze come Santo Niente, Milf e Zippo. La band ha esordito nel 2010 con l’album Mu che vede la collaborazione di Umberto Palazzo, leader dei Santo Niente, e poco dopo ha prodotto il singolo “Beatrice”, ultimo brano prima della pausa che è durata svariati anni.

In Dmfl il post rock prolisso e la struttura prog del passato lascia il passo a brani più focalizzati che contengono tutta la nostalgia per un tempo che non esiste più, la gioia e la speranza per la ritrovata sintonia, l’amicizia, la fratellanza e l’amore per la musica e per i paesaggi infiniti che caratterizzano la terra d’origine della band che è l’Abruzzo. Nelle sette tracce trovano spazio anche collaboratori esterni come Jester At Work, cantautore abruzzese e voce degli Hey Scenario, la violinista Valeria Vadini e il polistrumentista Francesco Di Giandomenico.

Il disco ripercorre le strade della memoria, come se fosse un diario di ricordi dal quale affiorano emozioni, chiudendo la suite con la promessa di future evoluzioni musicali. Gli ultimi due brani cambiano le carte in tavola e settano l’apertura a nuove strade. La tracklist si apre con “Church Superdelay”, nato dalle ceneri di un brano scritto quasi esclusivamente con sintetizzatori, diventa da subito l’ammiraglia del disco. Un inizio pieno di speranza e atmosfere positive lascia spazio ad un epilogo malinconico ed epico. Brano atipico per la band è “Nude”, traccia numero due. Qui il chitarrista e il bassista si scambiano gli strumenti in fase di composizione e scrivono l’uno le parti dell’altro. Il pezzo nasce da un ritmo creato dal batterista con il suo fedele tamburo a cornice.

Sonorità vicine al jazz di alcune incursioni rendono il pezzo atipico per la band. “Marbles” è il primo brano a cui lavorano i Death Mantra for Lazarus. Atmosfere dolci e dilatate, impreziosite dai violini di Valeria Vadini, ci conducono alla scoperta di un meraviglioso palazzo settecentesco dove dame e cavalieri si alternano in danze, a lume di candele, scivolando su pavimenti di marmo. La quarta posizione è occupata da “Laika cold! Laika cold!”, brano anni ’90 dalle sonorità post rock e ritmi cavalcanti. Il titolo è un omaggio alla cagnolina che fu pioniera dei viaggi spaziali e non tornò più a casa. Si prosegue con “Mina”, pezzo dai chiari connotati orientali dove le chitarre compongono arazzi di rimando nipponico.

Il synth finale riprende il giro principale di un pezzo dei Death Mantra for Lazarus mai pubblicato e il discorso su memoria e ricordi molto frequente nel concept dell’album. Il titolo è una dedica alla figlia del chitarrista (Alessandro) nata durante la lavorazione dell’album. Un cambio di rotta si ha con “Like Dolphins” dove arpeggi di basso e chitarre sembrano uscire da un film di Sergio Leone e introducono la voce cavernosa e oscura di Jester At Work e della sua compagna, Giulia Flacco, che narrano di amicizie perse e ritrovate, di serate passate ad un tavolo, davanti ad un bicchiere, parlando e ricordando che la relazione con gli altri rende veramente vivi.

“Memory of Us” chiude la tracklist. Qui non c’è traccia di basso, al suo posto una chitarra classica. Una spiaggia, un fuoco e la notte. La tromba di Francesco di Giandomenico conduce in territori inesplorati e introduce al momento in cui il fuoco, piano piano, lascia spazio alla cenere e all’arrivo di un nuovo giorno. L’artwork dell’album è stato affidato alla mano sapiente e al cuore di Millo, street artist di fama mondiale.

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