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Covid, Parruti sull'ultima variante Cerberus: "Potrebbe essere l'ultima, ma è essenziale vaccinarsi"

Ma il responsabile dell'unità operativa complessa di Malattie Infettive, Giustino Parruti, segnala anche che "la presenza di pazienti covid in rianimazione non vaccinati è tornato al 25%" ed è importante vaccinarsi

Anche in Abruzzo è arrivata la variante Cerberus del Covid-19 e Giustino Parruti, responsabile dell'unità operativa complessa (Uoc) di Malattie Infettive dell'ospedale "Santo Spirito" di Pescara, fa il quadro della situazione rispetto alla circolazione del virus e alla campagna vaccinale.

Parruti spiega come si può inserire nel contesto covid attuale la nuova variante.

«Con un forte richiamo rispetto a quello che abbiamo detto sempre nei giorni scorsi, il covid non è morto e sicuramente da derubricare in termini di impedimento al consorzio di vita pubblica, ma non da sottovalutare in termini di prevenzione e di protezione», dice Parruti, «allora la raccomandazione è: Cerberus è più contagiosa della della variante in circolo attuale, che è la Omicron, 5 quindi se dovesse, come molti prevedono con i modelli matematici, prendere il sopravvento nella circolazione nelle prossime settimane troverebbe sicuramente un forte limite nell'impatto clinico dalla vaccinazione con le nuove difese vaccinali che abbiamo. Quindi colgo l'occasione per dire: benissimo il clima e l'atmosfera di normalità che stiamo vivendo che rinfranca l'anima di tutti, ma non interrompiamo il ricorso essenziale perché purtroppo avete sentito anche che la presenza di pazienti covid in rianimazione, non vaccinati, è tornato al 25% perché queste nuove varianti, non sono più tenere sui pazienti fragili non vaccinati. Dunque il mio suggerimento è andiamo avanti così per mantenere una circolazione del virus alta, ma un impatto clinico basso dobbiamo rincorrere fortemente allo strumento vaccinale».

A Parruti abbiamo anche chiesto se la variante Cerberus potrebbe essere l'ultima, quella che potrebbe porre fine alla pandemia: «Mi azzardo a dire di sì, nel senso che ha un tasso di contagiosità talmente elevato che se noi collaboriamo con un altro livello vaccinale nella nostra area potrebbe rimanere fortemente a lungo quella ultima circolante. Non ci scordiamo, però, che l'Oms ci ha richiamato come per la rosolia come per tutte le malattie infettive la guerra si vince quando si vince sugli 8 miliardi della popolazione mondiale: fino a che livello vaccinale, quindi di protezione non sarà tale da ridurre l'entità della produzione di nuove varianti da qualche altra parte una variante nuova potrebbe tornare e ingaggiare nuove regole del gioco, ma questo diventa sempre più improbabile, non ci scordiamo che abbiamo superato il tredicesimo miliardo di dosi somministrate. Quindi la vaccinazione a livello mondiale sta andando benissimo, andiamo avanti così nella nostra area preserviamo la nostra libertà».

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