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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Sul caro-mense per i genitori nessuna concreta soluzione: "Non si è ricchi neanche con 22mila euro"

Non solo insufficiente, ma inefficace per loro la nuova fascia inserita per le agevolazioni. La portavoce Aquilani: "Non hanno compreso in che difficoltà stanno mettendo le famiglie". Giampietro (Pd): "Per la prima volta rischiamo di avere il servizio di refezione scolastica più caro d'Italia"

“Non hanno compreso in che difficoltà mettono le famiglie pescaresi”. I genitori, per tramite dalla portavoce Roberta Aquilani, si dicono totalmente insoddisfatti da quanto previsto dalla nuova delibera approvata che contro il caro-mense, come ha annunciato l'assessore comunale alla pubblica istruzione Gianni Santilli, ha inserito agevolazioni per una nuova fascia di reddito: quella fino ai 22mila euro. Una delibera adottata per andare incontro proprio ai genitori dopo la commissione controllo e garanzia nel corso della quale ci si era fatti carico di trovare una soluzione per la fascia di reddito sopra i 18mila euro. Per i genitori le misure adottate non hanno però in alcun modo dato le risposte attese.

È Aquilani stessa a spiegarne le ragioni sottolineando che, come dichiara anche il capogruppo del Pd Piero Giampietro che è il presidente della commissione controllo e garanzia, alla luce dei dati ministeriali e Istat elaborati nel report di Cittadinanzattiva sui costi delle mense per l'anno scolastico 2022-2023, le tariffe che scatteranno nel 2024 rischiano di fare di Pescara la città più cara d'Italia o comunque quella con i rincari maggiori passando da 3,71 euro a 5,92 (tariffa piena per i redditi superiori ai 22mila euro). 

“In pratica – sottolinea la portavoce - una famiglia passa da una spesa annua di 660 euro a una di 1.100 euro l'anno. È raddoppiata e parliamo di chi ha un figlio. Pensiamo a chi ne ha più di noi”. Quel limite, 22mila euro, è dunque ancora una volta il problema. “Non si è ricchi come non lo si è con 18mila euro di Isee. Basta pensare che in altre regione la fascia più alta, cioè le famiglie che pagano la tariffa piena della mensa, fa riferiemnto a chi ha un Isee superiore ai 45mila euro. La scelta fatta dunque – incalza – continua a essere una spesa economica non accettabile”.

“Questa amministrazione continua a non comprendere che se anche entrambi i genitori lavorano non vuol dire che si è ricchi. Poi ci sono le famiglie monogenitoriali e tante altre situazioni. Il costo della vita è aumentato per tutti con l'inflazone e alla fine come sempre a pagarne le conseguenze saranno le mamme che non potranno più garantire il tempo pieno ai figli e dovranno rinunciare al lavoro o passare a un part time perché la mensa non possono più permettersela”, chiosa Aquilani.

Se da una parte c'è il problema economico e gestionale dal punto di vista familiare, dall'altra ci sarebbe anche un problema sociale qualora siano sempre meno i bambini delle scuole dell'infanzia e le primarie iscritti al tempo pieno. “Il tempo pieno non è un parcheggio, ma è una scelta educativa - tiene a precisare -. È fatta perché i ragazzi approfondiscano e abbiano più tempo per apprendere. Anche la mensa è un momento di socializzazione. Se a livello nazionale si lavora perché si garantisca dai 6 ai 14 anni, a Pescara con l'aumento delle tariffe si torna indietro riducendo di quasi un anno il tempo scolastico”.

Un altro problema resta quello dei bambini non residenti. Come è noto per loro, al di là della fascia di reddito, il costo mensa è quello massimo. “Per molti genitori portare i figli a scuola in una località limitrofa è fondamentale perché magari si vive in un comune, ma si lavora in un altro. È una questione di gestione e organizzazione. So che da Montesilvano e Francavilla è arrivato il 'no' al contributo per agevolarle e questo anche perché da quel che so Montesilvano ad esempio la prevede già per i suoi non residenti. Il Comune di Pescara dovrebbe creare una fascia Isee proprio per loro e poi fare le convenzioni con i comuni limitrofi. Auspico che questo venga fatto per andare incontro a quei genitori che portano i figli a scuola a Pescara pur non vivendoci”, conclude sottolineando che sebbene questa non sia una tematica che la tocca in prima persona, il problema è estremamente sentito.

Il commento del capogruppo Pd Piero Giampietro

“Con il centrodestra – commenta il capogruppo Pd Giampietro - le mense delle scuole pescaresi rischiano di diventare per la prima volta le più care d’Italia, più care di molte scuole private e forse l’obiettivo era proprio questo. La scelta della giunta Masci di insistere sugli aumenti, al netto di pochi interventi di mitigazione ottenuti solo per la mobilitazione del centrosinistra e dei genitori, è anche una provocazione nei confronti delle associazioni dei consumatori - incalza -: la delibera è stata approvata in fretta poche ore dopo che le più grandi associazioni dei consumatori avevano chiesto un incontro, che ci sarà solo a delibera approvata”.

Lunedì 30 ottobre la commissione controllo e garanzia alla presenza dei genitori tornerà a riunirsi, ma l'assessore non ci sarà. “Il suo annuncio di disertarla dimostra che ormai il centrodestra è terrorizzato dalle elezioni che si avvicinano sempre di più e inizia a sfuggire al confronto. Per noi – conclude - la scuola pubblica va innovata, potenziata, ammodernata: pensare che sia giusto che un genitore paghi fino a 6 euro al giorno nella scuola dell’obbligo vuol dire davvero vivere su un altro pianeta”.

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