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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Allarme Uil, con una popolazione sempre più anziana la sanità rischia il collasso: "Subito case e ospedali di comunità"

Il segretario generale Lombardo e il segretario regionale con delega alla Sanità Truono si appellano all'assessore Verì e la giunta perché si utilizzino in fretta gli 87 milioni destinati alla loro realizzazione denunciando i problemi che si vivono soprattutto nelle aree interne dove "il diritto alla salute è lasciato all'utlimo posto"

Popolazione sempre più anziana in Abruzzo e in una regione dove la popolazione è sempre più anziana, la Uil teme il collasso della rete sanitaria e difficoltà soprattutto nelle aree interne del territorio. Per questo lancia un appello alla Regione e in particolare all'assessorato alla Sanità perché si proceda rapidamente alla realizzazione degli 11 ospedali di comunità e le 40 case di comunità cui sono stati destinati 87 milioni di fondi pnrr e procedere con il rafforzamento del personale. Questo perché l'Abruzzo, tra ospedali e pronto soccorso saturi, è in una situazione emergenziale

Ad affermarlo sono il segretario generale della Uil Abruzzo Michele Lombardo e il segretario regionale del sindacato con delega alla Sanità Fabrizio Truono che sottolineano come l'età media degli abruzzesi sia di 48,8 anni a fronte di una media nazionale di 48 e, soprattutto, di quella europea che è di 44.

“Il progressivo invecchiamento della popolazione, con il conseguente aumento dell’incidenza delle malattie croniche, avrà un impatto importante sulla tenuta del sistema sanitario abruzzese – dichiarano in una nota congiunta -- specialmente in tutti quei paesi delle aree interne dove c’è un’incidenza maggiore di persone anziane e fragili. Il pnnr destina oltre 87 milioni di euro alla sanità territoriale abruzzese, prevedendo tra le altre cose l’istituzione di 11 nuovi ospedali di comunità e 40 case di comunità. Servono subito questi Investimenti mirati sulla sanità territoriale per digitalizzare i servizi e sviluppare la telemedicina, ma anche per costruire presidi fisici diffusi sul territorio, che siano punti di accesso al sistema sanitario in grado di garantire la giusta continuità assistenziale in tutti i territori abruzzesi”, proseguono Lombardo e Truono.

La preoccupazione, come detto, è soprattutto per i territori più isolati dove si concentra una popolazione anziana e dunque “più fragile e potenzialmente più bisognosa di assistenza sanitaria, che non può e non deve recarsi in ospedale per avere le cure necessarie”, aggiungono i due sindacalisti.

Al problema dei presidi si aggiunge quello della necessità di avere più personale medico e per questo Lombardo e Truono chiedono un aumento delle borse di studio “per favorire l’ingresso di più medici al corso di medicina generale e contestualmente programmare le assunzioni di personale medico e sanitario da inserire nei distretti sanitari, negli ospedali e nelle case di comunità”. Da potenziare anche il servizio di continuità assistenziale, cioè le ex guardie mediche, “per uscire al più presto da questa situazione emergenziale”.

In Abruzzo attualmente, denuncia la Uil, ci sono troppe disuguaglianze ancor più marcate nelle aree interne su cui chiedono maggiore attenzione e dove invece assistiamo a “un preoccupante depauperamento dei servizi e una forte diminuzione della popolazione”. Zone in cui “il diritto alla salute viene sempre lasciato all'ultimo posto”.

“Potenziare la rete territoriale e aprire al più presto gli ospedali di comunità e le case della salute, con il giusto personale e le giuste apparecchiature medicali, significa decongestionare gli ospedali ormai incapaci di sostenere la richiesta di cure da parte dei cittadini, ma significa anche evitare il ricorso alle cure dei pronto soccorso, sempre più affollati e con tempi di attesa lunghissimi, in quanto si garantirebbe al cittadino una risposta sanitaria e di cura immediata sul territorio e nel contempo sarebbe anche un valido strumento per poter ridurre il problema delle liste di attesa per le visite specialistiche e diagnostiche”, ribadiscono Lombardo e Truono.

L'appello è quindi all'assessore Verì e alla giunta regionale perché si attivi al fine di “creare le condizioni strutturali affinché la sanità pubblica territoriale di prossimità non sia più gestita in emergenza ma che sia strutturata e tempestiva soprattutto in quella parte dell’Abruzzo che soffre di più. È giunto il momento di dire basta – concludono i sindacalisti Uil - e di intervenire concretamente su quei disagi subiti dalla popolazione che non sono più tollerabili”.

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