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Domenica, 28 Aprile 2024
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Intervento del 118 durante un sopralluogo tra i ruderi dei palazzi Clercio, il presidente Foschi: "Vanno abbattuti" [FOTO]

Il presidente della commissione Sicurezza è andato sul posto con i componenti della stessa a seguito delle denunce dei cittadini ed è stato necessario chiamare i sanitari per soccorrere una donna. Intervenuta anche la polizia e la polizia locale: "Dopo 40 anni vanno buttati giù, lo ha detto anche il consiglio comunale con una mozione votata e approvata"

“I ruderi di cemento armato dei palazzi Clerico nel quartiere Rancitelli vanno abbattuti”. Lo ribadisce il presidente della commissione comunale Sicurezza Armando Foschi dopo il sopralluogo fatto e nel corso del quale è stato necessario chiamare il 118 per soccorrere una donna che si era sentita male probabilmente per l'uso di sostanze stupefacenti.

Che così debba essere lo sottolinea ricordando che è stato il consiglio comunale ad approvare con 24 voti favorevoli e uno contrario la mozione riguardante proprio l'abbattimento di quei ruderi e “nata – precisa - sull’onda delle giuste richieste giunte anche dai cittadini del rione, impegnando sindaco e giunta ad adottare con la massima urgenza tutte le iniziative utili per far sparire quegli edifici della vergogna, a partire dalla loro demolizione”. Una vera "bomba sociale", chiosa Foschi.

Una situazione che tante volte gli stessi cittadini hanno segnalato a IlPescara chiedendo interventi importanti per mettere fine al degrado che di registra in zona. La mozione, ricorda ancora Foschi, “fa seguito alla riunione di commissione svoltasi il 9 settembre scorso alla presenza, tra gli altri, del dirigente all’Edilizia Gaetano Silverii, di don Massimiliano De Luca parroco della chiesa degli ‘Angeli Custodi’ e di una delegazione di residenti, con i quali abbiamo attivato un dialogo importante teso a riportare ordine, legalità e sicurezza nel quartiere”.

Il sopralluogo della commissione Sicurezza tra i ruderi dei Palazzi Clerico

“In quella sede i cittadini hanno lanciato la loro denuncia in riferimento alla presenza degli scheletri dei palazzi Clerico, un complesso edilizio rimasto incompiuto, due ruderi sviluppati su più livelli tra via Tiburtina e via Tavo, e un terzo rudere di un solo piano, che contribuiscono a definire un quadro di pesante degrado urbano. I cittadini, esasperati – sottolinea il presidente -, hanno ricordato come quei manufatti siano da sempre ricettacolo di degrado sociale, luogo di spaccio e consumo di droga, ma anche che la loro presenza incombente oggi spaventa dal punto di vista urbanistico-edilizio-strutturale, lasciando emergere dubbi, perplessità e preoccupazioni circa la loro permanenza sotto il profilo di agibilità e vivibilità: è evidente che quei pilastri di cemento armato, costantemente inzuppati dall’acqua che riemerge dal suolo, oggi presentino dei problemi tecnici, con lo stesso cemento che ha cominciato a sfaldarsi, e rappresentino un pericolo per l’incolumità di chi addirittura vive all’interno dei ruderi, visto che dopo decenni la proprietà non è mai riuscita a individuare una misura capace di rendere impenetrabile l’intero complesso, limitandosi a recinzioni presto divelte”.

“La situazione venutasi a creare nel corso di quasi quarant’anni ha generato oggi un detrattore ambientale tra i più vistosi presenti in ambito urbano sul territorio comunale e purtroppo fino ad ora nessuna amministrazione comunale è riuscita a varare un’azione realmente efficace, per porre fine al protrarsi di una situazione davvero insostenibile sul piano ambientale, sul piano sociale, e su quello del decoro urbano”, sottolinea Foschi ricordando che la competenza “afferisce principalmente, se non unicamente, all’amministrazione comunale, pienamente titolata ad assumere tutte le iniziative, sia consensuali, sia urbanistico-edilizie, sia autoritative, per porre termine alla vergognosa condizione di una parte di città”.

“A questo punto, dopo quarant’anni, riteniamo che vada scritta la parola fine su una situazione scandalosa, al pari di quanto avvenuto sulla riviera nord di Pescara, con l’abbattimento di un altro scheletro – annuncia -. Per fare un ulteriore passo in avanti ho presentato la mozione per impegnare sindaco e giunta ‘ad attivare tutte le più opportune e adeguate iniziative volte a risolvere una volta per tutte la gravissima e inaccettabile situazione prodotta dalla presenza di un evidente detrattore ambientale e sociale, nonché generatore di pesanti e negativi riflessi igienico-sanitario”.

Un abbattimento che si potrebbe fare, spiega, con ordinanze contingibili e urgenti “pienamente giustificate dalla gravità della condizione strutturale e igienica dei ruderi e delle circostanti aree, alla valutazione di iniziative sul piano più strettamente urbanistico-edilizio, ivi comprese la demolizione dei ruderi’. Ricordo che già durante gli anni della giunta Pace abbiamo vissuto un iter del tutto simile, con il cosiddetto ex Palazzo Oliva, un ‘dente cariato’ che campeggiava proprio accanto alla cattedrale di San Cetteo, ricovero per senzatetto e tossicodipendenti. Proprio in seguito all’approvazione in consiglio comunale di una mia mozione siamo arrivati al suo abbattimento con la realizzazione di una bella piazza”.

“Il voto è stato chiaro: su 27 consiglieri presenti in aula, abbiamo registrato 24 voti a favore e un solo contrario, un’espressione che rappresenta una risposta concreta, immediata e attuabile a un intero quartiere che aspetta il proprio riscatto. Ovviamente – conclude - continueremo a seguire l’iter procedurale della vicenda in attesa di veder comparire le ruspe”.

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