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Sabato, 27 Aprile 2024

VIDEO | Salute, allarme Cgil: "Le Case della comunità rischiano di diventare un regalo ai privati senza un piano assunzioni"

Le nuove realtà che dovrebbero potenziare la medicina territoriale e da realizzare con i fondi dl pnrr potrebbero sì dare risposte importanti ai cittadini, sostiene il sindacato, ma senza il personale il timore è che diventi un'operazione di esternalizzazione dei servizi

Le Case della comunità che si realizzeranno come il pnrr (piano nazionale e resilienza) dovranno essere presidi della sanità territoriale che mirano oltre che ad offrire servizi vicini ai cittadini, anche a decongestionare l'afflusso nei pronti soccorsi dando quella spinta ad una visione diversa della sanità rispetto a quella ospedalocentrica. Questo nei piani, ma dalla Cgil che questa mattina ha organizzato un presidio proprio davanti al pronto soccorso di Pescara per denunciarne la possibile privatiazzazione qualora si concretizzasse la delibera Asl che vuole appaltare la gestione dei codici bianchi e verdi, timori ne ha su come queste saranno gestite. A denunciarlo era stato già due giorni fa a IlPescara Luca Ondifero segretario della Cgil Pescara, ma a ribadirlo oggi è stata la segretaria regionale della sezione Funzione pubblica del sindacato Paola Puglielli: senza personale chi gestirà queste strutture?

“L'opportunità degli investimenti e delle risorse del pnrr – dichiara – rischiano di trasformarsi nella più grande operazione di esternalizzazione della sanità pubblica se non ci sono scelte politiche in merito al personale. I servizi in cui la cura è a capo di persone in carne ed ossa pensare solo alla costruzione delle infrastrutture, delle forniture tecnologiche e della digitalizzazione senza un piano straordinario di assunzioni, rischia di regalare un'ulteriore fetta di servizi pubblici alla sanità privata”, chiosa.

Tema quello del personale tra quelli per cui oggi si è manifestato dato che solo a Pescara nelle prossime settimane potrebbe non esserci la proroga contrattuale per 332 sanitari assunti per l'emergenza covid e altri 169 a contratto a tempo determinato.

“E' un'operazione rischiosa perché abbiamo visto cosa significa anche nel periodo covid – conclude avere la sanità e quindi i servizi pubblici in mano al privato”.

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