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VIDEO | Cresce il numero dei partecipanti alla manifestazione del 25 marzo: 50 associazioni contro "l'amministrazione dei rendering"

Tra comitati e sigle del territorio sono sempre di più le adesioni alla protesta per contestare le scelte fin qui fatte sui più variati aspetti del vivere sociale, ma anche per chiedere di aprirsi a quella partecipazione che, denunciano tutti, "non c'è mai stata"

Sono saliti a 50, tra associazioni e comitati, i partecipanti alla grande manifestazione di sabato 25 marzo con cui come voce unica intendono dire “no” non solo alle scelte fatte dall'amministrazione nei più svariati ambiti a cominciare dalla gestione del verde come filo conduttore della vivibilità e la socialità, ma anche per lamentare il fatto che fino ad oggi da parte di chi la città la governa non ci sarebbe stata alcuna apertura al dialogo.

Partecipazione negata, mancanza di vivibilità e assenza di visione sono i temi su cui sollevano la polemica e che porteranno in piazza Sacro Cuore perché tutti i cittadini ascoltino. Quella che siede a Palazzo di Città è “l'amministrazione dei rendering” afferma nell'intervento fatto durante la conferenza stampa della manifestazione il presidente della sezione pescarese di Italia Nostra Massimo Palladini, parlando di “errore” da parte del sindaco nel considerarli “inopportuni”. Loro non sono quelli che difendono i giardini, aggiunge riferendosi a quando il sindaco Carlo Masci ha parlato di proteste di pochi a nome di molti, ma sono la città e a dimostrarlo, incalza, è l'alto numero di adesioni alla manifestazione del 25 marzo.

“Siamo 50 associazioni che partendo dalle proprie specificità e vertenze hanno capito che insieme costituiscono una domanda di sistema e partecipazione come metodo – spiega a IlPescara -. Oramai tutti i progetti che ci vengono propinati con conferenze stampa e immagini accattivanti sono decisi senza la minima partecipazione e quando li fanno si rivelano inadeguati alle aspettative. Basta pensare a corso Vittorio Emanuele con gli spelacchi che ci sono, ma è solo un esempio. Noi – prosegue - poniamo il tema più partecipazione prima dei progetti. Basta con questo attacco al sistema del verde, sì a una prospettiva di futuro nella quale la progettazione possa contemplare anche l'ascolto della cittadinanza”.

Tra i tanti a manifestare ci saranno anche i componenti del comitato Strada bene comune che sulla filovia il primo ricorso, quello al Tar (Tribunale regionale amministrativo), lo ha vinto bloccando di fatto i lavori per il suo completamento. Il vicepresidente Maurizio Biondi si dice fiducioso sul pronunciamento del consiglio di Stato cui gli enti si sono rivolti e quella mancanza di partecipazione lamentata da Palladini la definisce una “subcultura della democrazia” in cui sembra che, spiega ai nostri microfoni, “la rappresentanza della democrazia si una delega in bianco che i cittadini sottoscrivono con gli amministratori. Non è così – chiosa – noi siamo per una democrazia partecipativa che impedirebbe il compiersi di numerosi errori che vediamo susseguirsi a Pescara”. Per lui la vicenda della strada parco è “il filo nero che unisce tutte le criticità di questa città. L'idea di instradare su viali che non possono accogliere una metropolitana di superficie ha creato problemi si via Castellamare Adriatico e il disastro di viale Marconi ed è utilizzata anche come alibi per la localizzazione della nuova sede regionale in pieno centro della città: una nuova stazione ferroviaria dopo quella delocalizzata nel lontano 1988”.

Se dalla parte dell'ambiente tante sono le associazioni che hanno aderito alla manifestazione compreso il Conalpa che tante volte si è scontrato in particolare con il vicesindaco Gianni Santilli, dall'altra parte in piazza ci saranno i comitati degli esercenti che lamentano le ristrettezze che starebbero “uccidendo” la vita sociale della città in particolare nel quadrilatero di piazza Muzii e a Pescara Vecchia. Nel mezzo quei cittadini costituitisi in comitati spontanei per difendere gli spazi verdi dei quartieri di periferia. Parliamo di quelli di via della Fornace Bizzarri, di via Santina Campana e di via 8 marzo. Se i primi il ricorso al Tar per impedire la realizzazione di un asilo nel parco di quartiere lo hanno vinto e sono ora in attesa del ricorso al consiglio di Stato che l'amministrazione intende promuovere, i secondi al tribunale amministrativo potrebbero presto rivolgersi per impedire anche loro la realizzazione di un asilo dove ci sono gli orti urbani così come potrebbe accadere con i residenti che chiedono di preservare il parco di via 8 marzo il cui terreno, la seconda delibera lo conferma, sarà ceduto invece alla Asl per la costruzione di una Casa di comunità.

A parlare per i tanti cittadini dei comitati c'è Alessandra De Nardis, residente di via della Fornace Bizzarri che spiega come le scelte fatte abbiano fatto sentire i residenti dei tre diversi quartieri, uno a San Donato, uno ai Colli e uno a San Silvestro, “aggrediti e violati. Noi abbiamo saputo che il nostro parco sarebbe stato sostituto da un asilo nido con i camion che sono venuti direttamente a calpestare le nostre magnolie e le nostre rose. Il verde – dice a IlPescara spiegando perché il 25 marzo saranno a piazza Sacro Cuore - non è un buco di niente; il verde è un luogo di aggregazione che mette i cittadini in contratto tra loro che fa incontrare i bambini e gli anziani. Senza questi luoghi le periferie che cosa sono? - chiede - Luoghi dove si passa di corsa per andare dal lavoro alla casa e viceversa? Non è giusto. Questa aggressione non è compatibile con la città”.

Asili e presidi sanitari però servono e dunque le chiediamo perché ci si opponga a queste scelte. “Lo abbiamo fin dall'inizio – ribadisce –. Noi siamo d'accordo con l'aggiungere i servizi. Sono essenziali, ma anche il verde è un servizio. Come dico a mio figlio ti compro il cappotto e ti tolgo le scarpe: i servizi vanno in aggiunta non sostituti o continuiamo a giocare al baratto”. Quello che loro non capiscono dunque è “perché la giunta non vuole ascoltarci. Si è intestardita, ma deve fare quello che non ha fatto fino ad ora: ascoltarci”.

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